Primarie Pd: l’ipotesi del voto online

Primariesì, primarie no. Poi primariequando, con la proposta dirinviarle di una settimana dal 19 al 26 febbraioper evitare un eventuale “ingorgo” tra i flussi ai gazebo dei dem e quelli alle urne delleelezioni Regionali(che però sono fissate una settimana prima il 12). Da venerdì 6 gennaio, quandoElly Schleinha lanciato la proposta sulla Stampa, ildilemmasi è arricchito di un’ulteriore variante:aprire le consultazioni alvoto online, concedendo un’opzione digitale alla possibilità che il partito – in calo nei sondaggi – si smaterializzi, oppure limitarsi alla cara vecchia scheda elettorale. «La proposta di voto online lanciata da Elly Schlein èsbagliata e oltretutto irrealistica e inapplicabilea poche settimane dal voto – ha argomentatoPina Picierno, candidata vice segretaria diBonaccini– significherebbenon garantire un voto sicuro alle iscritte e agli iscritti, trasformando così uno dei processi più importanti della nostra comunità in una insensata imitazione della piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle». «Sbagliata», «irrealistica», «inapplicabile». Eppurenel 2021il Pd aveva già sperimentato– per scegliere il candidato sindaco a Roma, Torino e Bologna – unsistema mistoche prevedeva il voto online sull’appositapiattaformaPartecipatramite autenticazione via Spid (Sistema Pubblico d’Identità Digitale). Un’esigenza dettata dalla necessità di ridurre il contatto fisico imposta dall’emergenza pandemica, e che ora Schlein spera di poter utilizzare nella direzione opposta: rendere le primarie un evento politicamente contagioso, creare assembramenti contro l’assottigliarsi dei consensi, diminuire il distanziamento tra i cittadini e il Partito. In questo senso, la preoccupazione espressa da Picierno di dover ricorrere a questa modalità «a poche settimane dal voto» sembra dettata da 2 fattori. Il primo riguarda la predetta interpretazione del tempo di una forza politica per la quale, almeno dal 25 settembre in poi, vale il principio di sovrapposizione enunciato dalla meccanica quantistica: il Pd, come il gatto di Schrödinger, è vivo e morto insieme. Il secondo, più correntizio, riguarda i possibili timori chela più giovane candidata alla segreteriadel Pd – 37 anni, 12 in meno della seconda più giovane Paola De Micheli –sia la più avvantaggiatadalla potenziale platea di voti online. Sulla questione è intervenuto ancheMatteo Orfini:«Leggo che si sta discutendo di fare le primarie per la segreteria del Pd consentendo il voto online. Io capisco che per molti ormai politica e like sui social sono la stessa cosa. Salvo poi scoprire quando si vota che ai like spesso non corrispondono voti». Secondo l’ex presidente del Pd «votare non può essere sostituito da un click». Più aperturista l’altro candidato alla segreteriaGianniCuperlo: «Se c’è un albo trasparente e una registrazione 48 ore prima, con l’iscrizione all’albo degli elettori,possiamo discuterne». Schlein non si dà per vinta. «Per noila proposta non è affatto archiviata e continuiamo a tenerla sul tavolo», fa sapere oggi all’Adnkronosun parlamentare del Pd. È possibile che ne sapremo qualcosa di più dopo lariunione della direzione del Pd fissata per l’11 gennaio, quando dovrebbe venire confermata anche la data esatta delle primarie.