Il Covid ci ha immersi in un enorme Grande Fratello?

Il Covid ci ha immersi in un enorme Grande Fratello?

 

Ricordate i primi mesi dellapandemia? Ele app realizzate dai governi di tutto il mondo per tracciare i contagi? Un’inchiesta dell’agenzia statunitenseAssociated Pressrivela come in alcune parti del mondo quelle tecnologie siano state utilizzate, in realtà, per altri scopi. Milioni di persone hanno fornito i propridati riservatiper aiutare a fermare la diffusione del coronavirus, mada Pechino a Gerusalemme, passando per l’India e l’Australia, le autorità avrebbero sfruttato questi dati per bloccare i viaggi di attivisti e di persone comuni, per tormentare le comunità emarginate e per collegare le informazioni sulla salute delle persone ad altri strumenti di sorveglianza e di applicazione della legge. In alcuni casi, i giornalisti hanno scoperto che i dati sono staticondivisi con agenzie di spionaggio. Per più di un anno, i reporter diAPhanno intervistato fonti e analizzato migliaia di documenti per scoprirlo. Partiamo dallaCina: qui, di recente, sono scoppiateenormi protestecontro la politica “zero-Covid”, e solo qualche giorno fa il governo ha disattivato una delle app di tracciamento che negli ultimi due anni hanno monitorato i contagi. L’Associated Pressspiega come alcune app producessero unQr codeche consentiva o meno ai cittadini di spostarsi o accedere a determinati luoghi, dal supermercato all’autobus. Ma “ci sono prove che i codici sanitari sono stati usati persoffocare il dissenso”, scriveAp: per mantenere la stabilità del Paese, alcuni addetti assunti dal reparto di sicurezza dello Stato avevano il potere di impedire a una persona di spostarsi se temevano che questa potesse causare dei problemi. È accaduto, tra gli altri, a un uomo che avrebbe voluto presentare delle denunce al governo centrale, ma gli è stato impedito di recarsi a Pechino. Passiamo aGerusalemme: a maggio del 2021 la polizia si presentava davanti alle abitazioni di chi non rispettava la quarantena, mentre l’agenzia di sicurezza israelianaShin Betha ripreso a usare latecnologia di sorveglianza telefonicadi cui si era servita in precedenza per monitorare i militanti all’interno deiterritori palestinesi. L’anno dopo, la stessa agenzia ha iniziato a usare la stessa tecnologia per inviare minacce e messaggi minatori ai cittadini e ai residenti arabi di Israele che l’agenzia sospettava di partecipare a scontri violenti con la polizia. Inoltre, in tutta la città ci sono le telecamere a circuito chiuso e quelle che le autorità definiscono “tecnologie avanzate” che sorvegliano chiunque. InIndia, spiega l’agenzia di stampa, dove non esiste una legge sulla protezione dei dati, la tecnologia del riconoscimento facciale e dell’intelligenza artificiale si è diffusa a partire dal 2014, quando Narendra Modi è salito al potere. Oggi il Paese sta cercando di costruire quella che saràuna delle più grandi reti di riconoscimento facciale del mondo. La polizia ha usato questi strumenti per monitorare gli assembramenti di massa, installandomigliaia di telecamere a circuito chiuso: nella città di Hyderabad, nell’India meridionale, le autorità hanno iniziato afotografare chi non indossava la mascherinao la indossava male. Un ispettore ha raccontato che «quando (gli ufficiali,ndr) vedono qualcuno che non indossa una mascherina, si avvicinano, scattano una foto sul tablet, annotano i loro dettagli come numero di telefono e nome». Per capire come potrebbero venire usati i dati raccolti e gli strumenti sviluppati negli ultimi anni,i casi dell’Australia e degli Stati Unitipossono offrirci una possibile panoramica: secondoAssociated Press, le agenzie di intelligence australiane sono state sorprese a raccogliere “accidentalmente” i dati sensibili delle persone dall’app nazionaleCovidSafe, l’app per i tracciamenti disattivata ad agosto. L’Ispettore generale dell’intelligence e della sicurezza ha dichiarato che non vi sono prove che i dati siano stati decriptati, consultati o utilizzati, ma secondo l’Apsarebbero stati usatiper indagare sui crimini. Il governo federale statunitense avrebbe colto l’opportunità “per costruire il suo kit distrumenti di sorveglianza, inclusi due contratti nel 2020 del valore di 24,9 milioni di dollari destinati alla società didata mining(estrazione di dati,ndr) e sorveglianzaPalantir Technologies Inc.per supportare la risposta alla pandemia del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani del Paese”. SecondoAp, le autorità avrebbero avuto accesso ai “dati identificabili del paziente”, informazioni molto private legate alla salute mentale, all’uso di sostanze e alla salute comportamentale provenienti da case famiglia, rifugi, carceri, strutture di disintossicazione e scuole. «Quello che ha fatto la pandemia è statofar saltare in aria un’industria di raccolta di massa di dati biometrici e biografici», ha detto aAssociated PressParomita Shah, direttrice esecutiva dell’organizzazioneJust Futures Law. Il Covid ha solo accelerato l’uso di questi strumenti e dati da parte dello Stato, che li avrebbe venduti come un “beneficio pubblico”.