Guardiamo ancora la tv. Ma come?

Guardiamo ancora la tv. Ma come?

 

La “buona”, vecchia televisione fa ancora gola e per gli italiani rimane l’elettrodomestico indispensabile da tenere in casa. Internet ha amplificato il suo processo evolutivo e ha prodotto unnuovo modo di “guardare” la TV. Non più solo fissa in salotto, ma “in movimento” grazie al suo molteplice utilizzo tramitedevicediversi. Abbiamo cambiato le modalità di fruizione, e da telespettatori passivi siamo diventati attivi. La vasta gamma di generi, spettacoli, programmi, film e serie tv, grazie all’inclusione di numerose piattaforme distreaming, ci hanno permesso unavisione più consapevolee calibrata in base ai nostri gusti personali. Sarà per questo che nell’ultimo annogli schermi presenti nelle case degli italiani si sono moltiplicati. Il settore che comprende smartphone, televisioni connesse, computer ha trainato l’economia del nostro Paese. A fotografare lanuova fase della modernità digitaleè ilRapporto Auditel-Censische, con oltre 40 mila interviste realizzate durante tutto il corso dell’anno,ha studiato i consumi e le abitudini medialidelle famiglie. Su circa 60 milioni di abitanti, in Italia gli schermi presenti nelle case degli italiani sonoquasi 120 milioni, per una media di5 schermi a famiglia. Tra questi, i device connessi sono 93 milioni 200 mila e sonoaumentati di quasi 20 milioni negli ultimi cinque anni. Ilprimato assoluto lo agguanta lo smartphone: sono 48 milioni, aumentati di oltre 6 milioni dal 2017 a oggi. Al secondo posto, invece, ritroviamo la TV. Lo schermo familiare, fattore di unità, èpresente nelle case del 97,3% delle famiglieitaliane, per un totale di 43 milioni – tra tradizionali esmart. In particolare, sono queste ultime ad aver ottenuto lacrescita più rilevantenel corso degli ultimi anni: dal 2017 a oggi, infatti, il loro utilizzo è aumentato del 210,9%, che in valore assoluto significa oltre 11 milioni di apparecchi televisivi connessi in più. Un dato che si aggancia perfettamente con quello di un altro studio, l’Annuario 2022 della Tv italiana, realizzato daCeRTAconAuditel, Apa, Sensemakers, Comscore, Nielsen, eMedia Institute. Come ogni anno, oltre a stilare le classifiche dei programmi tv più seguiti, fotografano anche il ilconsumo dei contenuti streamingdella popolazione. Mai come quest’anno si è assistito a unraddoppio del tempo spesoconsumando contenuti audiovisivi e di origine televisiva in streaming. Da 472 milioni di ore del biennio 2019-2020, si è passati a843 milioni di ore per il 2021-2022. Nonostante la platea del pubblico televisivo che segue i programmi in real time si sia ridotta a favore dell’online, però, gli italiani continuano a guardare i format TV in streaming. Ma solo in alcuni casi. A tenere alta la soglia dell’interesse del pubblico sono perlopiù ireality e le fiction. Queste ultime si inseriscono perfettamente neltipo di consumo “classico”,mentre dall’altro lato si guardano con interesse le dinamiche interne a programmi come “Amici” (visto per ben 2 miliardi di minuti) e “GFVip” (1,2 miliardi di minuti) che si sviluppano secondo generi televisivi diversi, ma incontrano spesso il favore del pubblico grazie proprio alla componente personale e intima dei concorrenti. Quasi nulla è, invece, la popolarità in modalità streaming di quei format pensati e realizzati per il classico fruitore di TV. Tra questi, nelle prime nove posizioni è presente solo “Le Iene”. Mettendo insieme i pezzi, nell’ultimo anno abbiamo assistito a unaumento considerevole degli schermi digitaliall’interno delle case degli italiani e questo ha portato anche a un maggiore uso del mezzo televisivo che si è espanso ed evoluto, rimanendo una risorsa fondamentale per l’intera famiglia. Ma, come abbiamo visto dai dati emersi, a essere popolarion demandsono soprattutto i programmi chegenerano intrattenimento. L’aumento nell’acquisto degli schermi, quindi, è forse direttamente proporzionale alla voglia di slegarci dai problemi quotidiani e dedicarci unicamente a noi stessi?