Lavoro: il 43% delle donne è inattivo

Ieri è stato presentato ilGender Policies Report2022.La responsabile del gruppo di ricerca Prospettive di genere nel mercato del lavoro e nelle politiche pubbliche (Inapp), Monica Esposito, ha introdotto il nuovo Report per «intercettare il cambiamento einvestire nella parità».Ad intervenire all’Auditorium Inapp sono state le voci di Barbara De Micheli, dellaFondazione Giacomo Brodolini, Maurizio Mosca, esperto in Politiche di genere, Azzurra Rinaldi, economista e fondatrice diEquonomics, e Micaela Vitaletti, docente dell’Università degli studi di Teramo. Dopo i faticosi anni della pandemia, il 2022 sembrava presentarsi come l’anno della ripresa, tuttavia il conflitto russo-ucraino ha gettato nuovamente il globo in una crisi non indifferente. Queste situazioni di disagio economico e sociale vanno ad ampliare ildivario di genere, ormai, radicato nelle diverse società. Le sfide da dover affrontare sono molte: le istituzioni internazionali ed europee si sono poste diversi obiettivi verso i quali investire le loro risorse e puntare per un miglioramento complessivo. L’obiettivo dellaparità di genereè all’ordine del giorno in ciascun programma degli organismi internazionali: in ognuno di essi viene descritto lo scenario nazionale individuandone gli elementi critici e le diverse problematiche da superare. Alla radice, secondo l’Oxfam, Oxford Committee for Famine Relief, vi è il fatto che il sistema economico attuale è il maggior produttore di disuguaglianze. Dalle notizie riportate dall’Onu si può osservare come nel 2022, nonostante un’importante dinamica di ripresa, lapartecipazione delle donne alla forza lavoroè rimasta al di sotto dei livelli pre-pandemici in 169 Paesi, passandodal 51,8% del 2019 al 50,8% attuale. Durante il periodo di Covid-19, hannoperso un reddito di 800 miliardi di dollarie sono così aumentate il numero di donne e ragazze che vivono in condizioni di povertà (383 milioni) rispetto al numero di uomini (368 milioni). IlGender Policies Report 2022è suddiviso in 10 capitoli; partendo dalla partecipazione degli uomini e le donne nel mercato del lavoro per poi eseguire un bilancio di genere, mettendolo a confronto con il passato e inserendolo in una prospettiva futura. Tra i dati più rilevanti del report, notiamo come asettembre 2022i tassi dioccupazionedi uomini e donne sono ancora distanti(69,5% uomini e 51,4% donne), con un gap di genere pari al 18%; i tassi didisoccupazionedelle donne sono al9,2%mentre per gli uomini sono al 6,8%. La percentuale femminile delle persone inattive raggiunge il 43,3% contro il 25,3% degli uomini. L’inattività appare una questione profondamente legata al problema dellacura familiare, problema che sembra coinvolgere quasi esclusivamente le donne. La questione della gestione della cura familiare condiziona, ulteriormente, la flessibilità degli orari di lavoro e degli orari anti sociali. Secondo il rapporto, questi elementi possono agire in maniera significativa sulle modalità con cui si partecipa al lavoro, determinandoripercussioni su occupazione, salari, produttività,benesseree non da ultimo sulla possibilità di conciliare i tempi di lavoro con quelli della vita privata. Segue nel report l’analisi dei dati Inps volta a esaminare l’andamento deicontratti attivatinel primo semestre 2022. Lo scenario evocato è caratterizzato da debolezza contrattuale eprecarietà. Il mondo del lavoro che spetta alle donne è un mondo al quale non viene lasciato margine di crescita, in cui il regime orario è ridotto e di conseguenza il reddito. Nel primo semestre dell’anno risultano attivati 4.269.179 contratti, di cui solo il 41,5% di essi è riservato alle donne. Tuttavia, continua l’esclusività femminile del lavoropart-time. Risulta evidente come il primo contratto di ingresso al lavoro, che spetta alle donne, è di tipo parziale. Pertanto, su tutti i contratti attivati a donne il49% è a tempo parziale. Negli ultimi capitoli, il rapporto si sofferma sul ruolo che ilPnrrpuò giocare nel miglioramento della parità di genere. Il Piano mira infatti al potenziamento delle condizioni lavorative femminile e all’irrobustimento dei sistemi di servizi di cura. Il mondo del lavoro è sicuramente uno dei principali campi dove le istituzioni devono intervenire per ridurre il divario di genere. La forza lavoro delle donne è un potenziale che va sfruttato e, soprattutto, riqualificato. Secondo ilGlobal Gender Gap Reportci vorranno132 anni per colmare il divario di genere.Ma per raggiungere l’obiettivo è necessario muoversi da adesso. I piani e i progetti proposti dalle istituzioni nazionali e internazionali sono solo il primo passo verso il raggiungimento della piena parità.