L’Olanda ha chiesto scusa per la schiavitù

L’Olanda ha chiesto scusa per la schiavitù

 

«Il libro della nostra storia condivisa contiene tante pagine di costernazione,orrore e profonda vergogna». Con queste parole il primo ministroMark Rutteha presentato scuse formali per il ruolo che il suo Paese ha avuto per secoli nelpreservare e trarre profitto dalla schiavitù. Nel suo discorso all’Archivio Nazionale dell’Aiail leader del Partito del Popolo per la Libertà e la Democrazia ha aggiunto che questepagine oscure non possono essere cancellateda semplici scuse. Parlando a nome del governo olandese Rutte ha preso posizione contro quello che ha definito un «crimine contro l’umanità» commesso dal suo Paese. Il premier ha inoltre espresso le sue scuse verso gli uomini e le donne ridotte in schiavitù everso i loro discendenti.Parole che arrivano in concomitanza con lamissionedi alcuni ministri in sette ex colonie dei Paesi Bassi (Bonaire, Sint Maarten, Aruba, Curaçao, Saba e Sint Eustatius, Suriname) e che dovrebbero aprire un confronto anche con le popolazioni locali. A questo scopo il governo istituirà unfondo speciale per un museo della schiavitùe per la promozione di iniziative sulla memoria storica. Negli scorsi mesi il dibattito e lepressioni sull’esigenza di un atto di scuse ufficialierano cresciuti sia in parlamento che in alcuni comuni. I sindaci diAmsterdam, Rotterdam, L’Aia e Utrecht si sono scusati a nome delle istituzioni per il loro ruolo nella tratta degli schiavi, e la stessa cosa ha fatto anche la Banca Centrale olandese. Nonostante le scuse fossero molto attese gliattivisti hanno espresso la loro insoddisfazioneper le modalità con cui sono state presentate. La scorsa settimanasi erano rivolti al tribunaleper far valere le loro ragioni, ma senza ottenere successo. Avrebbero preferito la data simbolica del1° luglio 2023, 150esimo anniversario dell’abolizione della schiavitù in Olanda, e che a pronunciarle fosse ilreWillem-Alexander. Il mese scorso, quando l’opinione pubblica olandese era venuta a conoscenza dell’intenzione del governo di presentare le proprie scuse, diversi gruppi avevanocriticatol’iniziativa troppo frettolosae la mancanza di un confronto con le popolazioni delle ex colonie o dei discendenti degli schiavi. Il premier Rutte ha commentato ammettendo ladifficoltà di agire senza scontentare nessuno, affermando però che questo non poteva essere un pretesto per non prendere posizione. «Dobbiamo andare avanti e affrontare questa difficile conversazione sul passato schiavista», ha affermato. In passato Ruttenon era stato così fermo nel condannare i criminicommessi dall’Olanda. Al contrario,aveva rifiutatola proposta di un atto di scuse lanciata nel 2020 da alcuni partiti. Il premier l’aveva giudicata un’iniziativa troppo divisiva e aveva sollevato dubbi sulla responsabilità dei contemporanei su fatti accaduti in passato. Nel discorso Rutte ha ammesso diaver cambiato ideaanche in ragione deglieffetti a lungo termine del periodo coloniale, che hanno consolidato «stereotipi razzisti, modelli discriminatori di esclusione eineguaglianzesociali». Lo stato olandese deve fare i conti con un passato coloniale e schiavista di 250 anni, in cui si stima chealmeno600.000 personeprovenienti dall’Africa e dall’Asia siano statedeportate e sfruttate. Una cifra che rappresenta circa il5%dei 12 milioni di persone ridotte in schiavitù dagli europei tra il diciassettesimo e il diciannovesimo secolo.