Unboxing Colombo

 

L’11 dicembre la città diFiladelfiain Pennsylvania, Stati Uniti, ha rimosso il box che da due anni celava la statua diCristoforo Colomboeretta inpiazza Marconinel quartiere di South Philadelphia. A stabilirlo, il 7 dicembre, è stata una sentenza dellaCommonwealth Court, una delle due corti d’appello previste nell’ordinamento giuridico dello Stato americano. La cassa di compensato,dipintain un secondo momento con icolori della bandiera italiana, ha ospitato la statua dell’esploratore genovese per due anni in seguito a una disputa nata nel 2020, quando il sindaco di FiladelfiaJim Kenneyne chiese la rimozione sull’onda delle proteste antirazziste scoppiate dopo la morte diGeorge Floyd, il cittadino afroamericano ucciso dalla polizia di Minneapolis il 25 maggio dello stesso anno. Colombo, come noto, non gode di consenso unanime. Celebrato dagli immigrati di origine italiana e irlandese, una parte dei cittadini americani lo ritiene in sostanza, non senzaragioni, uncolonizzatorebianco responsabile delgenocidio delle popolazioni indigene. Un dibattitto che prosegue da decenni – al punto che diverse città hanno sostituito ilColumbus Dayistituito come festa nazionale nel 1934 con laGiornata dei popoli indigeni–, e che dopo l’inasprirsi delle tensioni del 2020 ha visto l’iconografia del conquistatore bersagliata da atti divandalismoerimozionein diverse città delle Americhe. «Lo stato di diritto conta ancora», ha dichiarato l’avvocatoGeorge Bochettoche rappresenta i sostenitori della statua, dichiarandosi «felicissimo che non siamo una società governata da mafie dellacancel culturee che tutti i gruppi etnici possono proteggere e onorare con orgoglio le loro diverse eredità». Sul fronte opposto il portavoce della città di Filadelfia,Kevin Lessard, ha affermato chela città è «molto delusa» dalla sentenzadella Corte. «Continuiamo a credere che la statua di Cristoforo Colombo, che è stata fonte di polemiche a Filadelfia – ha aggiunto –dovrebbe essere rimossadalla sua attuale posizione».