Spazio: arrivano i robot a darci una mano

Un nuovorobotin grado diaffiancare,e in alcuni casi sostituire, i membri degliequipaggi delle missioni spazialiorbitali nelle attività di manutenzione e monitoraggio delle strutture esterne, per alleviarne lo stress e diminuire i rischi. È quanto stanno mettendo a puntoEnea(Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), che opera sotto il cappello del Ministero della Transizione ecologica, insieme all’Università degli Studi di Roma Tor Vergatanell’ambito del progetto biennaleTORVEastro, finanziato dalla Regione Lazio tramite la società Lazio Innova. Il progetto parte da un brevetto del professor Marco Ceccarelli del laboratorio di Robotica e meccatronica del dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Tor Vergata, mentre per Enea sono coinvolti i ricercatori del laboratorio di Robotica e intelligenza artificiale del dipartimento di Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili. «Le innovazioni del robotTORVEastrorisiedono nel suo corpo centrale, che contiene iservomotoria cui sono connessi degliarti che possano funzionare all’occorrenza come braccia o gambe, e nelle soluzioni adottate mediante cavi che agiscono come tendini per trasmettere l’azione dall’interno del corpo agli arti», ha spiegato Ceccarelli, responsabile scientifico del progetto. «Nella progettazione meccanica del robot è stato necessario tener conto delle caratteristiche dell’ambiente spaziale, come le notevoliescursioni termiche, gli elevati livelli diradiazioni cosmiche, l’assenza di atmosferae le collisioni con i detriti spaziali», ha aggiunto il ricercatore Marco Paoloni, referente del progetto per Enea. Durante le attività svolte all’esterno della stazione orbitante, astronauti eastronautesi espongono a rischi come la presenza della cosiddetta “spazzatura spaziale”, costituita da detriti orbitali che, muovendosi ad alte velocità, possonoperforare le tute spaziali. «L’impiego di un robot può essere risolutivo in questi casi, anche perevitare il rischio di malfunzionamentodegli apparati di sopravvivenza presenti nelle tute», sottolinea Paoloni. Il progetto, inoltre, si focalizza sulla precisione della lavorazione degli elementi meccanici e la robustezza delsoftware di controllo. «Proprio per quest’ultimo, come Enea, ci siamo occupati nello specifico di implementare glialgoritmiche permettano agli arti del robot di svolgere in modo coordinato i loro compiti», conclude Paoloni.TORVEastrosarà illustrato nei dettagli nel corso dell’evento finale del progetto ad aprile 2023.