Le nuove regole del governo per le Ong

Le nuove regole del governo per le Ong

 

Il Consiglio dei ministri che si è riunito nel tardo pomeriggio di oggi, 28 dicembre, a Palazzo Chigi, ha dato il via libera alnuovo decretosui migranti, con regole più stringenti per le Ong e i soccorsi in mare. Il governo Meloni, che nei giorni scorsi si era concentrato sullaLegge di Bilancio, ha approvato il dl migranti intorno alle 20. Dopo lo stop alle Ong, gli “sbarchi selettivi” e le liti con la Francia sulla gestione degli arrivi via mare,il governo era pronto a varare il decreto sicurezza contenenteun codice di condotta per laflotta civile. Si tratta diregole rivolte alle navi di salvataggio e ai loro equipaggi che effettuano il soccorso in mare, anticipate dalla bozza predisposta dal ministro dell’InternoMatteo Piantedosie circolata prima della stesura definitiva. Non sono previsti nuovi reati penali per le Ong, ma sanzioni amministrative: se le navi umanitarie non rispetteranno le norme,il comandantedovrà pagare multe da 10.000 fino a 50.000 euro, conil sequestro della nave previsto«per eventuali reiterazioni di condotte non consentite per le navi che non dovessero rispettare il codice di condotta e provassero a entrare in acque italiane senza l’autorizzazione che verrà rilasciata in via temporanea solo a chi rispetta le regole». La responsabilità solidale, poi, «si estende all’armatore e al proprietario della nave». Se il comandante della nave non fornirà le informazioni richieste dalle autorità competenti, dovrà pagare una somma da 2.000 a 10.000 euro, con possibilità difermo amministrativo di venti giorni per la nave. Le modalità di ricerca e soccorso non dovranno «aggravare situazioni di pericolo a bordo né impedire diraggiungere tempestivamente il porto di sbarco», la cui assegnazione deve essere richiesta all’Autorità Sar competente, dunque all’Italia nel caso di acque italiane, e raggiunto «senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso». Il soccorso dei naufraghi si concluderà con lo sbarco immediato nel porto indicato dal Viminale. Nel caso di «operazioni di soccorso plurime», non concessea meno che non siano richieste dall’autorità della zona Sar,dovranno essere effettuate in conformità agli obblighi di notifica e non compromettere l’obbligo di raggiungimento, senza ritardo, del porto di sbarco. Le navi dovranno comunicare immediatamente l’operazione di soccorso al centro di coordinamento competente per il soccorso marittimo e responsabile dell’area in cui si svolge l’intervento e anche «allo Stato bandiera». Il nuovo regolamento prevede che «il transito e la sosta in territorio nazionale sono comunque garantiti ai soli fini diassicurare il soccorso e l’assistenza a terra delle persone prese a bordoa tutela della loro incolumità». Le navi che effettuano «in via non occasionale attività di ricerca e soccorso in mare» devono rispettare una serie di requisiti, tra cui quelli di idoneità tecnico-nautica alla sicurezza della navigazione nelle acque territoriali. Le imbarcazioni dovranno fornire alle autorità per la ricerca e il soccorso in mare italiane le informazioni richieste per acquisire «elementi relativi alla ricostruzione dettagliata delle fasi dell’operazione di soccorso effettuata». Itrasferimenti dimigrantida un’imbarcazione all’altrasarannorigorosamente vietati. Per quanto riguarda i naufraghi a bordo, il comandante dovrà «avviare iniziative» per informarli fin da subito della possibilità di attivare la procedura di protezione internazionale, cosa di cuisi dovrà fare carico il Paese di bandiera della nave che ha effettuato il salvataggio. Molti Paesi hanno già espresso contrarietà su questo punto. Queste novità, secondo il governo,dovrebbero velocizzare i collocamenti. Con l’obiettivo di favorire l’immigrazione legale, il nuovo codice prevede delle semplificazioni per richiedere il permesso di soggiorno a chi arriva in Italia con il decreto flussi, che sarà dotato di un nulla osta temporaneo prima della verifica dei requisiti. Oggi pomeriggioil ministro per i Rapporti con il Parlamento eesponente di FdiLuca Cirianisi era espresso sull’argomento durante una trasmissione televisiva: «L’Italia non può essere il terminale di tutta l’immigrazione che arriva dal Nord Africa: non può farlo e non è giusto che lo faccia», aveva detto. «E le Ong non possono agire in maniera indiscriminata e senza regole».