Per chi ama le tinte forti: noir e gialli basati su storie vere

Per chi ama le tinte forti: noir e gialli basati su storie vere

 

Ilibrici conducono nel mondo della fantasia, dele se?Del resto, come diceva Umberto Eco «Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5.000 anni». A volte peròle storie raccontate non sono immaginarieo ipotetiche ma concrete. Alcune narrano vite straordinarie, altre eventi eccezionali che hanno incrociato esistenze banali, altre ancora sono testimonianze incredibili – anche se talvolta terribili – di quanto l’umano sia in grado di rompere i limiti che immaginiamo esistere per la nostra specie. Oggi ti consigliamo3 librida leggeresu storie vere:3 diversi romanzi o non fiction che raccontano eventi realmente accaduti; 3delitticiascuno eccezionale nella sua drammaticità, ma che, allo stesso tempo, indagano a fondo la natura dell’essere umano. 1.Una stanza piena di gente,Daniel Keyes, Nord, 2009, 19€, 544 pp. Nel 1977Billy Milliganviene arrestato per aver violentato e ucciso 3studentesse.Interrogato, non nega nemmeno le accuse, semplicemente afferma di non ricordare e di essere dispiaciuto. Soprattutto, però, di interrogatorio in interrogatorio sembra una persona diversa. E lo è. Parlando con avvocati e specialisti, emerge non solo un disturbo da personalità multipla ma un caso particolarmente straordinario: in Billy, infatti,convivono ben 24 personalità– 23 più una che le riassume tutteIl Maestro– diversissime tra loro per età, nazionalità, genere e capacità: Ragen ha 23 anni ed è iugoslavo, Arthur, 22 anni, è un londinese che studia medicina e conosce l’arabo, Tommy ha 16 anni ed è un maestro della fuga. E questi sono solo piccoli esempi. L’enorme varietà delle personalità di Billy non è l’unico aspetto incredibile: tutte loro infatti,si erano date 5 regole da rispettare, cercando anche di tutelare Billy da quelle pericolose per lui e per le altre persone – detti gli indesiderabili – impedendogli di prendere il controllo, mettendosi sotto un immaginario raggio di luce in mezzo a una stanza buia al margine della quale stavano tutti gli altri. Se la storia ti ricorda quella diSplit, il film conJames McAvoydel 2016, è perché la pellicola è ispirata proprio all’incredibile vita – o vite? – di Billy Milligan. Una vita che Keyes ricostruisce dettagliatamente proprio a partire daicolloqui e gli interrogatoriche hanno permesso di farla venire alla luce. 2.La città dei vivi,Nicola Lagioia, 22€, 472 pp. Il libro diLagioia- in cui risuonano le pagine della prima non fiction che ha indagato un delitto realmente accaduto,A sangue freddodi Truman Capote – racconta la vera storia di quello che è passato agli onori delle cronache come ildelitto Varani. Nella notte tra venerdì 4 e sabato 5 marzo 2016, il 23enneLuca Varaniviene torturato euccisoin un appartamento di via Igino Giordani, aRoma, da Marco Prato e Manuel Foffo, al termine di una chiusa, un festino a base disesso, alcol e droga durato 3 giorni finito con la decisione di trovare qualcuno a cui «fare del male». Lagioianon solo ricostruisce con dettagli accuratissimi quello che è uno dei casi di cronaca più sconvolgenti degli ultimi anni, proprio per lagratuità della crudeltàche lo ha caratterizzato. Fa molto di più, riflettendo su una questione viscerale e complessa, domandandosi: tutti abbiamo paura di diventare le vittime, ma quanti di noi temono di potersi trasformare nel carnefice? 3.L’Avversario, Emmanuel Carrère, Adelphi, 2013, 17€, 169 pp. La stampa adora incensare i casi dilaureati e professionisti da record– quello diCarlotta Rossignoliè solo l’ultimo di un fin troppo lungo elenco – ma ama molto meno raccontare le vite (o, spesso, le morti) di chi da questa narrazione tossica della performatività viene colpito, a volte in maniera irreparabile. Quella protagonista deL’Avversarioè una di queste storie, scritta anni prima che i social facessero da cassa di risonanza alla retorica del successo a ogni costo.Carrèrela racconta partendo – come Capoteaveva fatto nel 1967 – dalle conversazioni avuta con Jean-Claude Romand, condannato all’ergastolo per aver ucciso, il 9 gennaio 1993, la moglie, i figli e i genitori. L’efferatezza del delitto commesso da Romand, però, non è l’aspetto che più colpisce della sua vicenda ma è piuttosto, il movente a conturbare e intrigare i lettori. L’inchiesta, infatti, ha rivelato chenon era affatto laureato in medicina né un dottore come sosteneva e come tutte le persone vicino a lui credevano. Non solo: la menzogna in cui ha vissuto per 18 anni non nascondeva una doppia vita segreta. Era una bugia e basta e sul punto di essere scoperto, ha preferito sopprimere le persone di cui non sarebbe riuscito a sopportare lo sguardo.