Stage o sfruttamento?

Il mondo del lavoro nel nostro Paese è costellato più che mai da incroci tortuosi e voragini lungo il cammino. Lo stage rappresenta per molti giovani italiani, unpercorso faticoso e malpagatoche fornisce maggiori spunti di ribellione piuttosto che di riflessione. Il tirocinio si sostanzia in un contratto di lavoro formale che non garantisce i fondamenti minimi di un qualsiasi welfare aziendale. La persona che svolge il tirocinio si trova quindi in unaposizione di totale sudditanza. Le ragioni principali per cui si svolge uno stage sono sostanzialmente due: come opportunità all’interno del propriopercorso formativoe come mezzo perentrare attivamente in un’aziendao in una società a seconda di quali siano le proprie preferenze. Allo stesso tempo, lo stage creerebbe l’occasione perimplementare le proprie competenzein un settore di interesse al fine di iniziare al meglio la propria carriera lavorativa. Il tirocinio si divide incurricolare,attivato tra l’università o un altro ente e un’eventuale azienda, eextra-curricolare. Secondo la normativa italiana,quest’ultimo deve essere retribuito, ma il livello minimo di retribuzione può variare da regione a regione. Il problema riscontrato è che spesso in seguito a determinati mesi di tirocinio e a un percorso di formazione guidato da un tutor,non seguano l’assunzione e l’aumento di stipendiocon tutte le garanzie che lo stesso include. I tirocini vengono quindi utilizzati come strumento perpagare poco o non pagare affattoi lavoratori, limitando al minimo i costi e non apportando nessun miglioramento economico e lavorativo ai tirocinanti stessi. Approfondiamo dunque il contesto del nostro paese. Al di là di ogni aspettativa, ilTrentino Alto-Adige risulta la regione italiana con il più basso livellodi retribuzione minima per tirocini(300euro). Friuli-Venezia Giulia, Molise, Calabria e Marche si attestano a 400 euro, seguiti subito dopo con la cifra di 450 euro, dalle regioni Veneto, Puglia, Umbria ed Emilia-Romagna. 500 euro sono il tetto minimo per Sicilia, Campania, Lombardia, Toscana e Liguria; 550 per l’Abbruzzo. Arriviamo dunque ai primi posti in classifica. Le regioni che forniscono unreddito minimo maggiore per stage extra-curriculari sono Piemonte, Valle d’Aosta, Sardegna e Basilicataattestandosi sui 600 euro. Medaglia d’oro per la regione Lazio, che presenta una retribuzione minima pari a800euro per uno stage. Nello specifico, le novità della direttiva approvata dalla Regione Lazio sonoin vigore dal primo ottobre 2017e includono una riduzione dello stage a unadurata di sei mesi massimo. Nella regione, il compenso minimo era già stato alzato a 400 euro nel 2013, in contrapposizione con le altre regioni italiane. Qual è invece lasituazione nel resto d’Europa? Secondo degli studi svolti nel 2018, lesette mete più attrattiveper i giovani tirocinanti all’estero sarebbero Copenaghen, Vienna, Berlino, Gand, Manchester, Strasburgo, Faro, Huelva e Dublino. Ma andiamo nello specifico, prendendo il caso di due grandi città comeCopenaghene Berlino. La capitale danese è una delle mete turistiche più costose della Scandinavia presentando allo stesso tempo, degli ottimi stipendi e sussidi per lavoratori. Questi ultimi si attestano infatti tra i più alti d’Europa. Gli stipendi medi per untirocinio extra-curriculare si aggirano tra i 550 e i 1100 euro, in base all’azienda o società in cui il tirocinio stesso viene svolto. Rimangono però piuttosto alti anche gli affitti, considerando una stanza dal costo di 500-600 euro. Maggiormente conveniente è inveceBerlino,città giovane, moderna e dinamica. La paga minima per uno stage si aggira intorno agli8,50 euro l’ora, presentando un affitto piuttosto accessibile, attestandosi sui 250-300 euro. La questioneaffittirisulta infatti cruciale nello svolgimento di un tirocinio in quanto spesso rappresenta un ulteriore problematica, soprattutto nel nostro Paese che presenta in città come Milano, Torino, Firenze e Roma, costi di affitto alti in confronto a tirocini mal remunerati. Perché non ci berlinizziamo?