La Sanremo dei figli d’arte. Belli e bravi

La Sanremo dei figli d’arte. Belli e bravi

 

Per gli italiani si sa, la famiglia è sacra, la mamma (ma anche il papà) è sempre lamammae ilFestival di Sanremoè un’istituzione, anche per chi non ammette di guardarlo. Sarà a causa di tutte queste ragioni o forse perché nel nostro Paese pure ilnepotismosi piazza bene nella classifica dei capisaldi, fatto sta che, scorrendo la lista dei cantanti in gara,nella prossima edizione della kermesse canora, un particolare salta subito all’occhio: la presenza di un paio difigli d’arte. A dire la verità, uno sguardo distratto potrebbe notarne solo uno,Leo Gassmann,figlio diAlessandroe nipote diVittorio, che torna all’Ariston con un intero albero genealogico sulle spalle, dopo laprima esperienza che nel 2020gli valse la vittoria nella categoria nuove proposte. Tra i nomi nuovi, molti dei quali sconosciuti a boomer e millenials, compare però un insospettabileLDA, nome d’arte diLuca D’Alessio, figlio di Gigi.Classe 2003, è reduce dall’ultima edizione diAmicie, nonostante cotanto padre, non sembra voler sfruttare troppo, almeno a livello mediatico, una parentela sicuramente non di poco conto e pronta già a farsi sentire. Ha già ricevuto una pioggia di like, infatti, ilpostdedica di D’Alessio senior pubblicato dopo l’ufficialità della partecipazione a Sanremo dell’erede designato. Leo e Luca, due giovanipromesse dellamusicache, seppur preceduti da cognomi ingombranti, hanno già iniziato a camminare con le loro gambe, inanellando alcuni brani di successo e facendo breccia nel cuore di molte coetanee. Bravi, belli e in ottima compagnia, visto che non sono certo stati loro a inaugurare latradizione dei figlidi sul palco sanremese. La lista è lunga e costellata per lo più da meteore della musica, comeMarco Morandi figlio di Gianni,in gara nel 1998 con la band Percentonetto e poi in solitaria nel 2002; oManuela Villa figlia di Claudio, nel 1994. Presente all’appello per ben 4 volteIrene Fornaciari erede di Zucchero, della kermesse nel 2009 (nuove proposte), 2010, 2012 e 2018. Menzione speciale per ifigli dei Pooh. Se in tanti ricordano la breve quanto (in)dimenticabile carriera diFrancesco Facchinetti figlio di Roby, a Sanremo nel 2004 e nel 2005, siamo pronti a scommettere che ai più sia sfuggita quella diChiara Canzian, cui il padre è Red, batterista del gruppo. Quando si parla di figli di a Sanremo impossibile però non citare quella che è passata alla storia come forse l’edizione peggio presentata del Festival: la 39°. Siamo nel 1989 e a introdurre i cantanti in gara ci sono Rosita Celentano (figlia di Adriano), Paola Dominguín (figlia del torero Luis Miguel Dominguín e dell’attrice Lucia Bosè), Danny Quinn (figlio dell’attore Anthony Quinn) e Gianmarco Tognazzi (figlio di Ugo). In quell’esperimento grottesco, la parentela era stata non un caso ma una scelta deliberata, forse voluta per suscitare un effetto simpatia trasformatosi in realtà in unflop clamoroso, costellato di gaffes, sbagli di tempi e chi più ne ha più ne metta. Non contenta la famiglia Celentano ha arricchito la sua presenza all’Ariston con un altro membro: Rosalinda, sorella di Rosita, in gara come cantante l’anno successivo. In questa girandola di passaggi di testimoni musicali non perdere il filo ècomplicato quanto, purtroppo,smarcarsi dall’ombra di genitori così famosi, spesso spettatori silenziosi ma comunque presenti, con la loro storia e il loro blasone. In passato pochi, per non dire nessuno,ci sono riusciti, se non abbracciando carriere lontane dal microfono come nel caso di Francesco Facchinetti. Ma le premesse perchéLeo Gassman e LDApossano tracciare strade tutte loro sembrano esserci. Per scoprirlo non ci resta che attendere martedì 7 febbraio, quando si alzerà il sipario dell’Ariston per la 73° edizione del Festival di Sanremo.