Come possiamo combattere la deforestazione?

«Laforestaè ancora un po’ di paradiso perduto. Dio non ha voluto che il primo giardino fosse cancellato dal primo peccato». Così scriveva Marcel Aymé, autore francese del Novecento, nonché una delle personalità più significative e originali della cultura occidentale del secolo scorso. La foresta, così incantevole e così misteriosa. Una piccola parte di«paradiso perduto», appunto. Un paradiso che però oggil’uomo, giorno dopo giorno, sta distruggendo. Ed ecco che la particolare atmosfera raccontata da Aymé viene rovinata dalla triste realtà. Sono infatti ben420 i milioni di ettari diforestache, secondo laFao,l’organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura, sono andatiperdutiin tutto il mondo tra il 1990 e il 2020. Quasi14 volte l’area dell’Italia. Lo rivela il rapportoGlobal forest resource assessment, il quale indica però anche che il tasso dideforestazioneha subito una certa frenata nel decennio 2010-2020. È stato di 4,7 milioni di ettari annui il calo in quel periodo. Un numero, tutto sommato, minore rispetto a prima, ma non per questo meno preoccupante. Questa la situazione in generale. Cosa possiamo dire invece riguardo allo stato delleforeste in Italia? La deforestazione in Italia Anche nel nostro Paese, ladeforestazionenon è assolutamente un fenomeno da sottovalutare. L’estate del 2022 – cheè entrata nellatop tendelle estati più calde della storia – con le sue temperature elevate e la sua siccità ha portato a conseguenze devastanti per la terra. Ma già da prima le foreste stavano attraversando un«momento difficile». Il deperimento di queste – e quindi ladeforestazione– vanno avanti da tempo. In Italia le prime a essere colpite sono statele querce(cerro, roverella, farnetto e farnia). Sono, da anni, segnalati casi lungo tutta la penisola. C’è poi un’area in particolare che, a partire dagli anni 2000, ha iniziato a destare preoccupazione: laPianura Padana. Deforestazione in Italia: dove Secondo una ricerca diConfagricoltura, la Regione con la più alta percentuale di superficie forestale è la Liguria (73%). In seconda posizione c’è il Trentino-Alto Adige (58%), poi la Toscana (52%). Fuori dal podio invece la Sardegna, al quarto posto (51,5%). Il fenomeno delladeforestazioneperò non risparmia nessuno. Se da una parte è vero che gli alberi continuano a crescere da Nord a Sud della nostra penisola, dall’altra si sente parlare spesso – soprattutto in estate – di incendi, mancanza di acqua e proliferazione di batteri che provocano appunto questo triste fenomeno. Qual è la situazione delle foreste in Italia? Nell’ultimo rapporto di Legambientesi legge che nel 2022«oltre 9 milioni di ettari di foreste e quasi 2 milioni di ettari di altre terre boscate costituiscono il patrimonio forestale nazionale, fatto in prevalenza da arbusteti, boschi di neo-formazione e macchia. Complessivamente, le aree forestali coprono il 36,7% del territorio nazionale, pari a 11.054.458 milioni di ettari». Negli anni, inItalia, recita ancora il report,«gli alberi diminuiscono principalmente sulle coste, nel fondovalle e nelle pianureper far posto a infrastruttureo, al massimo, a nuovi impianti agricoli, a una media di 7.000 ettari l’anno». Gli esperti spiegano al tempo stesso che«lasuperficie forestale italianacomplessiva negli ultimi 80 anni è triplicata, grazie principalmente alla sua espansione naturale sui terreni agricoli e pascolivi abbandonati nelle aree montane e rurali, intorno alle città, negli spazi interstiziali e degradati e periurbani». Tutto sommato dunque, lasituazione delle foreste in Italianon è così drastica come sembra. Purtroppo però anche qui il fenomeno delladeforestazioneminacciacostantemente i nostri territori, i nostri ecosistemi e noi stessi. E la colpa è nostra. Deforestazione nel mondo Il problema della deforestazione minaccia ogni angolo del mondo. Persino laForesta Amazzonica, che, con i suoi 6,7 milioni di km2detiene il record di foresta più grande del mondo,è in pericolo.Lo stesso presidente del Brasile, Luis Iñacio Lula Da Silva, alla Cop27 hadichiarato:«Daremo priorità alla lotta alladeforestazione; rafforzeremo e finanzieremo gli organismi di tutela ambientale, che sono stati smantellati negli ultimi tre anni. Faremo sviluppo e inclusione sociale senza danneggiare la natura». Ma sarà davvero così? Per il momento i dati sono tutt’altro che rassicuranti. E di certo le parole non bastano.Bisogna agire e farlo in fretta.I polmoni verdi del nostro Pianeta, anche a causa dell’inquinamento da noi generato e del conseguente riscaldamento globale, oggi più che mai sono in pericolo. La superficie globaleèricoperta diforesteper circa il 31%. Si tratta, più o meno, di 4 miliardi di ettari. 0,52 a persona. Boschi e foreste, oltre che essere l’habitat naturale di gran parte della fauna selvatica, sono anche i più grandi assorbitori di CO2al mondo. Chiarissima è quindi l’importanza che hanno e il ruolo che rappresentano. Ogni anno però, nel mondospariscono diversi milioni di ettari di verde. Brasile, Congo e Indonesia sono i Paesi che hanno registrato, nell’ultimo decennio, il più alto tasso dideforestazione. A seguire Angola, Tanzania, Paraguay, Myanmar, Cambogia, Bolivia e Mozambico. Dall’altra parte invece – con alcune sorprese – Cina, Australia, India, Cile, Vietnam, Turchia, Stati Uniti d’America, Francia, Italia e Romania. Queste nazioni hanno registrato, al contrario, un aumento complessivo diforestein dieci anni. Deforestazione: quali sono le cause L’agricoltura industriale e non sostenibile, lo smisurato taglio degli alberi, gli incendi, l’urbanizzazione, il cambiamento climatico e lo sfruttamento eccesivo delle risorse sono solo alcune dellecauseche provocano ladeforestazione in Italia e nel mondo. Ma non è finita qui. Ci sono anche deiprodotti che noi consumiamoogni giorno che concorrono al degrado forestale. Quali sono? A fornirci una risposta è lavalutazione d’impatto della Commissione europea. I principali prodotti importati nell’Ue con provenienza da terreni disboscati sono, in ordine: olio di palma (34%), soia (32,8%), legno (8,6%), cacao (7,5%), caffè (7%), gomma (3,4%) e mais (1,6%). Ebbene sì, consumare cibi o prodotti contenenti queste materie accresce il fenomeno della deforestazione. Qual è la principale causa di deforestazione? Laprincipale causa di deforestazioneè, in generale, la conversione delle foreste in terreni coltivati. In particolare, gli esperti puntano il dito contro l’agricoltura intensivache produce olio di palma e semi di soia. Rimedi alla deforestazione Vediamo infine quali posso essere irimedi alla deforestazione. Prima di tutto è bene partire da una considerazione: per invertire la rotta esalvare le foresteun cambiamento radicale nel modo in cuiproduciamo e consumiamo il cibo. Inoltre, secondo la Fao,«è necessario conservare e gestire foreste e alberi con un approccio che integri il paesaggio e rimediare ai danni finora causati». Qu Dongyu, direttore generale della Fao, ha detto chiaramente:«Le foreste sono i nostripartner chiaveper il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030». Dunque «i leader globali devono ascoltare il messaggio che foreste e alberi sono vitali per la ripresa verde e la costruzione di economie e società più resilienti». In che modo allora dobbiamo comportarci? Promuovendo l’agricolturabiologica e sostenibile, riducendo il consumo dicarnee di prodotti che causanodeforestazionee disboscamento, supportando progetti di riforestazione e adottando uno stile di vita più ecologico egreen.