Cosa sono i fringe benefits?

 

Ifringe benefits, letteralmente benefici marginali, rappresentano un importante strumento aziendale capace di sostenere i lavoratori e di aumentarne la motivazione. Utilizzati da numerose aziende, si presentano come un’aggiunta alla retribuzione in busta paga, composta però da beni e servizi. Diverse sono le tipologie di benefits che possono essere emessi dal datore di lavoro: tra i più comuni abbiamo ibuoni pasto, il famoso pacco natale, le polizze assicurative o l’auto aziendale. Ildecreto legge 176/2022, entrato in vigore lo scorso 19 novembre, ha stabilito unnotevole incremento della soglia di benefitsacquisibile dal singolo soggetto. Già innalzati dal decreto 115/2022 a 600 euro, sono stati adessoportati a 3.000 euro. L’obiettivo? Sostenere gli Italiani nell’ondata dicaro energiache sta pesando fortemente sulle spalle dei cittadini. Già vista nel decreto aiuti bis econfermata nel decreto aiuti quaterè, difatti, la possibilità dirimborsare o pagare le utenze domestichecome acqua, gas, energia elettrica di immobili posseduti o detenuti dal dipendente, da suoi coniugi o familiari. L’Agenzia delle Entrate specifica, a tal proposito, ladocumentazione che il lavoratore deve fornireal suo datore per riuscire a usufruire di questa misura: 1. il documento attestante l’utenza domestica pagata; 2. la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, contenente il numero e l’intestatario della fattura, la tipologia di utenza, l’importo pagato, la data e la modalità di pagamento; 3. una seconda dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà nella quale il dipendente attesti di non aver avanzato richieste di rimborso ad altri datori di lavoro. L’innalzamento della soglia a 3.000 euro permette, dunque, diassorbire eventuali eccedenzeper il periodo di imposta del 2022. A questa cifra sono poi da aggiungere i200 euro di buoni acquisto carburanteprevisti dal cosiddetto decreto Ucraina di marzo scorso. Ogni singolo lavoratore potrà quindiottenere dei benefits fino a 3.200 eurocomprendenti servizi e beni. Si tratta comunque di disposizioni chenon hanno carattere obbligatorio, ma che anzi costituiscono un’opportunità per datore e dipendente. Il datore ha infatti la facoltà didecidere autonomamente se e a chi applicare i benefici. Infatti, a poterne godere sono tutti coloro che hanno unrapporto lavorativo da dipendenti, ma anche icollaboratoricoordinati e continuativi, gliamministratorie itirocinanti. Secondo un calcolo dell’associazione per lo sviluppo del lavoro,il risparmio per entrambe le categorie è reale. Se si considera l’erogazione difringe benefitsper un totale di 750 euro (di cui 200 in buoni benzina) e un’aliquota contributiva del 35% (per i redditi tra i 28.000 euro e 50.000 euro), il lavoratore avrà un risparmio leggermente superiore a 260 euro. Allo stesso tempo ancheil regime fiscale del datore di lavoro risulterà avvantaggiatoarrivando a una riduzione del 24% del costo totale deducibile ai fine Ires (imposta sui redditi delle società). Tuttavia, come già accennato,si tratta di misure eccezionaliinserite per contrastare la difficoltà del periodo e che dovranno essere realizzate dai datori di lavoroentro il 12 gennaio 2023. Difatti, nel 2023 si tornerà a un esenzione dalla tassazione e contribuzione per importi non superiori a 258,23 euro, salvo proroghe. Proprio questi tempi così ridotti rendono concreto ilrischio che la misura venga assorbita esclusivamente dalle grandiaziende. Quest’ultime hanno la capacità di aggiornare e modificare velocemente il budget, mentre le piccole e medie imprese (Pmi), di cui è ricco il tessuto imprenditoriale italiano, potranno incontraremaggiori difficoltà nell’attuare la misura.