Cern: contro il tumore sperimenta “l’effetto flash”

Cern: contro il tumore sperimenta “l’effetto flash”

 

Una nuova speranza per combattere i tumori. Arriva da un accordosiglatoil 25 novembre dalCern(Organizzazione europea per la ricerca nucleare) di Ginevra insieme alCentro ospedaliero universitario del Vaud(Chuv) di Losanna, in Svizzera, e alla società tecnologicaTheryq, che fa capo alla divisione sanitaria del gruppo Alcen. Il programma è stato finanziato con25,8 milionidi franchi svizzeri dalla Fondazione Isrec in partnership con la Fondazione Biltema, e prevede la realizzazione di un dispositivo diradioterapia flash, il primo nel suo genere, che utilizzeràelettroni ad altissima energia(Vhee) per trattare tumori resistenti ai trattamenti convenzionali, con effetti collaterali «notevolmente ridotti». Il dispositivo, che conta di essere operativo entro due anni per iniziare iprimi studi clinici nel 2025, utilizzerà fasci di elettroni da 100 a 200 megaelettronvolt (MeV), consentendo di trattaretutti i tipi di tumori fino a una profondità di 20 cmutilizzando la tecnica Flash, che a fronte di una maggiore intensità delle radiazioni ne diminuisce il tempo di esposizione – meno di 100 millisecondi – con un danno minore ai tessuti sani. «Studi preclinici iniziali hanno dimostrato che l’irradiazione a dosi di gran lunga superiori a quelle attualmente utilizzate in contesti clinici, per tempi più brevi di quelli al momento praticati,riduce la tossicità indotta dalle radiazioni mantenendo equivalente l’efficacia nel contrasto al tumore», spiega l’Università di Pisa, che a giugno hainauguratoil progetto di ricerca “Electron Flash Therapy” in collaborazione con Aoup (Azienda ospedaliero universitaria pisana), Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) e Infn (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare). La radioterapia è una delle principali forme di trattamento del cancro, insieme a chemioterapia, chirurgia e immunoterapia. Attualmente,un terzo dei tumori è resistente alla radioterapia convenzionale. È in questo contesto che il capo del dipartimento di radioterapia oncologica del Chuv, il professor Jean Bourhis, e il suo team hanno aperto la strada al metodo della radioterapia Flash. Gli elettroni ad alta energia possono essere focalizzati e orientati in un modoquasi impossibile con i raggi X, e i dispositivi di radioterapia basati sulla tecnologia dell’acceleratore di elettroni del Cern promettono di essere «significativamentepiù compatti e meno costosi» degli attuali dispositivi di terapia basati sui protoni. «La tecnologia Flash rappresentauna vera speranza per aumentare il potenziale di cura dei tumoricon la radioterapia – ha dichiaratoBourhis– e la fase attuale consentirà i primi sviluppi clinici cruciali in questo settore». «Lavoriamo attivamente per trovareapplicazioni delle nostre scoperte al di fuori del dominio della fisica delle particellea beneficio della società in generale», ha affermatoMike Lamont, direttore per gli Acceleratori e la Tecnologia del Cern. «Questa collaborazione dimostra come le tecnologie e le competenze del Cern combinate con solide partnership con esperti in altri campi possono davvero avere un impatto».