Carne sintetica, ancora divisiva

Carne sintetica, ancora divisiva

 

Via libera alla carne sintetica negli Usa. LaFood and Drug Administration(Fda), l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, per la prima volta haautorizzatoil prelievo, da parte dell’azienda californianaUpside Foods, di cellule animali per la produzione di carne ottenuta in laboratorio destinata al consumo. «Il mondo sta vivendouna rivoluzione alimentaree la Food and Drug Administration degli Stati Uniti è impegnata a sostenere l’innovazione nell’approvvigionamento alimentare. Come esempio di tale impegno, oggi annunciamo di aver completato la nostra prima consultazione pre-commerciale diunalimento umano ottenuto da cellule animali coltivate», si legge in unanotadi commento della Fda. È il primo passo di un iter che prevede comeprossime tappel’ispezione dello stabilimento di produzione e del prodotto stesso da parte del Food Safety and Inspection Service (Fsis) in capo al Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (Usda), prima della definitiva immissione sul mercato. «I progressi nella tecnologia delle colture cellulari – prosegue la nota –stanno consentendo agli sviluppatori di alimenti di utilizzarecellule animali ottenute da bestiame, pollame e frutti di marenella produzione di alimenti che dovrebbero essere pronti per il mercato statunitense nel prossimo futuro. «Upside Foods producecarne coltivata. Non è vegana o vegetariana, è deliziosa carne coltivata direttamente da cellule animali», ha affermato il ceo e fondatore dell’aziendaUma Valeti, che in unacampagnascritta in una fantomatica “lingua dei polli” e pubblicata a tutta pagina sul New York Times immagina un futuro in cui «potremmo mangiare tanta carne quanta ne abbiamo sempre mangiata. Mamolti meno animali dovranno soffrireper questo». Il primo Paese ad aprire la strada alla carne sintetica è statoSingaporenel 2020, e i suoisostenitorila presentano come un’alternativa più rispettosa verso gli animali – in quanto contribuirebbe aridurre la macellazione– e una scelta che renderebbepiù sostenibile il sistema alimentare,responsabiledi circa un quarto delle emissioni globali di gas serra, provenienti in larga parte dall’agricoltura animale. Ma qualcuno solleva domande e perplessità. A cominciare dallaColdiretti, che haetichettatoi prodotti alimentari sintetici come “carne Frankenstein” e il 10 novembre halanciatouna raccolta firme per arginare quella che la principale Organizzazione nazionale degli imprenditori agricoli definisce «una pericolosa derivache mette a rischio il futuro dei nostri allevamenti e dell’intera filiera del cibo Made in Italy». Il presidente della ColdirettiEttore Prandiniha parlato di «una precisastrategia delle multinazionaliche con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione». Posizioni che trovano d’accordo il nuovo esecutivo, dalla premierGiorgiaMelonial ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentareFrancescoLollobrigida. A guardare con sospetto la “carne in provetta” è anche l’associazione no-profitSlow Food, che nel 2020 ha realizzato unostudiosul tema intitolato “I sostituti della carne”. «Il rischio evidente – ha dichiaratoBarbara Nappini, presidente di Slow Food Italia – è che il cibo, diventato una commodity, una merce di scambio sui grandi mercati internazionali come tante altre, diventi oggetto di una deriva tecnologica che lo priva di qualunquesignificato culturale, del legame con i territori e con le comunità che ci vivono, con i loro saperi e tradizioni».