8 italianə su 10 vogliono le rinnovabili

8 italianə su 10 vogliono le rinnovabili

 

EngageMinds HUBdell’Università Cattolica, campus di Cremona – il primo centro di ricerca italiano multidisciplinare dedicato allo studio e alla promozione del coinvolgimento attivo delle persone nelle condotte di salute e nei consumi alimentari – ha diffuso i dati raccolti nell’ultimo rilevamento. La ricerca, che è parte di un Monitor continuativo suiconsumi alimentarie sull’engagement sulla salute, si basa su un campione rappresentativo della popolazione di oltre 9.000 persone, e mostra come ə italianə siano effettivamentepreoccupatədai costi energeticicausati dalla guerra in Ucraina. La professoressa Guendalina Graffigna, ordinaria di Psicologia della salute e dei consumi nonché direttrice dell’EngageMinds HUB, sottolinea un dato interessante dovuto alla relazione inversa tra richieste e aspettative. «Se infatti sono ledonne a chiederepiù massicciamente alle istituzioni politiche di investire in fonti energeticherinnovabili, sono sempre le donne del nostro campione checredono meno che questa prospettiva si concretizzerànel nostro Paese. (…) Esattamente l’opposto di quanto abbiamo rilevato tra gli uomini». Sono infatti le donne (82%) insieme agli over 60 (86%) ad auspicare che nel nostro Paese ci sianopiù investimenti pubblici sulle energie rinnovabili, richiesta avanzata comunque da una grande percentuale di italianə (79%). È sorprendente come dallo studio emerga che questa consapevolezza riguardisolo il 67% deəpiù giovani, quelli del target 18-34 anni. Sul fronte energeticoil 40% deəitalianəchiede ai politici di puntare sull’energia nucleareper favorire la transizione energetica dalle fonti fossili. È chiaro che la preoccupazione sia tutta incentrata sui rincari provocati dalla guerra in Ucraina e dunque sulla crisi energetica. Il 72% del campione teme ancora che il conflitto europeo determiniulteriori aumenti di prezzo del gas(a marzo 2022 questa percentuale era pari al 76%) Oltre all’energia, il tema che più preoccupa gli italiani è ilcibo. Ma in questo ambito la preoccupazione sugli approvvigionamenti diminuisce: a marzo il 54% credeva che la guerra sul suolo europeo avrebbe comportato una grave carenza di scorte di cereali, ora a temerlo è il 47% deə intervistatə. Oggi la preoccupazione che coinvolge il 67% deə italianə si concentra sull’aumento continuo della spesa per i beni alimentaridovuta principalmente all’inflazione. Anche in questo casosono soprattutto le donnea temere la crescita dei prezzi in un prossimo futuro (73%), meno gli uomini (60%). Questi dati sono commentati dalla Professoressa che afferma: «Pur se in attenuazione, dopo decenni di situazione pacifica, la sicurezza sull’approvvigionamento alimentare è diventata unelemento di forte preoccupazione nella popolazione italiana.Il nostro Monitor continuativo ha rilevato che il 67% del campione ritiene che l’Italia dovrebbe chiedere con determinazione alle istituzioni europee di rafforzare le politiche a favore della produzione interna dicereali, per diminuire la nostra dipendenza da Paesi terzi».