Polonia, Nato: «Il missile era ucraino ma la colpa non è di Kyiv»

Non accennano a placarsi le estreme tensioni prodotte dal conflitto in corso inUcraina. Nella serata di ieri unmissileha colpitoil villaggio di PrzewodowinPolonia, vicino al confine ucraino, provocando 2 vittime e un incrocio di sospetti e accuse fra i membri della Nato e laRussia, la quale ha drasticamentenegatoil suo coinvolgimento. A causa della gravità dell’accaduto, i leader occidentali si sono riuniti in emergenza perdiscuterne a Bali durante il G20in corso, anche se il presidente americano Joe Biden ha calmato inizialmente gli animi, affermando successivamente che erano probabilmente dei missili della contraerea ucraina. Cosa ribadita anche dal presidente polacco Andrzej Duda e dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg con unadichiarazione: «La nostra analisi preliminare suggerisce che l’incidente è stato probabilmente causato da unmissile di difesa aerea ucrainolanciato per difendere il territorio dagli attacchi dei missili da crociera russi. Ma lasciatemi essere chiaro, non è colpa dell’Ucraina. LaRussia ha la responsabilità ultima, poiché continua la sua guerra illegale contro l’Ucraina». L’episodio avvenuto in Polonia è stato il culmine di una giornata che ha visto uno dei più pesanti attacchi missilistici russi in territorio ucraino: «Questo è il più massiccio bombardamento del sistema energetico dall’inizio della guerra» hadichiaratoil ministro dell’Energia ucraino German Galushchenko. Nel frattempo il presidenze Zelensky, dopo la riconquista delle aree di Kherson, haaccusatoil regime di Mosca di aver commesso oltre400 crimini di guerra nei territori liberatie hasollecitatoi leader del G20, tramite un video-discorso, a bloccare le azioni del governo russo: «Sono convinto che questo sia il momento in cui la distruttiva guerra russa debba e possa essere fermata». Inoltre ha propostoun piano di pacein 10 punti che, secondo il governo ucraino, dovrebbe essere adottato per porre termine al conflitto il più velocemente possibile. La maggior parte dei leader delG20ha manifestato supporto alla causa ucraina, sottoscrivendo uncomunicatocongiunto di condanna contro la Russia. Ma la strada verso la pace continua oscillare fra i timidi tentativi diplomatici e le brutali azioni militari sul campo. Nei giorni scorsi il direttore statunitense della Cia William Burns haincontratola sua controparte, Sergey Naryshkin, direttore delServizio di intelligence internazionale russo, nella capitale turca di Ankara per una serie di colloqui riservati riguardo le armi nucleari e i prigionieri americani rinchiusi nel sistema penitenziario russo. Le autorità americane, però, hanno subitonegatol’ipotesi di negoziati riguardo la guerra in corso: «Non sta conducendo negoziati di alcun tipo. Non sta discutendo la risoluzione della guerra in Ucraina. Ci atteniamo fermamente al nostro principio fondamentale: niente sull’Ucraina senza l’Ucraina». Oltre al colloquio riservato, sono emerse delle nuove iniziative del presidente turco Tayyip Erdogan, il quale avrebbe espresso l’intenzione dipromuoverel’estensione dell’accordo sull’esportazione del grano ucraino per un anno, dato che è in scadenza il 19 novembre. Un’iniziativa atta ad alleviare la tensione su i mercati internazionali, specialmente riguardo l’approvvigionamento alimentare delle nazioni più a rischio.