Alla ricerca della “Primavera Ambientale”

Alla ricerca della “Primavera Ambientale”

 

Dopo l’Accordo di Parigidel 2015 sembrava che latransizione eco-sostenibilefosse diventata un obiettivo prioritario per i leader delPianeta, ma in realtà si è rivelatasolo un primo debolissimo passo, al quale sono seguiti molto spesso inazione, ritardi e il proliferare del famigeratogreenwashing. A fronte di queste resistenze e tentennamenti si è formata unanuova generazione di attivistiimpegnata a portare avanti il cambiamento e a rispondere alle sfide in atto, mettendo pressione al vecchio mondo e alle èlite ancorate agli schemi del passato. Questa evoluzione delle lotte ambientali e tutti gli sforzi per salvare il futuro dell’umanità sono al centro del nuovo libro del giornalistaFerdinando Cotugno,Primavera ambientale – L’ultima rivoluzione per salvare la vita umana sulla Terra, pubblicato daIl Margine(13,00 euro, 152 p.) Nelle pagine del volume l’autore ricostruisce lebattaglie portate avanti negli ultimi anni da nuove organizzazionicomeFridays for Future,Extinction Rebellione molte altre, che hanno raccolto il testimone delle lotte passate: “Nel 2018, 30 anni dopo l’audizione di Hansen e 3 dopo l’Accordo di Parigi, l’attivismo climatico come lo conosciamo oggi è apparso in tutta la sua forza, con la ferma intenzione di non esaurirsi in un altro ciclo, di non essere un’altra lapide nel cimitero dei movimenti. Cosa aveva di diverso? La scala, l’ambizione, il senso di destino, l’urgenza, il tempismo. Una voce planetaria. Era il nuovo ‘68, l’evoluzione sociale più importante e radicale del nuovo secolo, fatta quasi interamente da persone nate in questo secolo”, spiega. Il saggio però non si limita a focalizzarsi sulla descrizione di ciò che è avvenuto recentemente mapunta a fornire anche una serie di indicazioni per il futuro, partendo dallecritiche al tardo-capitalismoe dallanecessità di un salto di qualitànella transizione attuale. Le convulsioni del 2022, fra conflitti militari in Europa e crisi energetiche globali, hanno messo in ombra il dibattito pubblico sul clima, costringendo il movimento ambientalista a ulteriori cambiamenti che vadano oltre la tematica puramente ambientale. Per l’autorela connessione con le altre lotte del XXI secolo, dalla critica al neocolonialismo, a quella contro le diseguaglianze, fino alla radicale trasformazione del nostro modello di sviluppo,saranno fondamentalinegli anni a venire: “la visione ecologista sarà matura soltanto quando allargherà lo sguardo e passerà dal discorso sul prima al discorso sul dopo. […] Come si lavorerà, cosa si mangerà, come saranno distribuiti il potere e la ricchezza, che aspetto avranno la vita, le relazioni e anche le emozioni dopo il 2030, il 2050 e il 2100”. Una visione ad ampio spettro, un manifesto che perCotugnodeve essere il mezzo per “unaprimavera ambientale, una sollevazione globale contro l’estinzione, per trasformare il capitale culturale degli ultimi 5 anni in capitale politico”. Questa è la chiave di interpretazione dell’opera, che in modo scorrevole riassume gli eventi recenti e pone allo stesso tempo allegenerazioni Millenial e Zuna serie di fondamentali questioni che dovranno essere affrontate in questo decennio, nonostante il moltiplicarsi di nere nubi all’orizzonte. Ma per quanto la situazione sia sempre più grave, mentre immensi ostacoli posti dal sistema globale si stagliano all’orizzonte, l’opera si chiude con una nota disperanza, fornita dalla citazione di una frase diRachel Carson, autrice diPrimavera silenziosa(Feltrinelli, 10,00 euro, 336 p.) uno dei libri fondamentali dell’ambientalismo: “coloro che contemplano la bellezza della Terra trovano riserve di forza che durano fintanto che dura la vita”.