Tutto pronto per Ecomondo 2022

Sta per aprire i battentiEcomondo, la manifestazione diItalian Exhibition Groupdedicata a quattro pilastri della green economy: bioeconomia circolare, gestione dei rifiuti e risorse, bonifiche e rischio idrogeologico, gestione del ciclo delle acque. L’edizione di quest’anno, in programma alleFiere di Rimini dall’8 all’11 novembre, è la 25esima e si aprirà con gliStati Generali della Green Economy, focalizzati su una ricerca in merito transizione ecologica nelle imprese italiane. Ad affiancare Ecomondo saràKey Energy, fieradedicata invece alle energie rinnovabili. Punto di incontro tra industria, ricerca, associazionismo e policy pubbliche nazionali ed europee, le due manifestazioni coinvolgeranno1.340 brandche avranno una loro zona espositiva sui 120 mila metri quadrati di superficie della location. In calendario anche160 convegni(94 di Ecomondo e 66 di Key Energy) suddivisi in aree tematiche e ideati con la supervisione di board scientifici presieduti dal professore dell’Università di BolognaFabio Favaper Ecomondo, e dall’ingegnere e direttore del Kyoto Club Italia,Gianni Silvestriniper Key Energy. I temi di Ecomondo I convegni di Ecomondo ruoteranno tutti intorno allarigenerazione industriale, economica e sociale post pandemica, spaziando dalle azioni di politica economica eambientaleeuropee e italiane, a focus sullefiliere industriali, fino a problematiche e soluzioni legate all’edilizia, al packaging, alla plastica, all’elettronica e al tessile. Ma si parlerà anche dicircolarità e catena del valore, monitoraggio e controllo ambientale, rischio idrogeologico e misure di mitigazione, rigenerazione del suolo, ricerca e innovazione, gestione del ciclo dei rifiuti, delle acque, agri-food, blue economy. «Lapandemiaha evidenziato la necessità di accelerare la transizione della nostra industria verso la neutralità climatica e la creazione di un mercato unico europeo, più resiliente e meno dipendente dalle grandi potenze internazionali – spiega Fabio Fava – Di qui la necessità di intensificare ed estendere la circolarità e l’uso di materie prime rinnovabili entro le principali filiere industriali europee, calando nelle realtà territoriali la migliore innovazione tecnologica disponibile, allineando i finanziamenti, in particolare quelli annessi alla ripresa e alla resilienza, perché la transizione industriale possa essere facilitata e dunque essere più competitiva e inclusiva. Ma ridurre l’impatto sull’ambiente non è più da solo sufficiente. Serve ormai iniziare a rigenerarlo, per poter avere terra, mare e gli annessi ecosistemi, di nuovo in salute e resilienti, in grado di garantire prodotti e servizi di qualità e in linea con le attuali e future necessità». Come si comporta l’Italia in merito alla circolarità Secondo il report 2022 delCircular Economy Network(rete italiana nata per supportare la transizione verso un modello di produzione circolare),Italia e Francia sono i Paesi che registrano le migliori performance di circolarità, anche se tra il 2018 e il 2020 il tasso complessivo è sceso dal 9,1% all’8,6%. Negli ultimi cinque anni i consumi sono cresciuti di oltre l’8% (superando i 100 miliardi di tonnellate di materia prima utilizzata in un anno), a fronte di un incremento del riutilizzo di appena il 3% (da 8,4 a 8,65 miliardi di tonnellate). Insomma, nonostante l’Italia sia sensibile al tema, si spreca ancora una gran parte dei materiali estratti dagli ecosistemi. In media in Europa nel 2020 sono state consumate circa 13 tonnellate pro capite di materiali (7,4 tonnellate per abitante dell’Italia) e nello stesso anno il tasso diutilizzo di materia proveniente dal riciclo nell’Ue è stato pari al 12,8%. InItaliail valore ha raggiunto il21,6%, secondo solamente a quello della Francia (22,2%). Il nostro Paese ha anche il piùalto tasso di rifiuti riciclati dell’Unione europea: quasi il 68%. Tra le cinque economie osservate, siamo anche quella che al 2018 ha avviato a riciclo la quota maggiore di rifiuti speciali (quelli provenienti da industrie e aziende): circa il 75%. Per quanto riguarda i rifiuti urbani (il 10% dei rifiuti totali generati nell’Unione europea) l’obiettivo di riciclo è del 55% al 2025, del 60% al 2030 e del 65% al 2035. Nel 2020 nell’Ue a 27 Paesi è stato riciclato il 47,8% dei rifiuti urbani; in Italia il 54,4%. Ma a fronte di questi esempi virtuosi ci sono anchesettori in cui l’Italia è in netta difficoltà, come a esempio ilconsumo di suolo: nel 2018 nell’Unione Europea risultava coperto da superficie artificiale il 4,2% del territorio. La Polonia era al 3,6%, la Spagna al 3,7%, la Francia al 5,6%, l’Italia al 7,1%, la Germania al 7,6 %. Focus sull’industria tessile All’interno di Ecomondo si parlerà anche dell’industria tessilee dell’abbigliamento,una delle più inquinanti di tutte. L’Agenzia Europea per l’Ambiente nel 2020 ha stimato, tra le altre cose, che il lavaggio di indumenti sintetici rappresenta il 35% del rilascio di microplastiche primarie nell’ambiente, cheil 10% delle emissioni globali di carbonio provenga da questo compartoe che a livello mondiale meno dell’1% degli indumenti viene riciclato come vestiario. Alla luce di questi dati sconfortanti, tra i progetti speciali della manifestazione ci sarà anche laseconda edizione dell’Osservatorio TessileTextile Hub, che punta a unire i principali player della filiera con l’obiettivo di promuovere una riflessione sulle possibili evoluzioni dell’ecodesign e della sostenibilità applicata all’industria tessile. Altri eventi speciali In ottica di razionalizzazione delle risorse e riduzione degli sprechi, ci sarà un’area speciale dedicata al food waste (spreco alimentare), dove convergeranno tutte le case history e le tecnologie per la riduzione delle inefficienze nella gestione dei prodotti alimentari. Riconfermato anche ilVillaggio della sanificazione, incentrato su tecnologie e prodotti legati alla prevenzione e salubrità degli ambienti e dall’aria indoor. Infine, Ecomondo e Key Energy propongono un percorso di approfondimento tra lestartup circolari più innovativein un lungo viaggio virtuale che attraversa tutto lo stivale, dal Trentino-Alto Adige fino alla Sicilia.