Rincari: qualcuno salvi il Natale!

Se i vaccini e la curva discendente dei contagi hanno diminuito le paure relative al Covid-19, un’altra preoccupazione sembra invadere la mente di molti cittadini e cittadine: quella per lefinanze personali,al punto che 1 persona su 3 afferma che la propriasalute mentalesia peggiorata negli ultimi 12 mesi, e il 69% considera la condizione economica come la causa principale. Lo studio annuale dedicato agli acquisti e ai viaggi relativo alperiodo delle festivitàpubblicato dall’Institute for Business Value (IBV)diIBM, basato sulleinterviste di 12.000 persone adulte in 9 diversi Paesi(Brasile, Canada, Francia, Germania, India, Messico, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti) descrive una situazione anomala. Se da una parte i budget per lo shopping e per i viaggi sono aumentati rispettivamente del’8% e del 49%, a dimostrazione della volontà della maggior parte della popolazione di tornare a comprare e viaggiare, dall’altra fattori qualiinflazioneeaumento dei prezzihanno fatto sì che le preoccupazioni economiche tornassero al centro dell’attenzione della stagione natalizia alle porte. Nello specifico sono stati identificati4 diversi gruppi diconsumatorə, caratterizzatə da circostanze finanziarie molto diverse. Del primo, “gli isolati” (41%), fanno partecoloro che hanno mantenuto il proprio status quo, senza constatare alcun aumento di stipendio, ma nemmeno di spese o contributi a risparmi o investimenti personali. Al secondo gruppo, i consumatori e le consumatrici“sotto pressione”(31%), ovvero coloro che si trovano nella situazione in assoluto più precaria. Circa la metà proviene dalla fascia di reddito più bassa e ha vistodiminuire i propri stipendi in concomitanza con l’aumento medio delle spesefamiliari, con conseguenti risparmi a picco stanno e debito personale è in aumento. Un 18% delle persone intervistate fa parte, invece, del terzo gruppo,“i sicuri”, che, nonostante la flessione economica, sembrano averefinanze in ripresa.Non a caso, circa la metà proviene dalla fascia di reddito più alta. All’ultimo gruppo, “ifrugali”, ovvero le persone più conservatrici a livello finanziario. La maggior parte (56%) afferma di averregistrato un rilevante declino del proprio stipendio rispetto gli anni precedentisoprattutto per quanto riguarda i risparmi e gli investimenti personali, ma anche le spese mensili e l’indebitamento sono in calo. Alla luce di questo quadro, quando, dove e come le persone pianificheranno di spendere, dipenderà dall’appartenenza a un gruppo piuttosto che un altro. Nello specifico quello con meno preoccupazioni prevede di spendere 2.8 volte in più in beni e servizi rispetto all’anno precedente (negli Usa il budget relativo ai soli viaggi si colloca intorno ai 22.000 dollari). Drammaticamente diversa la condizione delle categorie con minori risorse finanziarie:molte persone temono che le difficoltà economiche possano ridurre il loro budgetsia per quanto riguarda le necessità quotidiane sia per gliacquisti natalizi. Circa la metà prevede di spendere meno se l’inflazione continuerà ad aumentare i prezzi, ma coloro che sono già in difficoltà sarebbero colpiti più duramente. Nonostante queste drammatiche differenze, si possono registrare anche alcune tendenze comuni. La maggior parte delle persone intervistate, infatti, ha intenzione dicominciare in anticipo le spese per le festività nataliziesenza attendere il Black Friday. La preoccupazione maggiore riguarda la cosiddettasupply chain(catena di approvvigionamento): si teme sia la difficoltà nel reperire i prodotti, che l’aumento sostanziale dei prezzi (in virtù della difficoltà di approvvigionamento stesso). Lo stesso vale per l’organizzazione diviaggi. Anche per quanto riguarda questo settore, infatti, cittadini e cittadine stanno cercando di tornare alla normalità, pur attenuando i rischi associati a potenziali variazioni di prezzo. Lo studio ha rilevato che ladomanda media di viaggi aumenterà del 9%durante le festività natalizie e il 78% deə consumatorə prevede, anche in questo caso, di anticipare l’acquisto dei biglietti aerei. Un altro aspetto che accomuna tutti i gruppi è l’attenzione per lasostenibilità ambientale, considerata unacomponente essenziale per il proprio shoppingnatalizio. Se questo denota una maggiore sensibilità, è importante ricordare che è proprio durante i periodi di festa – e in particolare quello natalizio – che si registrano i più alti picchi disprecoeconsumismo. Di conseguenza, la strategia migliore, se ci si vuole mostrare attentə a questo tema, sarebbe quella di andare controcorrente eevitare spese folli e superflue, anche se più sostenibili di altre, o in alternativaoptare per il vintage e/o l’usato. Un’altra tendenza sembra essere quella dieffettuare più acquisti onlinese il prezzo del gas non diminuirà. Si tratta di un metodo di acquisto aumentato durante l’epidemia di Covid-19 e che si colloca in linea con la volontà di prestare più attenzione alla sostenibilità ambientale. Secondo un recente studio condotto dalla società di consulenzaOliver Wyamin media lo shopping online è meno inquinante dello shopping offline e dunque più vantaggioso in termini di sostenibilità. Ciò ovviamente non significa che gli acquisti sul web siano a impatto zero e c’è ancora molto da fare per sensibilizzare brand e consumatorə a tal proposito. Sulla base di questo studio si possono trarre diverse conclusioni. Per prima cosa è importante sottolinearequanto le differenze economiche di partenza influiscano sulle condizioni e scelte di vitadeə singolə cittadinə. Si tratta, forse, della considerazione più importante e sulla quale sarebbe necessario lavorare e trovare soluzioni efficaci. Inoltre, in generale, si registra l’emergere di una nuova preoccupazione: nonostante ci sia la voglia di tornare allo stile di vita pre-pandemico le attualicondizioni di fragilità e incertezzanon permettono alla popolazione, o almeno una parte di essa, di rispettare i propri piani e desideri.