La pace torna in piazza

 

Manifestazione per la pace in Ucrainaatto secondo. O forse terzo, quarto. La verità è che dalla prima avvenuta a Romalo scorso 13 ottobresi è perso un po’ il conto di tutte quelle svoltesi fino a oggi, ognuna con un organizzatore diverso e spessoidee divergenti sul concetto di pacee su come perseguirla. Differenze che hanno portato di volta in volta i diversipartiti politici a presenziare o astenersi, in un clima di polemica perenne che sta precedendo anche l’appuntamento considerato idealmente il principale, o almeno quello dal quale ci si aspetta l’adesione più numerosa. Sabato 5 novembrenella Capitalesi svolgerà infattiEurope for peace, la manifestazione per la pace organizzata daRete italiana pace e disarmo, che raccoglie molte sigle, associazioni e soggetti del terzo settore tra i qualiArci, Acli, Libera, Emergency, Cgil, Cisl, Uil, Anpi, Fridays for future Italiae molte altre. «Condanniamo l’aggressore, rispettiamo la resistenza ucraina, ci impegniamo ad aiutare, sostenere, soccorrere il popolo ucraino, siamo a fianco delle vittime e con chi rifiuta la logica della guerra e sceglie la nonviolenza», si legge nel comunicato ufficiale diffuso dagli organizzatoti. Ilritrovoè previsto dalle 12:00 inPiazza della Repubblica, mentre la partenza del corteo chearriverà fino a piazza San Giovanni in Lateranoalle 13:00. Nel punto di arrivo verso le 15:00 inizieranno gliinterventi dal palco. Rappresentanti delle organizzazioni promotrici e testimoni da tutto il mondo chiederanno che tacciano le armi, che si giunga a unimmediato cessate il fuoco e che le Nazioni Unite si assumano le responsabilità del negoziato, convocando urgentemente unaConferenza internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati aeliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti per combattere le povertà e di finanziamenti per l’economia disarmata, la transizione ecologica e il lavoro dignitoso. Nel week-end del 21-23 ottobrealtre piccole manifestazioni, organizzate sempre sotto il cappello di Europe for peace, si sono svolte a livello localein più di 100 città italiane, radunando oltre 30.000 persone. Sulla scia di tale partecipazione, il numero di partecipanti atteso per l’evento nazionale è molto alto. A livello politico, il primo a rendere nota la sua presenza è stato il leader dei5 Stelle,Giuseppe Conte, sostenitore di un’idea di pace che passa dalla cessazione dell’invio di armi a Kiev, e anche per questo assente in ottobre davanti all’ambasciata ucraina, dove invece si era fatto vedere ilPdche, se inizialmente era rimasto vago sull’adesione al 5 novembre, oratramite il deputato e responsabile nazionale Movimenti e Associazioni Marco Furfaro fa sapere che ci sarà. «Il mondo è in pericolo e la minaccia atomica incombe. La terribile guerra innescata da Putin sta portando il nostro Pianeta sull’orlo dell’abisso. – scrive in una lettera pubblica indirizzata a nome di tutto il partito agli organizzatori – Siamo al fianco del popolo ucraino, rinnoviamo la nostra solidarietà e vicinanza alla resistenza ucraina, che continueremo a sostenere, e adopereremo ogni nostro sforzo diplomatico, in linea con l’Unione Europea e i nostri alleati, per far cessare la guerra e costruire una pace che sancisca le ragioni delle vittime, dei profughi, di tutti coloro che hanno visto morire i propri cari in nome di una scellerata invasione». Saranno del corteo ancheSinistra Italianae Verdi, Articolo uno, Unione popolare e Rifondazione Comunista. Assente il Terzo Polo, conCarlo Calendacritico fin da subito verso la linea degli organizzatori, che secondo il leader di di Azione auspicando il disarmo chiedono di fatto laresa dell’Ucrainaalla Russia. Una posizione definitaignobile,che ha portato la formazione politica a organizzare unacontro manifestazione che si svolgerà sempre nel pomeriggio di sabato 5 novembre ma a Milano, sotto l’Arco della Pacea partire dalle 16.00. Attese anche in questo caso tantissime persone ma non il sindacoBeppe Sala, che ha chiarito di volersi tenere fuori dalla disputa sulla pace. Come perEurope for peace si parla infatti di unevento apartitico, con gliesponenti politici invitati a partecipare senza bandiere, ma è innegabile cheil tema non possa essere neutro fino in fondoperché i modi reputati idonei per arrivare alla cessazione del conflitto sono diversi. A dimostrarlo anche il fatto cheGiorgia Meloni,pur avendo recentemente rassicurato Volodymyr Zelensky sul sostegno italiano,non sarà presentené a Roma né a Milano, almeno stando a ciò che è noto al momento. L’unica eccezione che sembra venire da destra è quella diGianni Alemanno, ex sindaco di Roma e oggi portavoce del comitatoFermare la guerra, che in un’intervista a La Stampa di alcune settimane faha confermato di aderire a Europe for peace, a titolo però personale. Appuntamento in piazza dunque. Scegliete voi quale.