Chi è Matteo Richetti?

 

Rottamatore.Al centro di polemiche e di accuse pesanticome quelle dimolestia. Ma allo stesso tempo rispettato e apprezzato.Matteo Richettiè il nuovocapogruppo dei deputati di Italia viva e Azione. Classe 1974, Richetti è da sempre legato alla sua Emilia dove tuttora vive con la famiglia.Esperto di comunicazione egiornalista pubblicista, si avvicina alla politica negli anni del liceo;dal 2003 al 20005 guida la sezione modenese de La Margherita, partito politico che unisce gli ex democristiani di sinistra che confluiranno poi nelPd. Non a caso Richetti saràtra i fondatori della sezione dem a Modena. Nel2005vieneeletto alle Regionali in Emilia-Romagna. In Consiglio si occupa disanitàe riordino istituzionale, memoria e politiche giovanili. Ma gli orizzonti diRichettisono più larghi di quelli regionali.Nel 2010 fonda il movimento dei rottamatori con Matteo Renzi. Sono giovani centristi liberali che puntano a conquistare il Pd rottamando il vecchio gruppo dirigente. Non a caso, oltre alla famosa Leopolda, il gruppo è animatore dell’eventoBig Bang. In quell’occasione aRepubblicaspiega: «Non siamo per i licenziamenti facili, mabisogna cambiare approccio. Tornare indietro da diritti acquisiti assurdi, e ci sono molti esempi, per dare più speranze ai giovani. Altrimenti questo Paese è irriformabile». Nel frattemponel 2013 è eletto per la prima volta in Parlamentoe abbandona il consiglio regionale emiliano dove è riuscito a imporre diverse leggi anti casta. Prova a tornarci da presidente l’anno successivo. Alle Regionali del 2014 vorrebbe correre come candidato, ma si ritira a causa dell’indagine per peculatoche lo coinvolge quell’anno e da cui sarà assolto in seguito. I rapporti con Renzi, intanto, si deteriorano: nel 2016 fa sapere aOtto e mezzodi non sentire più l’allora premier da quasi un anno. Poi, in vista delreferendumcostituzionale, i due fanno pace. Tra i renziani c’è chi gioisce: «Matteo è tornato a casa», ma la sconfitta arriva lo stesso e in poco più di un anno si torna a votare. Richetti viene comunquerieletto anche nel 2018. Si candida quindi a segretario del Pd, ottenendo il sostegno di Alba Proietti («è fico» spiega l’attrice ai microfoni diUn giorno da pecora). Forma unticket con Maurizio Martinama il rapporto tra i due è tutt’altro che idilliaco. A febbraio 2019 arriva ai media un audio in cui Richetti accusa di Martina di essere stato troppo accondiscendente con i renziani: «Martina può andare a c… domattina, ha voluto preferire i Lotti, i De Luca e compagnia, non vedrà una parola di sostegno da parte mia». Poi ci ripensa e dice: «Era solo uno sfogo». Comunque alla fine a trionfare èNicola Zingaretti. Nel corso dello stesso anno, sempre più a disagio per l’alleanza tra Pd e 5 stelle, Richetti decide di lasciare il partito ed entra inAzione. «Insieme aCarlo Calendae tanti amici, con umiltà, scriveremo una bella pagina insieme», promette. Parole meno dolci per il suo eterno amico-nemico Renzi. «Chi fa politica non fa consulenze: i soldi li trova dai suoi sostenitori», lo attacca Richetti dopo le polemiche suirapporti tra l’ex premier e l’Arabia Saudita. CalendaeRichettirestano legatissimi anche quando, a pochi giorni dalle elezioni del 25 settembre,Fanpagepubblica un’intervista anonima in cuiuna donna accusa un parlamentare di averla molestata. Calenda esce allo scoperto e spiega che il politico accusato è Richetti stesso, che viene difeso a spada tratta da tutto il partito. La vicenda non è ancora stata del tutto chiarita. Ma per il leader di Azione non è necessario: conferma a Richetti la sua fiducia e lo indica come capogruppo.