Medicine cercasi

 

«Non si tratta più di un momento estemporaneo e limitato ad alcuni prodotti di cui si è fatto largo uso in piena pandemia, ma oramai si tratta di una vera e propria cronicità:mancano medicinali salvavita, tante referenze di largo consumo. Particolarmente allarmante è la mancanza di farmaci a uso pediatrico». È l’allarme lanciato daRiccardo Maria Iorio,presidente diFederfarma Napoli(Federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani), che parla di «una situazione sempre più difficile da fronteggiare per i colleghi al banco i quali si vedono quotidianamente costretti a respingere le legittime richieste di farmaci da parte dei cittadini». A determinare lacarenza di farmaci– tra cui l’ibuprofene, il Bisolvon anti-tosse o lo Zoloft antidepressivo – sarebbe, secondo diversi analisti, un mix di fattori diversi: ladomanda ancora altaa causa del protrarsi del Covid-19, ladifficoltà di reperire le materie primee i maggioricosti dell’energiaper il trasporto edel materialeper il confezionamento (vetro, carta, plastica, alluminio). «Prima della crisi si viaggiava con un Otif (“on-time and in-full”, un indicatore logistico delle prestazioni di consegna del prodotto, ndr.) intorno all’80%. A settembre di quest’anno il valore è sceso al 22% – dichiara aLa SvoltaEnrico Giaquinto, Direttore delle operazioni industriali diAngelini Pharma-Significa che una consegna su 5 avviene come dovrebbe, le altre 4 arrivano in ritardo o sono inferiori alla richiesta.Angelini Pharma,nonostante il deterioramento di questo indicatore, grazie a un’attenta politica delle scorte, è riuscita a non interrompere mai i processi produttivi nei propri impianti». Il caso particolare dell’ibuprofenedipende anche dal fatto che non se ne produce a sufficienza. «A breve ci sarà bisogno di altri stabilimenti, e diversi player globali stanno già investendo in Europa per la costruzione di nuovi impianti», dichiara Giaquinto, che avverte sulla tendenza all’accaparramento dei farmaci sulla scorta di un «andamento emozionale» della domanda dettato dall’insicurezza del momento storico. Ad aggravare lavulnerabilità dell’industria farmaceuticacontribuiscono inoltre le alte barriere alla modifica dei processi operativi. «L’ambiente è regolato al punto che l’elasticità dei fornitori è molto bassa», aggiunge Giaquinto. «Se non dispongo più di un flacone di plastica perché la domanda è troppo alta l’unica soluzione è qualificare un altro fornitore – conclude – e questo implica studi di fattibilità e qualità che allungano i tempi di un trimestre». Secondo quanto dichiarato da alcuni farmacisti, però, si tratta di un problema ciclico attribuibile in parte all’export parallelonei Paesi europei dove il prezzo dei medicinali è più alto e, di conseguenza, è più conveniente per i distributori vendere i farmaci all’estero rispetto all’Italia. «La scarsità di medicinali, acuitasi in periodo estivo, non sembra normalizzarsi, anzi, anche quando i colleghi riescono a reperire i farmaci, gli stessiarrivano a singhiozzo e in minimi quantitativi», aggiunge Iorio. Per questoFederfarmaha deciso di rivolgersi direttamente all’industria farmaceutica allo scopo di avere chiarimenti e sollecitare un intervento tempestivo. Ma ilcarovitanon incide solo sulla disponibilità dei farmaci. Secondo Sergio Daniotti, presidente diBanco Farmaceutico, sempre piùpersone povererinunciano a medicine non rimborsate. «Nelle ultime settimane stiamo vedendo che gli enti che assistono chi ha bisogno ci stanno richiedendo molti più farmaci – antipiretici, antinfiammatori – rispetto allo stesso periodo pre-invernale degli anni precedenti», sottolinea Daniotti, che stima un aumento del 20-30%. Molti farmaci infatti non sono mutuabili, il loro costo cioè non è sostenuto dal servizio sanitario nazionale. «Chi ha bisogno di un antidolorifico, di un antipiretico – aggiunge il presidente delBanco farmaceutico– deve acquistarlo. Ma lepossibilità di spesanelle famiglie povere sono scarsissime».