I compiti in classe del ministro Valditara

I compiti in classe del ministro Valditara

 

Merito o non merito, questo è il problema. Sul tavolo del neo ministro dell’Istruzionee (appunto) del MeritoGiuseppe Valditara, professore ordinario di Diritto romano e avvocato, c’è un dossier piuttosto complesso:il rinnovo del contratto scuola. Si tratta di una misura che riguarda oltre1,2 milioni di lavoratori e lavoratrici, tra docenti e personale tecnico amministrativo: numeri che rendono quello della scuola il contratto più importante di tutta la pubblica amministrazione. La questione torna in auge ora che Valditara dovrà decidere cosa fare dei 300 milioni stanziati dall’ultima legge di bilancio 2022 per la scuola, che il governoDraghiaveva deciso di destinare allavalorizzazione del lavoro dei docenti, con particolare riferimento alle funzioni aggiuntive svolte dagli insegnanti. Un modo per premiare il merito di chi si impegna nelle aree a più alta dispersione e nelle scuole dove la continuità didattica è più a rischio. Ora Valditara si trova di fronte a un bivio:cancellare il fondo previsto per “il merito”, indirizzando quei 300 milioni verso il contratto nazionale e adeguando gli stipendi,oppure andare allo scontro con i sindacati, che ritengono i fondi indispensabili, spiegaIl Sole 24 Ore, per la firma dell’unica intesa degli anni 2019 – 2021 ancora lontana dal traguardo nel pubblico impiego non dirigenziale? Parlando alla Camera nel giorno della fiducia, la presidente del ConsiglioGiorgia Meloniha fatto riferimento al concetto di merito: «Si è polemizzato sulla nostra scelta di rilanciare lacorrelazione tra istruzione e merito. Rimango sinceramente colpita». Nel suo discorso – durato più di un’ora – Meloni ha sottolineato che «diversi studi dimostrano come, oggi, chi vive in una famiglia agiata abbia una chance in più per recuperare le lacune di un sistema scolastico appiattito al ribasso, mentre gli studenti dotati di minori risorse vengono danneggiati daun insegnamento che non premia il merito, perché quelle lacune non vengono colmate da nessuno». In un Paese «non per giovani», in cui il governo Meloni intende lavorare sulla loro crescita, è necessario «lavorare sulla formazione scolastica, per lo più affidata all’abnegazione e al talento dei nostriinsegnanti, spesso lasciati soli a nuotare in un mare di carenze strutturali, tecnologiche, motivazionali. Garantire salari e tutele decenti, borse di studio per i meritevoli, favorire la cultura di impresa». Cosa farà Valditara per rispettare le promesse della leader di governo? Il contratto scuola, intanto, attende un rinnovo da 46 mesi, mentre ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici, sanità, regioni ed enti locali l’hanno già agguantato: si tratta dell’unico contratto del pubblico impiego non ancora rinnovato. Una delle ultime mosse dell’ex ministro dell’IstruzionePatrizio Bianchiè stata spostare i 340 milioni destinati al “merito” sul rinnovo contrattuale, chiedendo un parere al ministero dell’Economia: il rinnovo del contratto scuola, tra i più onerosi per lo Stato, oggi vale 2,17 miliardi, senza considerare gli oltre 5 miliardi di arretrati che peseranno sulla spesa pubblica del prossimo anno. a oggi i 340 milioni sono ancora bloccati, perché la risposta del Mef tarda ad arrivare. Il Sole 24 Oreparla di numerose “perplessità tecniche e politichea questo cambio di destinazione delle risorse”, prima pensate per gli incentivi individuali e poi distribuite in modo indifferenziato. Le organizzazioni sindacali, tra cui l’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni, hanno riferito che la misura sta completando il suo iter ed è attualmente al Ministero dell’Economia.