È tornata la stagione dei porti chiusi

È tornata la stagione dei porti chiusi

 

Ci sono più di 100 minori a bordo della naveHumanity 1, meglio nota comeSea-Watch 4.Quasi tutti non accompagnati, debilitati, alcuni con segni di violenza fisica. Fanno parte dei 180migranti soccorsiin acque internazionali nel corso di tre diverse operazioni da parte dell’imbarcazione che batte bandiera tedesca. La notte prima del soccorso, hanno raccontato i naufraghi, 6 persone sono annegate.Tutte le richieste di sbarcoin un porto sicuro alle autorità competenti, compresi i centri di coordinamento dei soccorsi a Malta e in Italia,sono rimaste senza risposta. «Come organizzazione di ricerca e soccorso agiamo sempre secondo ildiritto marittimo internazionale», spiega la Ong aAdnkronos. «Ora chiediamo anche alle autorità di rispettare il diritto internazionale e di assegnarci un porto sicuro il prima possibile». In una sala del Viminale, intanto, si riuniva ilComitato nazionale per lʼordine pubblico e la sicurezza pubblicacon il neoministro dell’InternoMatteo Piantedosi, i vertici di forze dell’ordine e di intelligence e il comandante della Guardia costiera. Al centro dell’incontro, oltre alla questione dell’ordine pubblico e delle manifestazioni di piazza che verranno,i flussi migratori: nei giorni scorsi Piantedosi, ex prefetto di Roma e già capo di Gabinetto dell’ex ministro Matteo Salvini, ha emanatouna direttivaper cui le naviHumanity 1eOcean Viking“non sono in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all’immigrazione illegale”. Tradotto: il Viminale sta valutando di imporre loroil divieto di ingresso nelle acque territoriali. I naufraghi sulla Ocean Viking, nel frattempo, che fa riferimento alla ongSos Méditerranée,ma batte bandiera norvegese, sono diventati 234: i 32 tratti in salvo ieri sera erano su un barchino di appena 6 metri, al largo di Malta. Hanno trascorsotre giorni in mare, prima di essere soccorsi, per questo hanno «forti segni di disidratazione, stanchezza e gravi ustioni», spiega l’equipaggio. Ora l’imbarcazione si trova in mezzo a due fuochi, Malta e Lampedusa. Sull’isola siciliana, a partire dalla mezzanotte, ci sono stati 6 sbarchi: dopo i 43 migranti giunti nella notte, altri 202 hanno raggiunto nelle scorse ore la più grande delle Pelagie. Arrivano perlopiù da Bangladesh, Siria, Egitto, Marocco e Sierra Leone. Non tutti si sono salvati: in pochi giorni sono stati recuperati sette cadaveri, gli ultimi due questa mattina, a miglia di distanza dalle coste dell’isola. Nelle stesse ore i volontari diAlarm Phone,il numero di emergenza cheda 8 annisupporta leoperazioni di salvataggio, segnalava un barcone con 64 persone a bordo al largo della Libia. «Dicono che il loro gommone sta affondando. La Guardia costiera libica non risponde. Non lasciateli annegare». La linea di Piantedosi, ribadita in un’intervista alTg5, vuole un Mediterraneo libero dalle navi che trasportano migranti, come risultato di quella che sarà una «forte azione di intesa con i Paesi di origine dei transitiper governare i flussi». Significa «fare in modo che siano gli Stati, quelli di origine e destinazione, a governarli concedendo a questi Paesi delle quote di flussi di ingresso regolare». Si tratta di «Tunisia, Libia, Egitto, Algeria». A pochi giorni dal 2 novembre, quando il governo italiano dovrà decidere se revocare ilMemorandum Italia–Libiaper i prossimi 3 anni, lasciando che la cosiddetta Guardia costiera libica intercetti migranti e li riporti forzatamente indietro, si parla ancora una volta di stringere accordi con Paesi in cui i diritti umani sono gravemente compromessi. Questa mattina Piantedosi, in occasione della cerimonia inaugurale dell’anno accademico della Scuola superiore di polizia, ha parlato del concetto di “strumentalizzazione della paura”, in merito alla recente protesta studentesca sedata dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa davanti all’Università La Sapienza di Roma: «Oggi la domanda di sicurezza si espande su altri versanti anche su settori che riguardano la necessità di curare la paura della cittadinanza. Crisi socioeconomica, popolazione che invecchia e mancata cura del degrado urbano generano paura. Se cresce la paura e aumenta la richiesta di sicurezza», ha continuato il ministro, «dobbiamo fare attenzione alla strumentalizzazione della paura ed evitare che sia un avvitamento della protesta, di cui abbiamo già qualche primo segnale. Occorre equilibrio e moderazione». E intantoè tornata la paura della guerra alle navi umanitarie.