Haiti: è allarme crisi umanitaria (e colera)

Haiti: è allarme crisi umanitaria (e colera)

 

Una nuova gravissima crisi hainvestitola Repubblica diHaiti, situata nel Mar dei Caraibi, dove le condizioni di vita della popolazione stanno conoscendo un drastico peggioramento a causa del blocco attuato presso il principale terminale dicarburantida parte di unacoalizione di gang armate chiamata G9. L’azione dei criminali guidati dal leader Jimmy “Barbecue” Cherizier è la risposta altaglio dei sussidi ai combustibilideciso dal premier a interimAriel Henry. Da tempo l’isola caraibica è investita da problemi multipli che si sono aggravati ulteriormente a partire dall’assassiniodel presidenteJovenel Moisenel 2021. Da allora le gang hanno incrementato il loro potere, mentre il parlamento ha smesso di funzionare e le nuove elezioni sono diventate impossibili in condizioni di continuo caos sociale. Con il blocco del terminale esso è nettamente aumentato determinando lo stop di numerose attività essenziali e produttive dell’isola, mettendo a rischio 4,7 milioni di persone che stanno fronteggiando l’insicurezza alimentare. Secondo laRappresentante speciale delle Nazioni UniteHelen La Limein poche settimane sonoapparsinuovi casi dicoleraa causa del blocco: «Le conseguenze per le infrastrutture di base di Haiti sono state gravi, interrompendo le operazioni presso gli ospedali e i fornitori di acqua del Paese, impattando sulla risposta al colera. Senza carburante la spazzatura non può essere rimossa dai quartieri, mentre le piogge torrenziali favoriscono le inondazioni che si mescolano ai rifiuti creando condizioni insalubri adatte per la diffusione della malattia». Il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha proposto l’invio di una “forza d’azione rapida”, mentre il primo ministro Ariel Henry ha richiesto a sua volta il supporto straniero, ma diversi haitiani hannocontestatole suddette mosse considerandole come una possibile interferenza negli affari interni. Nel frattempo gli Stati membri dellaCaribbean Community(Caricom) hanno promesso il pienosupportoregionale per risolvere la situazione, mentre Usa e Canada hannoinviatomateriale militare per aiutare le forze di sicurezza haitiane presenti in loco, specialmente dopo che il 60% della capitale Port-au-Prince è caduto sotto il controllo delle gang che stanno usando gli abusi sessuali perconsolidareil loro potere. In contemporanea il governo americano, in collaborazione con quello messicano, sta preparando una risoluzione dell’Onu per autorizzare una missione internazionale, suscitando però reazioni dubbiose nell’ambasciatore russo alle Nazioni UniteDmitry Polyanskyche haaffermato: «Sono necessarie analisi approfondite e negoziati dettagliati per assicurarsi che le misure mirino a ripristinare il controllo del governo e non siano percepite, come spesso accade, come un modo per punire l’intero Paese e il suo popolo». Un’opinione condivisa dal suo omologo cineseGeng Shuang: «In un momento in cui il governo haitiano manca di legittimità e non è in grado di governare, l’invio di una forza d’azione rapida ad Haiti riceverà la comprensione, il sostegno e la cooperazione dai partiti in Haiti, o dovrà affrontare una resistenza o addirittura uno scontro violento con una parte del popolazione? Queste sono cose che dobbiamo considerare… e trattare con cautela».