Toto-ministri: il giallo delle Pari Opportunità

Toto-ministri: il giallo delle Pari Opportunità

 

Ogni giorno è una tempesta. Ma per Meloni il tempo stringe e lascelta dei ministrisi fa sempre più pressante. Tanto che diversi quotidiani riportano l’intenzione della leader di FdI di non condividere tutti i nomi del futuro governo con gli alleati, ma solo col presidente della Repubblica. Un caos di scelte con in mezzo un giallo: quello delministero delle Pari Opportunità. Meloni avrebbe intenzione discorporare le deleghe alle Pari Opportunità e Famigliapercreare un unico dicastero senza portafogli con Affari giovanili e Sport. Fino a oggi il ministro per le Pari opportunità era infatti a capo di un dicastero senza portafogli, ovvero di un dipartimento interno alla presidenza del Consiglio, reso però autonomo. Se l’ipotesi venisse confermata, l’attuale ministero delle Pari opportunità finirebbe accorpato con quello degli Affari giovanili, Sport e Pari Opportunità. Ma sono anche altri i ministeri per cui Meloni e i suoi alleati continuano a passare notti insonni. Ilministero della Giustiziaresta al centro di un braccio di ferro tra Berlusconi e la leader di FdI. «Ce lo deve, era negli accordi» lascia trapelare il fondatore di Forza Italia, ma Meloni punta tutto sul giurista Carlo Nordio a cui non sembra essere bastato un pranzo a casa di Berlusconi per convincere il leader di FI ad arrendersi. Nel frattempo per la candidata forzista Maria Elisabetta Casellati si fa sempre più reale l’ipotesi delleRiformementre alleAutonomie regionalidovrebbe andare il leghista Roberto Calderoli. L’altro grattacapo che arriva da Forza Italia è quello del ministro degliEsteri.Antonio Tajani, ex presidente del Parlamento europeo, era dato per certo in questo ruolo. Ma le registrazioni di Berlusconi trapelate nei giorni scorsi rischiano di spazzare via tutto. Dalle opposizioni sono in molti a chiedere di non affidare la Farnesina a un forzista. E anche dentro FdI qualcuno si sta interrogando. Se così fosse, Adolfo Urso (FdI), finora dato per certo allaDifesa, potrebbe sostituire Tajani che resterebbe comunque vicepremier. Ma girano anche i nomi del diplomatico Giampiero Massolo e dell’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi. Per la Difesa, oltre al già citato Urso, c’è anche il nome di Guido Crosetto nel caso in cui rifiutasse il ministero delloSviluppo economicoche gli è già stato offerto. Si parla poi di un possibile accorpamento del ministero della Famiglia con quello delleDisabilitàche la Lega reclama per l’ex assessore lombarda, Alessandra Locatelli, ma FdI potrebbe invece affidare a Isabella Rauti. Se scorporato, il ministero della Famiglia potrebbe andare a Eugenia Roccella (FdI). Il Carroccio si è invece arreso sul ministero degliInterni: andrà al prefetto di Roma Matteo Piantedosi mentre Salvini si “accontenterà” delleInfrastrutturee dell’incarico di vicepremier. La Lega ha rinunciato anche al ministero dell’Agricolturache andrà a FdI. Dopo l’ipotesi di un tecnico, come Roberto Berutti, c’è anche il nome di Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera. O di Nello Musumeci, in lizza anche per il ministero delSud. I leghisti confermano invece il ministero dell’Economiaper Giancarlo Giorgetti (anche se Meloni continua a sognare un tecnico) e l’Istruzioneper Giuseppe Valditara. Mentre all’UniversitàBerlusconi avrebbe indicato Gloria Saccani Jotti. A FdI andrebbero invece iBeni Culturali: tra i papabili l’ex componente del Cda Rai Giampaolo Rossi e lo storico Giordano Bruno Guerri. AllaTransizione ecologicadovrebbe andare l’azzurro Gilberto Pichetto Fratin, mentre agliAffari europeiil nome di Raffaele Fitto (FdI) è dato per certo. Per ilTurismo, invece,restano alte le quotazioni di Daniela Santanché. Il quadro resta complicato e Meloni accelera. L’occasione di diventare laprima presidente del Consiglio donnanella storia italiana non capita spesso.