La pace della discordia

 

Ieri si è svolta a Roma lamanifestazione per la pace in Ucraina. Anzi, una delle manifestazioni, visto chedaquia inizionovembrequelle incalendariosono numerose, tutte simili ma in realtà diverse. O forse no. Avere un quadro davvero chiaro della situazione è complesso perché mentre nei palazzi vanno in scena le elezioni dei presidenti di Camera e Senato condite da psicodrammi, misteri e trame surreali, fuori non va meglio. Si litiga sullapacee anche se sembra una contraddizione in termini è proprio quello che sta accadendo, con i partiti dell’opposizione singolarmente impegnati a portare avanti la propria idea di pace, a smarcarsi dalle altre e di conseguenza a partecipare o meno a questa o quella manifestazione. Ma andiamo con ordine partendo dagli ultimi fatti. La manifestazione davanti l’ambasciata russa Ieri alle 18.30davanti all’ambasciata russaa Castro Pretorio a Romadiverse associazionitra cui Mean (Movimento europeo di azione nonviolenta), Base Italia, LiberiOltre e il Comitato Giovani per l’Ucraina hanno indetto un sit-in di protesta per chiedere il ritiro delle truppe russe. «Ci sembrava che la risposta primaria dopo un bombardamento di 81 missili sui civili fosse ribadire che la pace è l’obiettivo di tutti, chiarendo con forza che il responsabile di ciò che sta accadendo si chiama Vladimir Putin», spiegaMarco Bentivogli, coordinatore nazionale di Base Italia, che insieme alle altre sigle organizzatrici ha fissato ulteriori obiettivi prioritari. Fermare l’escalation nucleare, riprendere il percorso del disarmo dalle armi atomiche e riconoscere la piena indipendenza e autonomia dell’Ucraina con iconfini riconosciutidalla comunità internazionaleprimadel 2014 edell’invasione russa della Crimea. Infine, garantire la libertà di parola e di obiezione di coscienza ai giovani russi. Insieme ai molti cittadini italiani, ucraini, ma anche bielorussi desiderosi di non essere considerati il braccio destro di Putin, eranopresenti anche tantivolti notidel centrosinistra, come annunciato alla vigilia. Le posizioni di Pd, + Europa, Azione e Verdi Tra i primi ad arrivareEnrico Letta, accompagnato daLaura Boldrini, Luigi Manconie molti altri esponenti. Il segretario Pd ha ribadito la posizione deidem: «Sono qui perché noi partecipiamo a tutte le manifestazioni che vogliono la fine della guerra e la pace e che non siano equidistanti ma dicano con chiarezza che c’è un aggredito, il popolo ucraino, e un aggressore, la Russia. Non vogliamo mettere il cappello su iniziative altrui e non è assolutamente nostra intenzione strumentalizzare niente e nessuno, ma semplicemente rendere più forte l’urlo di pace e contro la Russia». Particolarmente applauditaEmma Boninodi +Europa, affiancata daBenedetto della Vedova, Riccardo Magie dal leder dei VerdiAngelo Bonelli, che ha affermato che «Putin prima o poi debba essere trasferito all’Aja, come accadde per Milosevic e i massacratori della guerra in Jugoslavia». Della partita anche ilTerzo Polo, la cui vicinanza alla causa è stata testimoniata dall’arrivo di Carlo Calenda, che in una sorta di staffetta con Letta, uno è arrivato quando l’altro è andato via, ha reso noto quanto il gelo tra i due, causa strappo della mai nata coalizione elettorale, sia ancora piuttosto evidente. Anche se il leader di Azione minimizza: «Letta se n’è andato quando sono arrivato? Un caso. Io ero in ritardo e Letta è una persona educata». I 5stelle in piazza il 5 novembre Assenti senza sorpresa i5 Stelle, che saranno invece alla manifestazione del5 novembreorganizzata dallaRete italiana per la pace e il disarmo, che raccoglie molte sigle tra le qualiArci, Acli, LiberaeCgil. Quel giornoCalendanon ci sarà, visto che nonostante la volontà degli ideatori di smarcarsi dalle bandiere politiche, l’evento sta involontariamente legando la propria immagine a quella diGiuseppe Conte, che ne è un forte sostenitore. Lo strappo delle opposizioni sulle manifestazioni per la pace ruota tutto o quasi sulla posizione del partito guidato dall’ex premier, che se in un primo momento aveva votato a favore di un finanziamento bellico al popolo diZelensky, oggi ne è un fervido oppositore. E se il leader di Azione giudica «orrendo manifestare per la pace e non sostenere l’invio di armi a Kiev perché se voti contro questa misura e chiedi la pace stai chiedendo la resa»,Enrico Letta è più morbido. Nonostante i vertici del partito siano ancora cauti e giudichino equivoca la manifestazione, che non distinguerebbe bene le responsabilità dell’aggressore russo, ha dichiarato: «la manifestazione del 5 novembre ci interessa. Non so se è la manifestazione di Conte, so che è organizzata da Arci e Acli». Una frase sibillina che poco lascia intendere ma che dà tutta l’impressione che le cose possano ancora cambiare diverse volte prima di quella data. Anche perché nel frattempo il21, 22 e 23 ottobrecirca un centinaio di piazze italiane prenderanno parte allamobilitazione di Europe for peace. Come se non bastasse anche il governatore della CampaniaVincenzo De Lucapensa a una sua manifestazione aNapoli, probabilmente il28 ottobre, e lo stesso Calenda avanza l’ipotesi di scendere in piazza aMilano, a data da destinarsi. Insomma l’autunno delle manifestazioni sulla pace sembra particolarmente caldo.