Castori, alleati contro il climate change

Castori, alleati contro il climate change

 

A rischio di essere ripetitivi, lo ribadiamo: la lotta alcambiamento climaticoè una priorità ed è necessario trovare strategie efficaci per ridurre l’impatto delle azioni antropiche sull’atmosfera e frenare l’aumento delle temperature (se non è possibile ridurle), mitigando gli effetti su ambiente e popolazioni. Secondo alcuni studi, una delle soluzioni per combattere il global warming sono… icastori! No, nessun errore: proprio quegli adorabili animaletti pelosi che rosicchiano il legno e costruiscono dighe. SecondoJoshua Larsen, Associate Professor in Water Science all’University of Birmingham,è proprio la capacità di questi roditori di costruire dighe quello che li rende degli “ingegneri dell’ecosistema” (una caratteristica che potrebbe essere determinante visto le frequenti ondate di caldo e siccità, conseguenza del surriscaldamento globale). I ricercatori, però, avvertono: è importantenon sopravvalutare gli effettivi beneficiche possono portare per gli insediamenti umani. Gli habitat dei castori aiutano a regolare la temperatura dell’ariae, mantenendo le riserve d’acqua, a contrastare lasiccità.Un maggiore accumulo di acqua può anche migliorare la resilienza di un paesaggio agli incendi. Il limite principale all’impatto della loro azione, però, sono le dimensioni di fiumi e ruscelli su cui possono agire: per ottenere una capacità d’acqua sufficientemente grande da integrare le riserve umane, i castori dovrebbero costruire un numero irrealisticamente elevato di stagni nello stesso bacino. Questo non significa che il lavoro dei castori non abbia un impatto profondo sull’ecosistema: un aumento dei loro stagni può fornire piùrifugi per la fauna selvaticae consentire il lentorilascio dell’acqua a valledurante i periodi di siccità e quindi aiutare a preservare la biodiversità di un’area. Non solo: un maggiore stoccaggio di acqua può aumentare anche la capacità di un ecosistema di adattarsi ai cambiamenti climatici, come è stato dimostrato durante la siccità di questa estate. Le zone umide dei castori del fiume del Devon (Regno Unito), infatti, hanno permesso di irrigare l’area circostante e mantenere viva la vegetazione, preservando un habitat da cui dipendono molti animali e che sarebbe altrimenti andato distrutto. A livello potenziale, gli stagni creati dai castori hanno anche la capacità diridurre la temperatura dell’ariache li circonda, perché la loro evaporazione ha un effetto rinfrescante. La ricerca sull’impatto termico degli habitat dei castori sugli insediamenti umani, però, si è rivelatainconcludente. Non solo perché per avere un impatto concreto dovrebbero essere molto grandi o estremamente numerosi, ma anche perché i castori, abbattendo alberi durante la costruzione di dighe, possonoridurre l’ombreggiaturae consentire un’esposizione solare più diretta. D’altro canto, l’abbattimento degli alberi può aumentare la complessità dell’habitat, consentendo una maggiore biodiversità e aiutando, in alcuni casi, a rallentare il flusso dell’acqua e migliorare la sua qualità. Un aspetto che è stato invece confermato dalle ricerche è che gli habitat dei castori possono migliorare la resistenza al fuoco delle zone in cui sono presenti gli stagni: negliincendiche hanno interessato gli Stati Uniti occidentali, l’area di perdita di densità di vegetazione negli habitat dei castori era circa 3 volte più piccola rispetto alle aree senza castori. Anche in questo caso, però, se è indubbio che questa protezione sia cruciale per gli habitat locali e la fauna selvatica, la domanda rimane: la protezione offerta delle dighe dei castori potrebbe espandersi fino a proteggere gli insediamenti umani? Quello su cui non ci sono dubbi è chei castori debbano essere tutelati:oggi questi animali sono al sicuro dall’estinzione solo grazie alle leggi che impediscono di cacciarli o ucciderli. Nel Regno Unito, hanno ricevuto protezione legale a partire dal primo ottobre 2022, 400 anni dopo che furono cacciati fino quasi all’estinzione, una sorte condivisa a livello globale. Ancora oggi, nonostante le reintroduzioni e l’espansione naturale, i castori devono tornare in molti luoghi in cui vivevano e anche il loro numero è sensibilmente ridotto: inNord America, alla fine del XX secolo la popolazione dei castori era tornata a essere di 6-12 milioni. Un buon numero, certo, rispetto allo zero dell’estinzione, ma infinitesimo rispetto alla popolazione originaria, stimata in 60 – 400 milioni di animali.