Rinnovabili: la nuova frontiera è in Giappone

La necessità di accelerare latransizione del sistema energeticoverso lefonti rinnovabilista conoscendo un’ulteriore spinta da parte dei settori tecnologici più dinamici e avanzati, a partire da una serie di imprese innovative che negli ultimi tempi stanno tentando di sviluppare nuove celle fotovoltaiche nettamente più performanti ed efficienti. Uno degli ambienti scientifico-imprenditoriali più dinamici risiede aKyoto, dove la start-upEnecoat Technologiessta lavorando su una serie di nuove celle solari, ultra-leggere, estremamente sottili, in grado di generare energia non solo dalla luce del Sole, ma anche dalla luce artificiale di una stanza: «Speriamo di commercializzarle in tre o quattro anni. Ma per usarle all’aperto dobbiamo renderle resistenti a qualsiasi tipo di condizione atmosferica, quindi ci vorrà più tempo», hadichiaratoil co-fondatore e amministratore delegato dell’aziendaNaoya Kato. La ricerca è il frutto di intensi investimenti e sforzi da parte dellaKyoto Universityin collaborazione con numerose e nuove realtà aziendali facenti parti del mondo “DeepTech”. Le quali utilizzano un approccio rivoluzionario ed estremamente dinamico nei confronti della ricerca scientifica, combinando le emergenti tecnologie con l’ingegneria più avanzata, cercando di creare nuovi mercati e nuove soluzioni “disruptive” in grado di cambiare radicalmente la situazione attuale: «L’Università di Kyoto è forte in campi scientifici molto complessi come la medicina rigenerativa, la scienza delle cellule staminali e l’energiaCleanTech», haaffermatoKoji Murota, dirigente dell’Office of Society-Academia Collaboration for Innovationdell’università. Alcuni degli sforzi dedicati al fotovoltaico di nuova generazionevertonosull’utilizzo della perovskite, un minerale costituito da titanato di calcio che presenta enormi potenzialità. Un’alternativaal silicio che potrebbe portare alla creazione di pannelli solari più leggeri, flessibili, meno costosi, ma soprattutto più efficienti, in grado di essere dislocati sulla maggior parte delle superfici.Secondoi ricercatori del “National Renewable Energy Laboratory” degli Stati Uniti, questo materiale presenta «nuove elevate efficienze, una straordinaria “regolabilità” che consente agli scienziati di realizzare applicazioni altamente specifiche, e la capacità di produrlo localmente con input energetici bassi». Recentianalisi economichevedono un consistente progresso in questo campo, con una crescita del mercato dei pannelli solari basati sulla perovskite da circa i 0,17 miliardi di dollari del 2021 a oltre 6 miliardi nel 2029. Un incremento notevole, che potrebbe affiancarsi alle altre ricerche in corso chepromettonoun generalizzato miglioramento delle tecnologie basate sull’energia solare. Ma soprattutto una corsa contro il tempo per garantire la transizione energetica su scala globale.