Dimmi chi hai votato e ti dirò chi sei
Le elezioni del 25 settembre hanno registrato l’affluenzapiù bassa nella storia della Repubblica italiana. A rispondere alla chiamata alle urne, infatti, è stato il63,9%degli elettori, battendo di circa 9 punti percentuali ilrecordnegativo stabilito dalle precedenti consultazioni del 2018, quando votò il 72,9% degli aventi diritto. Tali numeri devo essere messi in relazione all’allargamento della plateadegli elettori. In seguito allalegge costituzionaledel 18 ottobre 2021 inerente la modifica dell’art. 58, infatti, per la prima volta a scegliere chi siederà in Senato sono stati anche gliunder 25, vale a dire quasi 3,8 milioni di nuovi elettori,corrispondentia circa l’8,2% degli aventi diritto. Anche con questo correttivo, però, il dato sull’astensionismo interroga, seppur in modo anonimo, la salute della nostra democrazia. Altrettanto sfidante è esaminare il dato speculare per analizzare lacomposizione dell’elettorato attivo. Lo ha fatto ilCentro Italiano Studi Elettorali(Cise), che sulla base delleintenzioni di votoprofessate a poche settimane dalle elezioni ha provato a tracciare unidentikit degli elettoridivisi per le categorie sociodemografiche di età, genere, istruzione e classe sociale (su una scala da 1 a 10). Centrodestra Iniziamo daFratelli d’Italia, la forza politica che ha portato a casa il bottino elettorale più ricco di questa tornata. Età e genere sembrano non aver influito sull’esito del voto. Il partito di Giorgia Meloni ha riscosso consensi analoghi in tutte le fasce di età, con un leggero incremento tra i 55 e i 64 anni. Nonostante laleadership femminile, inoltre, «i dati mostrano che Meloni avrebbe ottenuto voti in egual modo da uomini e donne, senza esercitare un’attrazione specifica sull’elettorato femminile». Diverso il discorso per quanto riguardaistruzione e classe sociale. A esprimere la preferenza per Meloni è in primo luogo l’elettorato meno istruito. Agli elettori con la sola licenza elementare seguono, a diversi punti di distanza, quelli col grado di istruzione secondaria e, poco più in basso, universitaria. A riconoscersi in Fratelli d’Italia, infine, è soprattutto laclasse media, seguita dall’upper class e, ultima, la classe bassa. Quest’ultimo dato è particolarmente interessante – rileva il Cise – soprattutto se si considera il fatto che FdI abbia cercato più volte in passato di collocarsi nel solco della destra sociale, attenta alle istanze dei ceti popolari». Profilo del tutto simile a quello dellaLegadi Matteo Salvini, che mostra una leggera preferenza per il voto maschile – dove FdI segnava un debole scarto a favore delle donne – e registra il picco negli elettori compresi tra 30 e 44 anni. Il quadro subisce cambiamenti significativi se guardiamo aForza Italia. Il partito di Silvio Berlusconi, infatti, sembra riscuotere maggiore successo tra leclassi sociali più alte, e a dispetto delle apparenze è supportato daigiovanipiù che degli anziani, con picchi dello stesso livello nella fascia tra i 30 e i 44 anni e in quella tra i 18 e i 29. Lo scarto di genere, infine, è più marcato degli altri partner di coalizione a favore delledonne. Movimento 5 Stelle Il profilo dei pentastellati si dimostra in linea coltrasversalismodel movimento politico ideato da Beppe Grillo. Un dato tuttavia sorprendente, sostiene il Cise, «se consideriamo la natura della campagna elettorale portata avanti da Giuseppe Conte, improntata maggiormente verso un elettorato di tipo progressista e che quindi poteva ragionevolmente perdere una parte di elettorato maggiormente conservatore». Significativo il più alto riscontro del M5S nella fascia di età compresa tra i 18 e i 29 anni, specialmente in relazione a quello ottenuto tra gli over 65, il più basso tra le forze politiche prese in esame. «Sotto questo aspetto – afferma il Cise – il M5S si conferma come forza politica con forteappeal tra i giovani». Partito democratico Il partito di Enrico Letta presenta una polarizzazione che lo vede ottenere il consenso maggiore ai dueestremi anagrafici, tra gli under 30 e gli over 65, mentre è più in difficoltà nelle fasce intermedie. I dem sono inoltre quelli che riscuotono il maggior successo nelleclassi più altesia in termini di istruzione che a livello sociale. Un dato che sembra confermare l’impopolarità del Pd nel ceto medio-basso.