Anie e Unionplast unite per le rinnovabili

Si possono alleare due interi settori industriali per la promozione dienergie rinnovabili? Sì, eAnie(federazione confindustriale dell’industria elettrotecnica ed elettrica) eUnionplas(associazione dei produttori di beni di plastica) ce lo dimostrano. Insieme hanno formato una doppia alleanza persostenere le aziende nell’efficienza energeticae negliinvestimenti nell’energia rinnovabile. L’accordo, siglato ieri a Milano dai presidenti delle aziende coinvolte (Filippo Girardi per l’Aniee Marco Bergoglio perUnionplast), ha visto anche la presenza del Presidente del gruppoEnergiadellaConfindustria,Aurelio Regina. Ma perché si tratta di un accordo così importante? Tutte le aziende che lavorano la plastica grezza e la trasformano in oggetti richiedono unosforzo enorme di fabbisogno energeticoper portare a compimento tutti i processi, dal raggiungimento della temperatura di fusione, al funzionamento delle presse e via dicendo. E in questo scenario entrano in gioco le aziende che realizzanosistemi di produzione energetica rinnovabile, come impianti fotovoltaici e apparecchi ad alta efficienza, che sanno come soddisfare l’elevato fabbisogno energetico del settore della plastica. Che cosa succede quando questi settori si alleano? Le aziende della plastica si affidano al settore energetico, che le dota ditecnologie per il risparmio energetico, di moduli fotovoltaici e di dispositivi per l’autosufficienza energetica o, per lo meno, per ridurne la spesa. In questo contesto, Marco Bergoglio sottolinea come sia sì importante unastabilizzazione del prezzo dell’energia, ma anche il “contributo al miglioramento ambientale del settore a fianco del percorso del riciclo, dove già oggi utilizziamo materie prime rigenerate pari a 1,2 milioni di tonnellate su 6 milioni di tonnellate dii plastiche lavorate ogni anno”. L’accordo tra questi due settori rappresenta però il raggiungimento di un duplice obiettivo su due livelli: il primo a livelloetico e ambientale, in quanto si propone di contribuire e incentivare la sostenibilità delle imprese per ridurne l’impatto sull’ambiente, decarbonizzando le attività produttive. In secondo luogo, entra in campo unfattore economico, non trascurabile se si considerano i costi di produzione: attraverso sistemi di energia rinnovabile, infatti, è possibile un risparmio sui costi energetici. E proprio su questo aspetto che interviene Aurelio Regina: “negli ultimi tre anni siamo passati da una spesa per il sistema industriale di 8 miliardi per il gas e l’elettricità a quasi 60, quest’anno, con una stima di 72 miliardi per il prossimo”. Sul tema dell’ambiente, anche Filippo Girardi, che sottolinea comeci siano ancora ingenti ostacoli per lo sfruttamento di fonti di energia rinnovabile: “L’italia resta ferma agli 822 megawatt di fotovoltaico installati da gennaio a maggio di quest’anno. Di questo passo non raggiungeremo mai gli obiettivi del Piano nazionale energia e clima e men che mai l’indipendenza da fonti fossili”.