Secondo ilRapporto rifiuti urbanielaborato dall’Ispra– Istituto Superiore per la protezione e la Ricerca Ambiente –in Unione Europea nel 2019 sono state prodotte oltre 220 milioni di tonnellate di rifiuti, con un incremento dell’1,3% rispetto al 2018 e dell’1,6% rispetto al 2017. Nello specifico, si è registrato unincremento significativo a Malta e in Lettonia– con + 9% e +7% -, mentre si registra undecremento in Estonia(-8,4%)e in Italia(-0,5% per un totale di 142.000 tonnellate in meno). Tuttavia, per quel che riguarda il nostro Paese, se si analizzano i dati relativi al valore pro capite, si registra per il triennio 2017-2019 un incremento del 3,1%, con l’aumento da 488 a 503 kg per ciascun abitante per anno. Ma come vengono gestiti i rifiuti? L’analisi dell’Ispra restituisce un’estrema variabilità nell’approccio alla gestione dei rifiuti urbani tra i diversi Stati: Svezia, Germania, Belgio, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Austria e Lussemburgo, a esempio,preferiscono l’incenerimento con recupero energetico allo smaltimento in discarica, con un aumento dell’1,2% di quantità di rifiuti avviati nel corso del triennio 2017-2019. Al contrario, l’incenerimento senza recupero di energia è poco utilizzato, e la percentuale maggiore si registra in Slovacchia, con un totale del 4%. Per quel che riguarda le operazioni di riciclaggio, 8 Paesi su 27 hanno percentuali del rifiuto urbano avviato a riciclo di materia superiori al 30%, con la Slovenia e la Germania in testa, con una percentuale rispettivamente del 52% e del 48%. L’Italiaavvia al riciclaggio il 33% dei rifiuti urbani e a compostaggio e digestione anaerobica il 23%,con un totale di rifiuti avviati a operazioni di riciclo del 56%. Dunque, nel complesso, nel territorio dell’Ue, nel triennio 2017-2019 le quantità di Ru smaltiti in discarica diminuiscono dello 0,6% per un totale di circa300.000 tonnellate. Ciononostante, in ben 13 Paesi su 27, nello stesso periodo considerato, si è registrato un aumento delle quantità di rifiuti smaltiti,con punte significative di +7,6% e +9,7% in Spagna e Polonia. Al contrario, nel nostro Paese – in termini quantitativi – si è registrato undecremento del 9,3% per un totale di – 644.000 tonnellate. Ilriciclaggio complessivo, in Unione Europea, ha riguardato, nel 2019, circa107 milioni di tonnellate di Ru, con un aumento del 2,4% rispetto all’anno precedente. Se si considera invece il triennio 2017-2019, incrementi significativi in termini quantitativi che si registrano in Italia (+1,3 milioni di tonnellate) e in Francia (+1,2 milioni di tonnellate). Per quel che riguarda ilcompostaggio e la digestione anaerobica, nel corso del 2019 sono stati smaltite oltre38 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, con un aumento del 3,2% rispetto al 2017. In questo contesto, Italia, Francia e Polonia registrano incrementi quantitativamente maggiori. Produzione e raccolta differenziata in Italia I dati del report fanno riferimento all’anno 2020, anno in cui si è registrato uncalo del 3,6% nella produzione di rifiuti: il contesto segnato dall’emergenza sanitaria ha fatto sì che da una parte aumentassero i rifiuti prodotti nelle abitazioni ma, d’altra parete, ha registrato un calo a livello industriale. Nel complesso, la produzione di rifiuti urbani diminuisce in tutte le macro-aree geografiche: nel Centro si registra un calo del5,4%; nel Nord-3,4%; nel Sud-2,6%. Ma come funziona nel nostro Paese la raccolta differenziata? A lungo una normativa di riferimento è stata ladirettiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE, modificata poi con ladirettiva 2018/851/UE, che ha aggiunto alla precedente ulteriori obiettivi sul riciclo: entro il 2025 dovranno essere riciclati il 55% dei rifiuti; entro il 2030 il 60%; entro il 2035 il 65%. Tali obiettivi sono stati recepiti nel nostro Paese daldecreto legislativo 3 settembre 2020 n. 116. Considerando i dati in macro-aree, nel corso del 2020, nel Nord del Paese la raccolta complessiva si attesta a9,8 milioni di tonnellate; nel Centro acirca 3,6 milioni di tonnellate; nel Meridione aquasi 4,8 milioni di tonnellate. In questo scenario, eccezione fatta per la Valle d’Aosta, tutte le regioni hanno registrato un calo significativo dei rifiuti prodotti. Nello specifico, nelle regioni settentrionali, i maggiori decrementi si osservano inTrentino Alto Adige (-6,3%), Emilia Romagna (-3,9%) e Liguria (-3,7%); nel Centro troviamoLazio (-5,6%), Marche (-5,4%) e Toscana (-5,4%); al Sud, invece,Calabria (-6,7%) e Basilicata (-4,3%). Per quanto concerne laraccolta differenziata, sempre in riferimento all’anno 2020, la percentuale più alta è conseguita dalVeneto (76,1%), a cui fanno seguitoSardegna (74,5%),Lombardia (73,3%),Trentino Alto Adige (73,1%),Emilia Romagna (72,2%) e Marche (71,6%). Superano l’obiettivo nazionale – fissato al 65% -Friuli Venezia Giulia (68%), Umbria (66,2%) e Abruzzo (65%), mentre sono prossime al raggiungimento Piemonte e Valle d’Aosta, entrambe al 64,5%. Riguardo la sua ripartizione, nel 2020 la raccolta differenziata era composta da: frazione organica (39,3%), carta e cartone (19,2%), vetro (12,2%), plastica (8,6%), ingombranti misti (4,9%), legno (4,8%), spazzamento stradale a recupero (2,3%), rifiuti da costruzione e demolizione (2,2%), metallo (2%), Raee (1,6%) e altro (2,9%). La gestione dei rifiuti urbani Che cosa succede ai rifiuti dopo che sono stati raccolti? Parte dei rifiuti raccolti vengono avviati aforme di trattamento di tipo meccanico biologicoprima di una destinazione definitiva di smaltimento o recupero: questi rappresentano circa il 31% del totale. Questo tipo di trattamento viene utilizzato comeforma di pre-trattamento allo smaltimento in discarica o all’incenerimento, con lo scopo di garantire le condizioni di stabilità biologica e incrementare il loro potere calorifero per rendere più efficiente il processo di combustione. Stando ai dati del report, lo smaltimento in discarica interessa il 20% dei rifiuti urbani prodotti, mentre agli impianti di recupero viene inviato il51% dei rifiuti prodotti: il 23% agli impianti che recuperano la frazione organica e il 28% agli impianti di recupero delle altre frazioni. Ancora,il 18% dei rifiuti viene incenerito,mentre l’1% viene inviato a impianti produttivi come cementifici, centrali termoelettriche e via dicendo per essere utilizzati all’interno del ciclo produttivo per produrre energia. Ma questi dati lasciano emergere l’urgenza di un miglioramento nel sistema di gestione: secondo gli obiettivi previsti dalla normativa europea, lo smaltimento in discarica nei prossimi 15 anni dovrà essere dimezzato.
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