La smart city sarà una “spugna”?

La sfida per gli urbanisti del domani saràrendere le città meno impermeabili e più porose, proprio come delle spugne, grazie a sceltenature based. Addio ad asfalto e colate di cemento: in futuro converrà optare peralberi, aiuole, zone verdi, stagni e in generale superfici permeabili che possano assorbire l’acqua. Il posizionamento di questi elementi non può essere casuale, ma deve seguire i cosiddettiflooding hotspots, punti in cui è probabile che si accumuli grandi quantità d’acqua in caso di piogge intense. Tra i Paesi pionieri sicuramente laCina, particolarmente soggetta adalluvionie in determinate aree, al contrario, alla siccità. Yu Kongjian, professore di architettura del paesaggio allaPecking Universityha ideato il concetto dicittà-spugna. L’idea è frutto di un evento traumatico della propria infanzia: all’età di 10 anni, durante un’alluvione venne trascinato dalla forza dell’acqua, finché, in un punto dove si addensavano salici e canneti, l’impeto del fiume si era placato permettendo al piccolo Yu di salvarsi. «Sono sicuro che se il fiume fosse stato come quelli di oggi, levigati con strati di cemento, sarei annegato. Perché non puoi vincere contro l’acqua: devi lasciarla proseguire», ha raccontato l’esperto di design urbano allaBbc. Arup, multinazionale che si occupa di design, architettura e ingegneria ha condotto uno studio interessante sul tema. Nel rapporto dal titoloGlobal Sponge Cities Snapshot, la compagnia ha assegnato unapercentuale di “spugnosità”a settemetropoli: Auckland (35%), Nairobi (34%), Singapore (30%), New York (30%), Mumbai (30%), Shanghai (28%) e Londra (22%). Il punteggio veniva stabilito in base alla quantità dispazi verdi e blu, alla tipologia di suolo e di vegetazione e ai sistemi urbani per il deflusso dell’acqua. Auckland, in Nuova Zelanda, ha ottenuto un punteggio elevato grazie alla presenza di enormi parchi e a un moderno sistema di gestione dell’acqua piovana.Nairobi, in Kenya, si è aggiudicata il secondo posto grazie alle ampie porzioni di terra permeabile (terriccio, sabbia) ai margini dell’area urbana.