Startup: quando la sostenibilità è rosa

Startup: quando la sostenibilità è rosa

 

Le donne superano gli ostacoli che si frappongono alla loro crescita imprenditoriale per prendersi cura del mondo. Il libroModa al femminile e sostenibilità. Casi di brand made in Italy(Egea, 2022), scritto da Patrizia Tettamanzi e Valentina Minutiello, descrive lo stato dell’arte dell’imprenditoria al femminilein Italia che, sebbene sconti ancora un certo ritardo rispetto ad altri Paesi europei, è in fortissima crescita proprio nel segmento dellasostenibilità. Questa, però, è una parola molto ampia e i casi di successo di imprenditoria femminilepiù interessanti sono molto eterogenei, tra loro e nel tipo di approccio.Spesso ilfil rougeè quello deltessile/moda.Ma non è sempre così. Rubber Soul È il caso per esempio diValentina Curzi, designer e imprenditrice, che nei giorni scorsi è stata premiata a Taormina nel contesto delSustainability Award(premio riservato ai progetti made in Italy con maggiore impatto). Curzi, da tempo nel settore e con esperienza di studi internazionale, ha ideato un modello disneakersad alto impatto ambientalesotto ilmarchio Rbrsl.La sigla sta perRubber Soul(anima di gomma). Ed è proprio questo il punto. Oggi la gomma, e in generale la produzione di sneakers, più che un’anima ha un corpo che inquina.Le scarpe diRubber Soulsono invece basate sugomma riciclatae vengono prodotte attraverso un procedimento artigianale brevettato dall’azienda che, oltre a usare gomma riciclata e procedimenti a ridotto impatto inquinante, non genera scarti. Green Vibes Nel corso degli ultimi anni il mercato deisex toysè cresciuto a doppia cifra anno su anno (circa500 milioni di oggetti venduti). Ma c’è un problema: questo è un mercato fortemente inquinante. I sex toys durano poco ed è difficile riciclarli.Ciò ha colpito profondamenteChiara Maggio, cofounder diGreen Vibes, “primo e-commerce dedicato al piacere sostenibile”. Questoseleziona sex toys realizzati in maniera eco-friendly, riciclabili e green. La startup ha realizzato una sorta di algoritmo che permette di creare unpunteggio di sostenibilitàper i toys. Ogni anno il settore genera 100 tonnellate dirifiuti:plastica, batterie non rigenerabili, lubrificanti.È inoltre un mercato completamente lineare, senza circolarità e ad alto tasso di riacquisto. Insomma consumismo senza freni. Cooperativa Alice Un altro grande tema quando si parla di sostenibilità è quello delsociale. L’agenda delleNazioni Unitesullo sviluppo sostenibile insiste fortemente su questo punto. Alcuni progetti di imprenditoria femminile riescono a incidere in maniera estremamente efficace su questi elementi. Cooperativa Alice, guidata da Caterina Micolano, si propone due obiettivi: restituire dignità eopportunità di lavoroalledonneincarceree creare una filiera della moda sostenibile ed eticamente di valore. Il progetto è basato sulla realizzazione di sartorie sociali all’interno delle carceri e per le donne in uscita dal periodo di detenzione, che ricevono commesse dai grandi marchi della moda per la realizzazione di prodotti di pelletteria.Il tasso di recidiva per le ex detenute è altissimo e la possibilità di trovare un lavoro è molto bassa. Inoltre, il carcere è un’istituzione pensata da uomini per uomini.È uno spazio di privazione non di rinascita. Apprendere un lavoro nel contesto del periodo detentivo è dunque un passo in avanti enorme. Allo stesso tempo, la moda oggi ha un enorme problema sulla filiera produttiva.Le sartorie sono spesso luoghi di lavoro insalubri dal punto di vista ambientale, sociale e dei diritti. L’idea di Cooperative Alice è quella di sostenere invece unafiliera etica, in cui le sartorie aderenti rispettino le norme sul lavoro, i contratti nazionali e la qualità umana dell’ambiente lavorativo. Lifeed Lifeedè unastartup edtechfondata da Riccarda Zezza, che va direttamente al cuore di uno degli ostacoli per l’imprenditoria femminile: lamaternità.Questa è da sempre vista quale punto debole delle donne lavoratrici, in carriera oin procinto di avviarla. La stessa Zezzal’ha vissuto sulla propria pelle, quando da manager si è ritrovata in un certo senso “ridimensionata” dopo la maternità. E così ha scritto prima un libro (Maam. La maternità è un master-Rizzoli), poi fondato una startup. Il perno del progetto di vita e diLifeed, è il seguente: i cicli della vita portano e generano trasformazioni personali che hanno un impatto straordinario all’interno del mondo del lavoro.La maternità non è limite ma un’opportunità. Lifeedsviluppa master e programmi per le aziende,crea soluzioni innovative per lo sviluppo del capitale umano, coinvolgendo il mondocorporatecome agente del cambiamento, con l’obiettivo di trasformare le attività di cura, la genitorialità, il caregiving in opportunità di crescita personale e professionale.