La morte di Emmett Till non ha colpevoli

La morte di Emmett Till non ha colpevoli

 

Settant’anni fa ilMississippivenne scosso da una tragica morte. Quella diEmmettTill, un bambino nero di 14 anni che venne rapito, torturato e ucciso da due uomini perché, secondo la moglie di uno di loro, le aveva fatto delleavances. Dopo vari sviluppi, a distanza di più di mezzo secolo, un gran giurì del Mississippi harifiutato di incriminareCarolyn Bryant Donham per rapimento e omicidio colposo, dopo aver ascoltato ore e ore di testimonianze e dettagli sul caso dal 2004 a oggi. «L’omicidio di Emmett Till rimaneuna tragedia indimenticabilein questo Paese e i pensieri e le preghiere di questa nazione continuano a essere con la sua famiglia», ha concluso la giuria chiamata a stabilire se le prove raccolte fino a oggi erano sufficienti per iniziare un processo penale nei confronti di Bryant Donham. Circa un mese fa i parenti di Till e gli investigatori avevano portato alla luceun mandato d’arrestoper la signora Donham, emesso dallo sceriffo della contea di Leflore e datato29 agosto 1955, che però non era mai stato notificato. La parola, dunque, è passata alla giuria. Era l’agosto del 1955 quando Emmett Till, originario diChicago, si recò in Mississippi per visitare alcuni parenti e trascorrere qualche giorno a casa del prozio. Il 24 il ragazzo andò alBryant’sGrocery and Meat Market nella città di Money, nella zona nord-occidentale del Paese, e lì incontrò Carolyn Bryant Donham, la donna che gestiva il negozio insieme al marito Roy, che non era presente. L’allora ventenne disse che il ragazzole mise le mani addosso, poi disse che le fischiò dietro, ma le sue versioni avevano delle imprecisioni secondo la famiglia di Till. Convinsero, però, il marito Roy Bryant e il fratellastro JW Milam a fargliela pagare: nelle prime ore del 28 agosto rapirono il bambino e il suo corpo venne ritrovato martoriato solo tre giorni dopo nel fiume Tallahatchie. Il settimanaleJetpubblicò una foto del suo corporealizzata da David Jackson: nell’immagine la madre Mamie Emmett, che dovette riconoscerlo e diede il permessoper divulgare la foto, fissava ciò che rimaneva di suo figlio. Grazie a quello scattola vicenda fece il giro del mondoe costrinse la società dell’epoca a fare i conti con la brutalità delrazzismoamericano. Il 19 settembre iniziò il processo per rapimento e omicidio, ma cinque giorni dopo una giuria composta esclusivamente dauomini bianchiassolse i due indagati, nonostante le prove schiaccianti e le testimonianze di chi aveva assistito al rapimento. Anni dopo, però,confessarono di aver ucciso EmmettTillin un articolo pubblicato dal magazineLook,riportando anche i macabri dettagli dell’aggressione. Vennero pagati circa 4.000 dollari per l’intervista. Man mano che il tempo passava, le vie per riaprire il caso e stabilire che qualcuno fosse penalmente responsabile del rapimento, della tortura e dell’uccisione del bambino diminuivano. Le indagini vennero chiuse. Nel 2004 alcuni funzionari federali ci riprovarono,riesumarono il corpodi Till e scoprirono una trascrizione del processo perduta da tempo. Produsseroun rapporto di 8.000 paginee lo consegnarono ai pubblici ministeri locali, ma nel 2007 una giuria della contea di Leflore decise dinon incriminare la donna. Nessuno fu mai assicurato alla giustizia, né lei, né Roy Bryant, né JW Milam. I due uomini, successivamente, morirono di cancro. La signora Donham oggi ha 88 anni. Emmett Till, a cui il 29 marzo del 2022Joe Bidenha intitolatoun disegno di legge per trasformare il linciaggioin un crimine federale, ne avrebbe 81.