Che vecchiaia da cani!
Cani e canizie. È il binario d’indagine delDog Aging Project(Dap), un’iniziativa che si autodefinisce “lo studio sulla salute canina più ambizioso al mondo” e che ha come obiettivo quello di studiare labiologia dell’invecchiamentonei cani da compagnia e identificare i fattori biologici e ambientali che ne migliorano la longevità. «Anche se invecchiano più rapidamente degli umani, i cani contraggono le stesse malattie dell’invecchiamento, sono geneticamente diversificati e condividono il nostro ambiente», sostengono i ricercatori del progetto. «Studiando l’invecchiamento nei cani, possiamo ampliare più rapidamente la nostra conoscenza del processo di invecchiamento non solo nei cani ma anche nell’uomo». Inaugurato nel 2018, il Dap è oggi un club open data che a febbraio di quest’annocontavaoltre32.000 canistatunitensi di tutte le razze ed età raccolti con la collaborazione della Texas A&M University, della University of Washington e di una dozzina di altre istituzioni partner. «Gli obiettivi scientifici di questo studio sono identificare i fattori genetici, ambientali e di stile di vita che influenzano l’invecchiamento nei cani, scoprire i meccanismi molecolari sottostanti attraverso i quali lo fanno e testare potenziali modi per aumentare ladurata della vita sana», spiegano i ricercatori in un articolopubblicatosu Nature. Per riuscirci gli scienziati lavorano a braccetto con i proprietari degli animali, ai quali viene chiesto di compilaresondaggied effettuare misurazioni lungo tutta la durata del progetto, almeno10 anni. «Ad alcuni potrebbe anche essere chiesto di raccogliere tamponi orali per ilcampionamento del Dna», viene spiegato in una nota. Inoltre il team di Dap, che comprende oltre 40 esperti operativi in diverse aree di ricerca – tra le altre genetica, microbiologia, tossicologia, cardiologia – è in contatto conveterinariin tutto il Paese che assistono la ricerca inviando campioni di pelo, feci, urina e sangue dei partecipanti iscritti. «Dato che i cani condividono l’ambiente umano e hanno un sistema sanitario sofisticato ma hanno una vita molto più breve rispetto alle persone, offronoun’opportunità unicaper identificare i fattori genetici, ambientali e di stile di vita associati a una vita sana», ha affermato Daniel Promislow del National Institute on Aging che finanzia il progetto. Il progetto prevede anche untest cognitivoche ha lo scopo di monitorare la memoria e l’apprendimento nel tempo da parte dei cani attraverso l’utilizzo di uno schermotouch screen. Le regioni cerebrali coinvolte sono quelle interessate dalla disfunzione cognitiva nei cani anziani, e i ricercatori sperano così di fare luce sulle analoghe aree dell’uomo interessate dal morbo diAlzheimer. Tutti i dati raccolti dal Dap sono disponibili per i ricercatori internazionali attraversoTerra, una piattaforma informatica basata su cloud situata presso il Broad Institute del MIT e Harvard. «È un onore condividere il nostro lavoro con la comunità scientifica», ha affermato Kate Creevy, capa veterinaria del Dap. «Il progetto Dog Aging sta creando una risorsa con il potere di trasformare la medicina veterinaria, la ricerca sull’invecchiamento e molti campi di indagine scientifici e non».