Corea del Sud: ci sarà una corsa al nucleare?

 

LaCorea del Norddel dittatore Kim Jong Un torna aminacciaregli Stati Uniti e la Corea del Sud in un discorso per il 69esimo anniversario dell’armistizio fra le due Coree, annunciando di essere pronta a mobilitare l’arsenale nucleare. Un serie di minacce reiterate nel tempo, fra momenti di dialogo e improvvise nuove tensioni, che però stanno spingendo i leader della Corea del Sud ad accarezzare l’ipotesi della corsa alle armi nucleari per bilanciare la situazione con il regime di Kim. Secondo unsondaggiodelChicago Council on Foreign Relationsil71% dei coreani sono favorevolia sviluppare un deterrente nucleare, anche se questo dovesse comportare conseguenzegeopoliticheed economiche. Lo stesso presidente della Corea del Sud Yoon Suk Yeol, sebbene non citando esplicitamente le bombe atomiche, avevaannunciatodopo la vittoria alle elezioni politiche una forte sviluppo dell’apparato di difesa: «Istituirò una forte capacità militare perscoraggiare completamente qualsiasi provocazione.Tratterò fermamente le azioni illecite, a partire dal comportamento irragionevole della Corea del Nord». La spinta verso una nuovo massiccio riarmo deriva dall’aggravarsi delletensioni internazionalie dalla paure che l’alleato americano non sia disposto a difendere fino in fondo il governo di Seul, specialmente in un confronto con le forze nord coreane. «Nonostante decenni di sforzi per de-nuclearizzare la Corea del Nord, stiamo per assistere a quello che sembra il settimo test nucleare… e potrebbe non essere l’ultimo. Dunque qui sta la domanda: se la Corea del Nord decidesse di proseguire, cosa dobbiamo fare? Più condanne, più risoluzioni dell’ONU, più sanzioni? Questo non ha funzionato per due decenni», haaffermatoLee Jung-hoon, professore di relazioni internazionali allaSeoul’s Yonsei University. LaCorea del Sud, nel caso dovesse decidere di uscire dal Trattato di non proliferazione nucleare e procedere per acquisire le primearmi nucleari, ha tutte lecapacità tecnologicheperdotarsi di un’arsenale all’avanguardia, contempisticheche vanno dai due ai tre anni. Anche se nel 2017 Suh Kune-yull, professore di ingegneria nucleare allaSeoul National University,dichiaròche «Se decidiamo di procedere per conto nostro e mettere insieme le risorse, possiamo costruire un’arma nucleare in sei mesi… la questione è se il presidente ha la volontà politica di farlo». Una mossa del genere potrebbe però innescarepericolose reazioni geopolitiche in Asia,non solo con il rivale nord coreano, ma anche con nazioni come il Giappone e la Cina. L’ascesa della superpotenza cinese preoccupa sempre di più i Paesi confinanti, tanto che anche in Giappone, sebbene in forma molto riservata, da tempoviene discussal’idea di unfuturo arsenale nucleare nipponico.Allo stesso tempo la Cina continua aammonirela Corea del Sud a non intensificare il suo dispiegamento militare, specialmente in connessione con gli alleati americani e giapponesi.