Alleanza Verdi e Sinistra: l’emergenza clima al centro

Alleanza Verdi e Sinistra: l’emergenza clima al centro

 

Il tempo sta per scadere. Serve una svolta subito: questi sono gli anni delle scelte, cruciali, per la sopravvivenza del Pianeta minacciato dalla crisi climatica che abbiamo innescato. Ecco perché – in una Italia che fa parte dell’area mediterranea sempre più soggetta ai devastanti impatti del surriscaldamento – ilvoto del 25 settembre è fondamentale. Gli scienziati (anche con una lettera appello) chiedono che lacrisi climaticavenga dunque messa alprimo posto dell’agenda politica. Servono azioni immediate dimitigazione e adattamento, piani per rendere i territori resilienti a siccità, ondate di calore, innalzamento dei livelli del mare. Decisivo, ricorda la scienza, è quindiridurre le emissioni digas serra,andando verso l’azzeramento delle estrazioni dicombustibili fossili.E per assicurare un futuro alle nuove generazioni serve una vera transizione energetica ed ecologica, oltre che di economia circolare, e una visione che non sia solo emergenziale ma preventiva. Quante e quali, di tutte queste esigenze, rientrano nei programmi elettorali dei partiti in vista del voto? La questione climatica e ambientale è centrale? Ci sono impegni precisi e percorribili? Come prevedibile, se c’è un programma che più di altri mette al centro l’ambiente e la crisi climatica è quello diAlleanza Verdi e Sinistra Italiana. I partiti guidati daNicola Fratoianni(segretario di Sinistra Italiana) eAngelo Bonelli(portavoce nazionale dei Verdi) che insieme confluiscono nella coalizione di centrosinistra hanno stilato un programma con18 capitoliincentrati soprattutto sullaquestione ambientale, energeticae delledisuguaglianze e ingiustizie sociali. Punto numero 1 del testo è“l’Italia rinnovabile”, quella in cui “ognuno di noi sia messo nelle condizioni di produrre energia pulita e soprattutto di condividere e scambiare l’energia prodotta attraverso la rete elettrica e il relativo mercato. L’energia deve diventare un bene comune, staccandosi dalla logica dei sistemi centralizzati in cui pochi producono/distribuiscono e tutti consumano la risorsa, se hanno la possibilità di acquistarla” si legge nel documento. Entrando nello specifico di un “mondo che si trova su una strada che va verso un aumento della temperatura globale di 2,7 gradi entro la fine del secolo” il programma affronta di petto l’esigenza della lotta alla crisi climatica, chiedendo di “ascoltare la scienza” e, dunque, “l’Italia devedotarsi di un obiettivo nazionale di riduzione delle emissioniserra come hanno fatto tutti i grandi paesi Europei” e deve“triplicare i propri sforzi riducendo le emissioni del 70% al 2030 rispetto al 1990 e procedendo verso la neutralità climatica da raggiungere nel 2045”. Ma come fare? Sintetizzando, Verdi e Sinistra vogliono “realizzareun piano chedefinisca tempi e quantitàper il definitivo abbandono del gas metano dal sistema energetico nazionalee garantisca l’uscita dalla generazione a gas nel sistema elettrico entro il 2035”. Parlano di “unpiano per l’eliminazione dei combustibili fossilidalle abitazioni mediante energie rinnovabili, efficienza energetica, pompe di calore e ogni altro processo che porti all’elettrificazione completa delle abitazioni, incluso il superamento delle deroghe per l’impiego di gasolio nel riscaldamento domestico”. E ancora: “mettere l’efficienza energeticae l’attivazione del risparmio energetico da parte dei cittadini in cima alle priorità di azione” o “accelerare la produzione di energia elettrica rinnovabile fino a raggiungere l’installazione di 15 GW all’anno”. Sul gas, spiegano di voler “sfruttare tutte le infrastrutture gas esistenti – stoccaggi, gasdotti e rigassificatori – per compensare possibili contrazioni o stop del gas russo prima di considerare nuove infrastrutture gas” ed eventuali nuovi contratti all’interno della transizione energetica dovranno “essere limitati al minor tempo possibile”. Se è netto l’impegno a intraprendere la strada delladecarbonizzazione, chiari sono anche le volontà di unariforma ambientale del fisco, così come i passaggi che ribadiscono il“sì alle rinnovabili e il no al nucleare e trivelle”. Per le rinnovabili in particolare “è necessario realizzare 60GW di rinnovabili entro tre anni individuando anche figure di commissari e sub commissari regionali per sbloccare le autorizzazioni” e sviluppando un“piano speciale di accumuli e della rete elettrica”. Importante è poi l’idea – per agire in fretta – di unalegge per il clima entro i primi 100 giorni di mandato“come strumento normativo di coerenza e continuità delle politiche rispetto a obiettivi vincolanti “. Le priorità? “L’adattamento climatico” (parola che non viene mai usata negli altri programmi), i piani di investimenti per ilrisparmio idricoe la partecipazione alla costruzione di una “Europa verde e solidale”con un green deal “più ambizioso”, ma anche la “lotta alladesertificazione” e la protezione dellabiodiversità, e l’idea generale di incrementare e finanziare la pianificazione forestale e la certificazione di gestione sostenibile, investendo nellasalute delle foreste. Punto chiave è poi quello sullamobilitàsostenibile, con più trasporto pubblico (gratuito per under 30) e incremento dei mezzi a energia pulita. Tra posizioni note (No-Tav in Val di Susa) e l’idea di “realizzare la conversione ecologica industriale e renderla socialmente desiderabile”, parlano poi di un “piano straordinario per il trasporto pubblico locale”. Per esempio “affrontare le carenze organizzative, di infrastrutture e dotazione di mezzi per una più elevata qualità del servizio erogato; ampliare e mettere in sicurezza percorsi ciclabili e pedonali; digitalizzare tutti i servizi di mobilità; offrire tariffe agevolate e incentivi all’utilizzo delle alternative all’auto. Per raggiungere questi obiettivi si rende necessario rimodulare il fondo complementare del Pnrr pari a 30 miliardi di euro per destinarlo in via prioritaria agli investimenti sul trasporto pubblico. È necessario favorire lo smart working per tutti i lavoratori e lavoratrici la cui presenza non è richiesta fisicamente”. Tanti, nel programma, i passaggi dedicati anche a una visionerifiuti zero (“con meno plastica ed emissioni”), all’economia circolare e a un piano nazionale per la gestione dei rifiuti che deve “considerare latermovalorizzazione solo come una soluzione di ultima istanza”. In tema benessere animali, si parla diabolizione dellacaccia, ma non si affronta in maniera netta e precisa la chiusura degli allevamenti intensivi, come vorrebbero per esempio iFridays For Future.Forse quest’ultimo è uno dei pochi punti – che i ragazzi e le ragazze dell’onda verde hanno fatto notare sui social ai due partiti – dove c’è distanza di intenti: per la maggior parte dei tantissimi passaggi del programma di Alleanza Verdi e Sinistra Italiana c’è invece una visione comune sia con quanto chiedono gli scienziati per il clima, sia di quanto invocano i giovani dei movimenti verdi.