Ghali compra una nave per salvare le persone in mare

Ghali compra una nave per salvare le persone in mare

 

La Pandemia prima e la guerra in Ucraina poi, hanno fatto per diverso tempo passare le notizie in merito all’arrivo dei migrantinel nostro Paese leggermente in secondo piano. Come se centinaia di persone ogni anno non perdessero più la vita nel Mediterraneo. Purtroppo non è così, soprattutto in estate, e le cronache di questi giorni ne sono un esempio. Al momentola Ong SeaWatchsta navigando con a bordo 444 personein attesa di un porto sicuro e solo negli ultimi giorni più di600 sono state tratte in salvomentre si trovavano alla deriva al largo della Calabria.Cinque di loro sono mortee tante altre, con ogni probabilità, perderanno la vita in quel lembo di mare che separa la Libia dalle nostre coste, nonostante il lavoro incessante delle numerose forze impegnate nei salvataggi. Mezzi e persone, infatti, non bastano mai e partendo da questa consapevolezze e da una vicinanza personale alla causa il rapperGhaliha deciso di dare una mano in prima persona,donando un’imbarcazione da soccorso alla Ong italiana Mediterraneae aprendo unaraccolta fondi per l’acquisto di una seconda. «Fin da bambino questo è un argomento sempre presente nella mia vita. Amici, cari e parenti sono stati colpiti e traumatizzati da quello che succede ogni giorno nel Mediterraneo. Tutti gli anni muoiono centinaia di persone in mare, si stima che siano circa 850 persone solo dallo scorso Gennaio, e che circa 16.0000 siano stati illegalmenterespinti in Libia», ha spiegato presentando l’iniziativa, trasposizione concreta di un impegno che l’artista nato in Italia da genitori tunisini porta avanti da tempo, tramite canzoni dai testi volti all’inclusione e alla lotta al razzismo, e dove ciò che avviene in mare trova spesso spazio. Come in Mamma in cui canta «Mare o mare, non ti agitare/Mi raccomando, portalo in salvo». Quella donata da Ghali è unarescue boat, un gommone veloce di soccorso che verrà dato in dotazione da agosto allaMare Jonio, unica nave battente bandiera italiana della Flotta Civile di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. L’Ong Mediterranea quest’anno ha già svolto tre missioni, salvando complessivamente306 vite umanee grazie alla nuova dotazione potrà implementare le missioni di soccorso che nei prossimi mesi potrebbero diventare ancora più frequenti. Sempre più persone, infatti, stanno fuggendo verso l’Europa in cerca di un futuro migliore, spinte dall’aggravarsi delleviolazioni deidiritti umaniin Libia e dal peggioramento della situazione sociale in Tunisia conseguente alla crisi alimentare globale e dell’instabilità internazionale innescata dalla guerra in Ucraina. A seguito degli ultimi sbarchi, l’hotspot di Lampedusa, che potrebbe contenere al massimo 350 unità, è a quota1871 ospitiallo stremo delle loro forze. Un numero destinato a salire ulteriormente e che, come sottolineato Ghali, impone di fare in fretta perché «ogni nave di salvataggio in più in mare può fare la differenza tra la vita e la morte per migliaia di donne, uomini e bambini in viaggio». Ilnuovo gommone si chiamerà Bayna, come una canzone contenuta nel suo ultimo album, e significavederci chiaro. «Il mio contributo è solo una scintilla e sono sicuro che insieme possiamo fare veramente la differenza», ha continuato il cantante invitando tutti a partecipare alcrowdfunding. Se gli obiettivi dell’operazione Bayna saranno raggiunti la Mare Jonio potrà contare su un secondo rescue boat e sui relativi nuovi dispositivi di lancio e ammaraggio, del gruppo elettrogeno supplementare necessario a farli funzionare e di battelli autogonfianti che li integreranno. Dopo qualche anno di quiete, il tema dei migranti è tornato in primo piano anche nelleagende politichedei partiti, impegnati nella primacampagna elettoralecompletamente estiva della storia della Repubblica. A farne un cavallo di battaglia è soprattutto la Lega diMatteo Salvini:il leader, al momento a processo a Palermo per aver trattenuto in mare nel 2019 circa 150 persone per quasi 20 giorni, ha ripreso a parlarne assiduamente, portando avanti la sua politica di respingimento soprattutto sui social, dai quali però nessun commento è arrivato sull’iniziativa di Ghali. Tra i due tuttavia non scorre buon sangue e nonostante gli scontri in passato siano stati diversi, di cui uno quasi fisico lo scorso anno allo stadio Meazza di Milano, il rapper si è limitato a un dire «mi sembra assurdo dover ripetere chesalvare vitedebba avvenireprima di qualsiasi scelta politica». Un messaggio chiaro e preciso, rivolto a chiunque ci governerà.