In Afghanistan il lavoro nobilita solo l’uomo

Dalla presa di Kabul, in Afghanistan continua inarrestabile la scia disoprusi sulle donne da parte dei talebani. Ora non possono più lavorare e, con pressioni neanche tanto velate, sono costrette a licenziarsi per lasciare il posto a parenti di sesso maschile. Era il 14 agosto 2021 quando i talebani hanno preso il potere in Afghanistan e hanno annunciato la rinascita dell’Emirato Arabo. Oggi, a quasi un anno di distanza, sembra farsi sentire con più forza e determinatezza quella frase che allora riecheggiava tra i telegiornali: «Nulla sarà più come primainAfghanistan». Era chiaro a tutti che non lo sarebbe stato per le donne, nel mirino di violenze e soprusi dei talebani. Oggettivizzate e possedute dai loro padroni uomini. Vittime di una perdita di identità indotta. Annullate nel loro essere “umane”. Un viaggio indietro nel tempo per loro, un incubo in cui ricadere dopo spiragli di sonni più o meno tranquilli. Neanche un mese dopo la presa di Kabul da parte dei talebani, le donne erano giàfuori da ogni posizione di potere.Si sono ritrovate a indossare nuovamente ilburqain pubblico perché «è tradizionale e rispettoso» e a non poter viaggiare da sole a distanza di oltre 70 chilometri dalla propria abitazione. Poi hanno dovutorinunciare all’istruzione:le bambine possono frequentare solo la scuola elementare, mentre dai 12 anni l’accesso alle scuole medie e superiori è assolutamente proibito al genere femminile. Alcune università private hanno costruito piccole classi, divise per genere, per permettere alle donne di studiare e garantirsi una speranza di accesso nel mondo del lavoro. Ma si tratta di casi più unici che rari. L’istruzione non è per le donne. Il lavoro nemmeno. L’ultimo punto che si aggiunge all’elenco di divieti per le donne afghane ce lo dice chiaramente: licenziamenti per tutte, senza distinzioni di esperienza, competenze né conoscenze. Ma prima di andare via è permessoraccomandare un membro della loro famiglia,rigorosamente uomo, per sostituirle sul posto di lavoro. È quanto denunciato dalle donne che lavoravano presso il ministero delle finanze alGuardian. Tra loro c’è chi era riuscita, con impegno e sacrificio, a coprire ruoli importanti come quello del capa di dipartimento. Anni di formazione, esperienza e studi mandati in fumo da un gruppo misogino e violento. «Il carico di lavoro in ufficio è aumentato ec’è bisogno di assumere uomini» è lafrase pronunciataal telefono che fa crollare la terra sotto i piedi e riporta indietro nel tempo di qualche decennio. Almeno sessanta le donne del dipartimento finanziario che si sono unite alla denuncia alGuardiane che hanno ricevuto la chiamata dei funzionari talebani per creare pressioni per l’abbandono spontaneo del posto di lavoro.Costrette, in maniera velata, a lasciare tutto per tornare rinchiuse in casa. E chissà quante hanno perso la voce o la voglia di ribellarsi e denunciare. Charles Darwin diceva che il lavoro nobilita l’uomo, ma se qualcuno intendesse l’essere umano, si sappia che inAfghanistanè tutta una questione di genere.