Nel Tamigi c’è un’isola di fazzolettini

Siamo aLondra, nel quartiere di Hammersmith, e qui è nata un’isola di fazzolettini e salviettecosì grande da deviare il corso del fiume Tamigi: laWet Wipe Island, appunto “isola di salviettine umidificate”. Ha una grandezza pari a quella didue campi da tennis, una profondità maggiore di un metro e una storia recente: ha iniziato aformarsi cinque anni fa, raggiungendo quindi una dimensione così vasta in un tempo davvero brevissimo. L’organizzazione no profitThames21ha stimato che la concentrazione di salviette si aggiri oggi tra le 50 e le 200 per metro quadro e nel settembre 2021 i volontari erano riusciti a contare in due giorni più di27.500 salviettegettate e finite in un breve tratto del fiume (vicino al Battersea Bridge). Ma come ci arrivano nel Tamigi? È semplice. Dopo essere utilizzate, le salviettine vengonogettate nei servizi igienicie poi scaricate, finendo nelle tubature delle fogne che, ostruendosi, riversano le acque e i rifiuti nel fiume. Contenendomicroplastiche, lo scioglimento dei fazzolettini è praticamente impossibile nel breve termine e questo determina l’accumulo dei rifiuti e la loro sedimentazione. Anna Boyles, responsabile di Thames Water, la più grande società di servizi per l’acqua del Regno Unito, ha dichiarato: «Sappiamo che molte famiglie amano la comodità delle salviettine umidificate, ma la maggior parte sono realizzate in plastica e possono richiedere secoli per biodegradarsi. Ècome buttare giùun sacchetto di plastica nel gabinetto». Un gesto abituale, che pensiamo non possa provocare danno alcuno, oggi ha dato vita a una nuovaisola di spazzaturae sta cambiando il corso del fiume più importante di Londra, già dichiarato “biologicamente morto” nel 1957 proprio a causa dell’inquinamento. Azzerare il problema appare, a questo punto, un miraggio lontano. Ma arginarlo è ancora una speranza a cui aggrapparsi: la sottosegretaria all’ambiente, Rebecca Pow, ha lanciato un appello per smettere di gettare le salviettine nei water, mentre il parlamentare laburista Fleur Anderson pensa a un provvedimento più d’impatto:mettere al bandola vendita di salviette che contengano plastica, praticamente la quasi totalità di quelle attualmente in commercio. Thames21, dal canto suo, chiede a gran voce che venga stilata unaregolamentazione chiara sullo smaltimento di questi rifiutiper togliere ogni dubbio ai consumatori. Per quanto si possa puntare il dito contro chi, per negligenza o ignoranza, non smaltisce in modo adeguato questi rifiuti speciali, bisogna ammettere che non è mai particolare preoccupazione del produttore riportare istruzioni specifiche. «Stiamo lavorando per influenzare i produttori a etichettare correttamente i loro prodotti», fanno sapere dall’associazione benefica a tutela dei corsi d’acqua di Londra. Il Tamigi sta cambiando il suo corso. Ora tocca a noipensare a un cambio di rottaper non andare incontro al punto di non ritorno.