I musei si attivano contro le proteste climatiche

I musei si attivano contro le proteste climatiche

 

L’ultima azione diExtinction Rebellionè di poche ore fa. Questa volta a Milano: a essere imbrattato, è l’ingresso dellasede Rai di Corso Sempione. Le richieste avanzate sono quelle di trasmettere ogni giorno come primo servizio del TGR Lombardia un bollettino della qualità dell’aria della regione (tra le più inquinate d’Europa), di rinunciare a ogni forma di investimento pubblicitario e collaborazione commerciale con le compagnie fossili e di porre una maggiore attenzione alla comunicazione della crisi climatica. Da mesi ormai si susseguonoazioni dimostrative per il climae molte di queste, quelle che più allarmano forse, hanno come obiettivi celebriopere d’artenelle principali città europee. Una delle più recenti ha interessato ildipinto di KlimtMorte e vitaesposto alLeopold Museumdi Vienna. Il liquido nero e oleoso con cui l’attivista trentenne diLast Generation,Florian Wagner, ha colpito il quadro era nascosto in una borsa dell’acqua calda legata sul petto. Tutte lemisure di sicurezzaintrodotte o irrigidite dal direttore Hans-Peter Wipplinger nelle scorse settimane per proteggere i capolavori di Klimt e Egon Schiele – tra cuiil divieto di accedere agli spazi espositivi con cappotti o borse e l’impiego sempre più massiccio di addetti alla sorveglianza- non sono servite a impedire l’azione dimostrativa. Risale al29 maggio 2022laprima protesta ambientale di questo tipoda parte diExtintion RebellioneLast Generation: alLouvre di Parigialcuni giovani attivisti hanno spalmatouna torta sul vetro protettivo della Gioconda. Un modo per protestare contro l’immobilismo della politica di fronte all’avanzare inesorabile delcambiamento climatico. A luglio è toccato ad alcuni musei inInghilterra, tra cui laCourtauld Gallery,laKelvingrove Art Gallery,laManchester Art Gallerye, soprattutto, laNational Art Gallerydi Londra dove i manifestanti si sono incollati in segno di protesta all’operaThe Hay Waindi John Constable. Le iniziative stanno dilagando in tutta Europa e si stanno facendo sempre più frequenti e audaci. Dopo il video della zuppa di pomodoro lanciata contro iGirasoli di Van Gogh, gli attivisti climatici si sono sbizzarriti, ricorrendo alla farina, alpurè di patatee alla zuppa di piselli. Un fenomeno crescente, che non ha risparmiato neppure alcuni importanti musei italiani. AFirenze,La Primavera di Botticelli agli Uffizi, a Milano la celebre scultura di Umberto Boccioni, a Roma, la statua di Laocoonte nei Musei Vaticani. In proposito, ilMinistro della Cultura Gennaro Sangiulianoha dichiarato in un comunicato stampa che si valuteranno misure da prendere per contrastare le azioni degli ambientalisti, compreso l’obbligo di dotare tutte le opere di vetri protettivi: ovviamente il progetto costa e richiede del tempo. “Di conseguenza – ha sottolineato il ministro – il costo dei biglietti d’ingresso aumenterebbe”. Ci sono poi quelle opere che non possono essere isolate da un vetro: il 18 novembre scorso a Parigi alcuni attivisti hanno imbrattato con della vernice arancione una statua dell’artista americano Charles Ray di fronte allaBourse De Commerce. Unascultura all’aperto, difficile da salvaguardare. Nel frattempo, è giunto l’appello dei direttori di oltre90 musei di tutto il mondo, tra cui anche ilMetropolitandi New York, che recita: “Nelle ultime settimane si sono verificati diversi attacchi a opere d’arte nelle collezioni di musei internazionali. Gli attivisti che ne sono responsabili sottovalutano la fragilità di questi oggetti insostituibili, che devono essere preservati come parte del nostro patrimonio culturale mondiale. Al tempo stesso, viene sottolineato che: “manterremo il museo come spazio libero, rivolto alla comunicazione sociale”. Con gli attacchi che non accennano a fermarsi,i direttori dei musei di tutta Europasi stanno mobilitando per garantire la sicurezza delle opere d’arte. Sinora per fortuna, non ci sono statidanni permanenti, ma si teme che un’escalation nelle strategie degli attivisti possa portare prima o poi alladistruzione di un capolavoro. Eppure le direzioni dei musei sembrano poco propense ad adottare misure drastiche. «Introdurre prassi del genere significa snaturare il concetto stesso di “museo” – ha spiegato Hans-Peter Wipplinger, direttore delLeopold MuseumalNew York Times- Unmuseoè un luogo che dovrebbe essere sempre aperto al pubblico». IlMuseo Nazionale norvegese(The National Museum)e ilMuseum Barberinidi Potsdam, in Germania, hanno, come ilLeopold Museum,vietato ai visitatori di portare borse o giacchenelle sale espositive, ma si tratta ancora di casi sporadici. A Londra, in alcuni dei più importanti musei della capitale, tra cui laNational Gallery,laTate Britain, laTate Moderne ilBritish Museum, i visitatori possono ancora portare borse all’interno.