Spara al Sindaco

 

Il 15 marzo 2021 sulla facciata dell’edificio dell’amministrazione comunale di Siniscola,in provincia di Nuoro, è comparsa la scrittaspara al sindaco, rivolta al primo cittadino Gian Luigi Farris. Quell’episodio è stato l’ultimo atto di una lunga serie di intimidazioni inviate al suo indirizzo a partire dal 2017 e purtroppo non si tratta di un caso isolato, come denunciato dall’associazioneAvviso Pubblicoche ogni anno tramite il report Amministratori sotto tiro raccoglie proprio i numeri del fenomeno e denuncia quantofare l’amministratore pubblico in Italia,oltre che difficile, stia diventandosempre più pericoloso. Dall’ultima edizione della ricerca, resa nota alcuni giorni fa, emerge chenel 2021 sono stati 438 gli atti intimidatori,di minaccia e violenza rivolti a sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali e dipendenti della Pubblica amministrazione. Nonostante rispetto all’anno precedente si registri un calo del 6% si parla comunque diun caso ogni 20 ore. Complessivamentei Comuni interessati sono 265,il 5% in meno rispetto al 2020, quando erano 280, ma se da un lato questo potrebbe far propendere verso un cauto ottimismo, dall’altro si tratta di un dato accompagnato da un’altra evidenza, tutt’altro che positiva: il 20%dei casi censiti nel 2021 sono avvenuti in Comuni che in un passato più o meno recente sono stati sciolti perinfiltrazioni mafiose. Nel 2021 sono stati 14, ma al 31 dicembre gli Enti locali la cui gestione era affidata a una commissione straordinaria erano 27, perché ai nuovi scioglimenti se ne sommano altri avvenuti in anni precedenti e prorogati nel presente. Una situazione allarmante, che lo diventa ancora di più allargando la lente con la quale osservare il fenomeno. Nel 1991 fu approvato ildecreto-legge n.164sullo scioglimento delle amministrazioni locali conseguente a fenomeni di infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso e da allora fino a tutto il 2021 sono stati275 gli enti sciolti almeno una volta. Un numero altissimo che comprende comuni e 6 aziendesanitarie e ospedaliere, e che sale fino a 365 se si calcolano i decreti di scioglimento complessivi, nei quali rientrano anche proroghe, possibili fino a 24 mesi, o a successivi interventi. Il dato del 2021 è il più alto mai registrato da Avviso Pubblicoe conferma quanto il rapporto tra mafia e politica, in particolare nel Mezzogiorno, sia un tema che non conosce crisi e che dovrebbe trovare un posto di primo piano nelle agende della politica nazionale, come sottolineato dal presidente dell’associazione, Roberto Montà. «I comuni sciolti sono terreno fertile per atti di intimidazione violenta. Questo deve essere oggetto di una riflessione, anche all’interno dell’Osservatorio ministeriale sugli atti intimidatori, per produrre una revisione dello strumento dello scioglimento e intervenire sulla dimensione della violenza che aggrava la fragilità democratica di quei territori colpiti da misure di scioglimento». Lemafieperò non sono le uniche responsabili delle intimidazioni, visto che nel 2021 il29,5% delle minacce sono giunte da cittadini semplici,e di queste il 36% sono legate a proteste e agitazioni dovute alla pandemia da Covid-19. Solo il 15% è stata rivolta ad amministratrici ma il numero apparentemente positivo non deve trarre in inganno, visto che il motivo primario è che le donne in ruoli di potere politico sono decisamente meno degli uomini. Emblematico però ilcaso di Anzio, in provincia di Roma, un territorio pesantemente infiltrato dalla ‘ndrangheta, che vede da anni nel mirino la consiglieraLina Giannino, alla quale nel 2021 le è stata recapitata l’ennesima lettera minatoria a firma di un fantomatico Club Anzio e che subito dopo le elezioni comunali del 2018, aveva già subito pesanti minacce, dalle gomme bucate dell’auto alle scritte ingiuriose nei suoi confronti sui muri della città. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, nessuna regione d’Italia,a parte la Valle d’Aosta, è stata esente dal fenomeno. Ininterrottamente dal 2017 laCampania si conferma al verticedella graduatoria con 72 casi, seppur in calo del 15% rispetto al 2020.Seguono Sicilia e Calabriarispettivamente con 51 e 45 casi. Quarto posto per laLombardia, che con 43 è ancora una volta ilterritorio più colpito dell’area Centro-Nord, anche se cresce in maniera sensibile il fenomeno in Veneto (39 casi, +30% sul 2020). Anche nel 2021 ilterritorio provincialepiù sotto scacco è statoNapoli, con 45 casi, che precede Reggio Calabria (20 casi) e Cosenza (19). La prima provincia del Nord è Venezia (18), seguita da Milano e Torino a 17. Sempre analizzando i contesti territoriali, si nota una nettadifferenza nelle tipologie di minacce fra Nord e Sud. Gli incendi sono infatti il primo strumento nel Sud e nelleIsolementre al Centro-Nord il 55% delle intimidazioni arrivano tramite lettere minatorie e social network. Questi ultimi, veicolando fake news e hate speech, aizzano quella rabbia sociale che poi alcuni sfogano sui rappresentanti istituzionali a loro più vicini. Secondo il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, che ha partecipato alla presentazione del report, «gli atti intimidatori contro gli amministratori locali sono lanegazione dei principi democratici.Bisogna scongiurare il rischio che un clima di intimidazionidisincentivi la partecipazione e l’impegno pubblico dei cittadini,i quali invece devono poter mettere le loro competenze e il loro entusiasmo a disposizione della comunità, candidandosi a ruoli di amministrazione attiva senza che questo debba implicare ripercussioni insostenibili sulla propria vita personale o professionale». Già perché la maggior parte di chi subisce minacce, con coraggio e determinazione denuncia e resiste alle intimidazioni, manon mancano casi di dimissioni,che nonostante umanamente possano risultare comprensibili, rappresentano una sconfitta per la democrazia della quale la Politica non può non occuparsi.