Che cos’è un dissalatore?

Una delle prime tematiche che preoccupa in questo momento il Pianeta è sicuramente quella legata allasiccità.Molti hanno individuato negliimpianti di dissalazione una possibile soluzione. “Dissalatoresì o no” è tema di dibattito, visto l’allarme delleNazioni Uniteche denunciano la mancanza d’acqua che riguarda oggi 2 miliardi di persone, con il rischio di un aumento della domanda idrica con l’intensificarsi degli effetti dei cambiamenti climatici. Il nostro Paese è sull’orlo delladesertificazione: in mezzo secolo infatti ha perso 5 miliardi di metri cubi d’acqua. I cambiamenti climatici per l’Italia potrebbero causareuna significativa riduzione della disponibilità di risorse idriche, fino al 40% a livello nazionale e fino al 90% per il Sud Italia nel lungo termine. Un aiuto in questa emergenza idrica potrebbe arrivare dalletecnologie di dissalazione, che permettono di disporre di volumi significativi di acqua dolce partendo da quella marina e salmastra. Un dissalatore è un apparecchio che viene utilizzato perrimuovere il sale dalle acque. Questo permette di ottenere delle acque a basso contenuto salino e riutilizzare l’acqua a scopo alimentare(acqua potabile) o industriale (come l’acqua di raffreddamento). Macos’è un dissalatore e come funziona? Dissalatore: cos’è e come funziona Per capire a cosa serve un dissalatore, dobbiamo spiegare ilcos’è ladissalazione. Quest’ultima è processo di rimozione della frazione salina da acque contenenti sale, con lo scopo di ottenere acqua a basso contenuto salino; l’acqua è poi impiegata spesso per uso alimentare, ma anche per uso industriale. L’apparecchiatura utilizzata, il dissalatore,viene chiamato anche impropriamente “distillatore d’acqua”, ma in realtà il tipo di separazione non è mai stato una forma didistillazione. L’acqua potabilenon deve essere priva di sali:se ne lascia una piccola parte 25-50 mg, per questioni sanitarie e perché l’apporto di molti sali è consigliato (un’acqua completamente deionizzata non sarebbe gradevole al palato). Letecniche di dissalazionesono tre: dissalazione evaporativa, dissalazione per permeazione, dissalazione per scambio ionico. Ladissalazione evaporativa, impiegata per grandi produzioni, è ottenuta con l’evaporazione dell’acqua, che viene recuperata per condensazione: si ottiene di solito un rigetto a salinità più alta dell’acqua salmastra di alimentazione. In qualche caso, la parte solida (essenzialmente cloruro di sodio) viene recuperata in forma cristallina, dopo evaporazione della parte liquida. Ladissalazione per permeazioneviene ottenuta mediante separazione sumembranesemipermeabili. Qui non è possibile il recupero totale della parte acquosa in quanto le membrane per osmosi inversa non consentono il trattamento di fasi solide, se non prevedendo una sezione evaporativa. Infine ladissalazione per scambio ionico, che viene impiegato per piccole portate, viene ottenuta mediante rimozione degli ioni Na+ e Cl- su resine rispettivamente in ciclo H+ e OH-; il rigetto è in questo caso costituito dai residui della rigenerazione delleresine. Come desalinizzare l’acqua di mare Nel caso deldissalatore di acqua marina, il solvente è rappresentato dall’acqua di mare e il soluto dal sale. La dissalazione dell’acqua dimareè il processo che serve a rimuovere la frazione salina dall’acqua marina contenente sale, per ottenere acqua a basso contenuto di sale. L’apparecchiatura utilizzata è il dissalatore marino DA, un impianto ad alta efficienza energetica che prende l’acqua dal mare e la fa passare attraverso dei filtri che la rendono potabile. Maquanta acqua riescono a dissalaregli impianti di dissalazione? Uno studio del 2018 commissionato dall’Onu rivela che la capacità di produzione di acqua più o meno dolce degli impianti di desalinizzazione è pari a circa95 milioni di metri cubi al giorno,ossia circa 95 miliardi di litri al giorno. Se gli impianti di dissalazione hanno dei costi ancora elevanti, l’acqua prodotta dai processi di dissalazione è la più economica nel mondo: 58 centesimi di dollaro per metro cubo, cioè 50 centesimi di euro al metro cubo, che significano secondo le stime dai 3 dollari all’anno per nucleo familiare. Dissalatori: pro e contro Come tutte le possibili nuove soluzioni ai grandi problemi, ancora da valutare e studiare, anche idissalatori hanno pro e contro.Tra i vantaggi: è un processo che sicuramente può portare ad avere una risorsa che ora scarseggia, grazie a un’altra risorsa che si può considerare quasi inesauribile e cioèmari e oceani. La quantità d’acqua nell’oceano infatti è talmente vasta che può essere consideratainesauribile. Questa quindi potrebbe essere una nuova via per tutelare il Pianeta, economicamente sostenibile e vantaggiosa per garantire energia, valore e risparmio sulle bollette idriche. Questo vale anche per alcuni cittadini che decidono di prendere un dissalatore privato e molti imprenditori, soprattutto nel campo del turismo. Leattività ricettive e turisticheche si trovano in zone costiere, prossime ai litorali marittimi di villeggiatura potrebbero beneficiare di questa soluzione per abbattere i costi diventati molto onerosi, soprattutto adesso con il rincaro delle materie prime e dellebollette. Uno strumento considerato utile alla comunità per quanto riguarda l’acqua potabile, ma che non risolverebbe il problema dell’acqua irrigua per le coltivazioni. Studi dimostrano infattiche leacque dissalate possono anchecreare una mancanza di sali nelle coltivazionicon qualche problema di ordine sanitario.Mail vero contro per il dissalatore sono glielevati costi di produzioneper l’energia e dei problemi di residui deirifiuti prodotti difficili da smaltire, tipo la salamoia. I dissalatori producono scorie? Da una parte, quindi, uno degli obiettivi è abbattere i costi ancora elevati per l’utilizzo dei dissalatori su grande scala (circa 16.000 impianti di dissalazione nel mondo sono in Paesi come il Medio Oriente e in nordAfrica), dall’altra si pensa alleconseguenze di produzionedi questi impianti. Secondo studi commissionati dall’Onu, la capacità di produzione di acqua più o meno dolce degli impianti di desalinizzazione è pari a circa 95 miliardi di litri al giorno, ma a fronte di questi gli impianti di desalinazione producono anche142 milioni di metri cubi di salamoia ipersalina al giorno. Un team dei ricercatori di istituti universitari di Canada, Olanda e Korea ha condotto uno studio sui dissalatori effettivamente operativi, scoprendo che buonametà della salamoia mondialeè prodotta da quattro Paesi: Arabia Saudita (22%), Emirati Arabi Uniti (20,2%), Kwait (6,6%) e Qatar (5,8%), che utilizzano le tecnologie didissalazione termica/evaporativae producono mediamenteda due a quattro volte più salamoia per metro cubo di acqua pulita. Secondo gli esperti bisognerebbe considerare la melma ipersalina ricca di anti-incrostanti, metalli e cloruri vari, come dellescorie industriali pericolose e quindi ci sarebbe bisogno di processi di smaltimento a hoc, economicamente difficili da sostenere. La corretta gestione di questo materiale è costosa e al momento, può rappresentare fino al 33% dei costi operativi dell’impianto. Una soluzione che però richiede lo sviluppo ulteriore, potrebbe essere quello di valutare leopportunità economiche per la salamoia,che potrebbe essere usata per irrigare specie tolleranti al sale. Quindi i dissalatori producono scorie che potrebbero essere utili anche all’ acquacoltura: dalla melma si potrebbero recuperare sali, metalli e altri elementi come magnesio, gesso, cloruro di sodio, di calcio, di potassio, di bromo, di litio. Permitigare la prossima e futuracrisi idricadel Pianeta, si potrebbe sfruttare questa strada, la valorizzazione dello scorie, solo però valutando l’ottimizzazione dei processi, delle tecnologie supportate dagli investimenti, dei sistemi di recupero energetico e dell’accostamento dei dissalatori con fonti di energia rinnovabili.