Per l’Europa, gas e nucleare sono “green”

La Ue ha deciso di continuare a coltivare la sua visione di ciò che ègreen:gas naturale e nuclearelo sono. Il Parlamento europeo ha infatti bocciato la risoluzione di rigetto sulla famosatassonomia verde, in sostanza ha bocciato la possibilità di rimettere in discussione la strada già intrapresa, quella in cui considerare energia atomica e gas come fonti “pulite” da poter finanziare con investimenti pubblici e privati. Contro la risoluzione hanno votato328 eurodeputati, i favorevoli sono stati 278 e gli astenuti 33. Chiaramente, poche ore dopo la decisione, le forze ambientaliste hanno espresso il loro dissenso per la scelta, daGreenpeaceche prometteazioni legalicontro la Commissione Europea sino aGreta Thunbergche sui social parla di ipocrisia e rilancia l’hashtag#NotMyTaxonomy. Di fatto, con questo voto l’atto delegato della Commissione potrà continuare il suo iter per portare nucleare e gas (compreso quello russo per intenderci) a essere considerati green. E proprio dopo aver ribadito che probabilmente arriveranno altritagli del gasdiretto all’Europada parte di Mosca(addirittura una chiusura completa, per cui è in progetto un piano di salvataggio), la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha spiegato che non ci sarà un secondo atto. In sostanza la partita si chiude qui, dato che“nucleare e gas servono per la transizione”. Una scelta, quella legata al modo di interpretare questefonti energetiche, che ha spaccato a metà sul voto anche l’Italia. A votare per il rigetto dell’atto delegato sono stati Verdi, Sinistra e S&D, mentre per mantenere l’atto hanno votato invece Ppe, Ecr, Id e la maggioranza del gruppo Renew. I voti in dissenso nel Ppe sono stati 36, quelli nei socialisti 21. Tra gli italiani Pd (compatto nel voto), M5S e Verdi hanno votato per il rigetto, FI, Fdi, Lega e Iv hanno votato contro. In sostanza, con la scelta odierna gas e nucleare potranno esseremeritevoli di finanziamentipubblici e privati, il tutto in nome di unatransizione ecologicache dovrà portare l’Europa all’obiettivonet zero fissato al 2050. Un obiettivo secondo il quale dunque non sarà possibile arrivare senza il nucleare (e le sue scorie) e senza il gas, lo stesso che ha dimostrato la stretta dipendenza dalle fonti fossili russe negli ultimi mesi. Nel dettaglio, a livello dinuclearevengono considerate “green” ricerca e sviluppo di tecnologie per la minimizzazione delle scorie radioattive; la realizzazione diimpianti nucleari di nuova generazionee l’estensione del funzionamento degli attuali impianti. Mentre a livello digasciò che è interpretabile come meritevole di finanziamenti sono la produzione di elettricità, la co-produzione ad alta efficienza di calore/freddo ed elettricità e la produzione di calore/freddo in un efficiente sistema di teleriscaldamento e teleraffrescamento. Promuovere questa interpretazione, secondo i voti europei potrà portare il Vecchio Continente a centrare l’impegno di ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almenoil 55% nel 2030(e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050). Probabilmente, sulla scia delle parole di Greta Thunberg, delle associazioni ambientaliste e di molti giovani di Fridays For Future e i movimenti dell’onda verde, seguiranno proteste alla decisione odierna. Adesso la discussione passa al Consiglio europeo: se neanche il Consiglio respingerà la mozione, l’atto delegato sulla tassonomia entreràin vigore il 1 gennaio 2023.