USA: per abortire “vai in campeggio”

«Il campeggio è legale in Florida. Se hai bisogno di un posto per riprenderti o sostenerti durante il campeggio, sono qui per aiutarti». E ancora: «Se vivi in Texas e hai bisogno di un passaggio per andare in campeggio, ho questo camion per cui ho pagato troppo e penso che starai benissimo sul sedile passeggero». Su TikTok non è difficile imbattersi in affermazioni simili da parte degli utenti, ma nonostante la stagione estiva l’emergenza “campeggio” ne cela un’altra:l’aborto. Dopo che laCorte suprema degli Stati Unitiha abolito il diritto all’interruzione di gravidanza rimettendone la legislazione ai singoli Stati, infatti, sui social si sono diffusi molti esempi del cosiddettoalgospeak. Si tratta di unlinguaggio in codiceutilizzato per evitare la possibilecensura da parte degli algoritmi dei social network. Una tendenza già in atto suFacebook e Instagram, che a partire dal giorno della sentenza hanno rimosso i commenti in merito alcommercio delle pillole abortive. Il “campeggio”, tuttavia, è solo una delle varianti. Un utente che abita a 4 ore dal confine col Montana ha detto che poteva nutrire e abbracciare chiunque avesse bisogno di «imparare a lavorare a maglia», mentre un altro volontario si è offerto di portare gli interessati a una «degustazione di vini». Migliaia di utenti su TikTok hanno sincronizzato le labbra sulle parole “If we go down, then we go down together” della canzone Paris dei The Chainsmokers, pubblicata nel 2017 e divenuta un inno “ex post”, è il caso di dire due volte, di chi sostiene il diritto all’aborto. «Non ce lo aspettavamo, ma siamo felici che qualcosa che abbiamo scritto sia stato usato per sostenere una causa in cui crediamo», ha commentato Andrew Taggart, la metà del duo musicale statunitense formato insieme ad Alex Pall. Ma alcuni attivisti temono che dietro questo sostegno spontaneo ci sia un’eccessiva leggerezza.Secondo Kari Nixon, ricercatore presso la Whitworth University di Spokaneascoltatoda NBC News, si tratterebbe di «una parte della popolazione che, per quanto ben intenzionata, non ha mai dovuto combattere per la propria vita». Un’altra utente teme che si tratti disemplice esibizionee che l’effetto carrozzone possa restarelettera morta nel momento del bisogno. «Le persone saranno spaventate e disperate, e se ti contattano e tu li ignori perché stavi solo dando spettacolo avrai qualcuno che è spaventato, disperato e potrebbe non sapere a chi rivolgersi perché non vuoi aiutarlo davvero», ha dichiarato. Qualcuno però, verrebbe da dire per fortuna, ripone maggiore fiducia nella solidarietà dell’uomo. «Sta succedendo qualcosa di buono e l’intento è bello e commovente», ha scritto la fondatrice della campagna no-profit “That’s What She Didn’t Say” Bonnie Joy Sludikoff in un lungoarticolopubblicato su Medium dove se la prende contro la pigrizia delle posizioni più scettiche. «Le persone hanno bisogno di compassione e cura e della sensazione di non essere sole», ha aggiunto. «È uno dei momenti di mobilitazione sociale più rapidi della storia».