Perché Erdogan vuole aprire la Nato

 

Un nuovoaccordo trilaterale fra Svezia, Finlandia e Turchiaèstato siglatonegli ultimi giorni, dopo che il presidente Recep TayyipEdoganaveva messo il veto all’ingresso dei due Paesi scandinavi nel Patto Atlantico. Con l’intesa raggiunta dopo svariati colloqui e pressioni, il Segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg hadichiarato: «Sono lieto di annunciare che abbiamo un accordo che spiana la strada all’ingresso diSvezia e Finlandia nella Nato. I tre Paesi hannosiglato un memorandumche risponde alle preoccupazioni turche, incluse l’esportazione di armie lalotta contro il terrorismo». Quello che si è svolto a Madrid il 28-29 giugno è stato uno dei piùimportantivertici della NATO degli ultimi decenni, a causa soprattutto dellaguerra in corso in Ucraina. Ma è stato anche il vertice in cui sono state appianate momentaneamente le divergenze fra il governo turco e i due Paesi scandinavi, tramite undocumento di tre paginedove Svezia e Finlandia promettono il pieno supporto al governo turco contro qualsiasi minaccia, a partire dal “Partito dei Lavoratori del Kurdistan” (PKK), considerato fin dal 1984 un gruppo terroristico da parte della Turchia. Nel documento viene anche promesso ditroncare qualsiasi aiuto alle forze del Rojava “YPG”, che si sono distinte negli anni passati nella lotta contro l’ISIS in Siria. Inoltre, le due nazioni nordiche hanno affermato di volerrimuovere qualsiasi embargo sulle armi nei confronti di Ankarae di voler ascoltarele richieste pendentidella Turchia in merito ai processi di estradizione. Una serie di punti che hanno suscitatonotevoli allarminelle comunità curde e nelle ONG che si occupano di diritti umani: «Questo è un giorno nero nella storia politica della Svezia. Stiamo negoziando con unregime che non rispetta la libertà di espressione o i diritti delle minoranze», ha denunciato la parlamentare svedese Amineh Kakabaveh, da tempo attivista e difensore dei diritti dei curdi. Ma ricercatrici come Minna Ålander delGerman Institute for International and Security Affairshanno provato a ridimensionare il pericolo: «Il linguaggio dell’accordo è abbastanza vago da consentire alla Finlandia di non fare nulla. Il Presidente finlandese Niinistö ha inoltre confermato che questo non determinerà cambiamenti nella legislazione o nelle azioni finlandesi». Ma al di là delle interpretazioni giuridiche e diplomatiche del memorandum, il governo turco ha fatto subito intendere di voleresfruttare al massimo l’accordoraggiunto,reiterandola richiesta di estradizione di 33 “sospetti terroristi” residenti nelle due nazioni nordiche. Una mossa fatta per testare la reale volontà dei Paesi in questione, comeriportatodal giornalista Mete Sohtaoğlu: «Il presidente Erdogan ha affermato che il parlamento turco non ratificherà l’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato se queste nazioninon dovessero ottemperare ai loro obblighi». Infatti l’adesione definitiva richiederà mesi e soprattutto laratifica dei 30 Paesi membri della Nato.Una serie di procedure che conferiscono un notevole peso alle pressioni della Turchia. Al centro della questione anche l’Italia, in quanto membro della Nato, dove il segretario del Partito Democratico Enrico Lettaha voluto ribadire: «I diritti dei curdi per noi rappresentano un punto fermo. Nessuna ambiguità. Nessuno scambio possibile».