Così i Comuni italiani vogliono custodire l’acqua
Perdura la condizione di estremasiccità italianae si va verso unrazionamento dell’acqua,nelle varie regioni, anche nelleore diurne. A essere chiaro su questo punto – in attesa deldpcme dello stato di emergenza che probabilmente verrà dichiarato nei prossimi giorni – è stato il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio che ha parlato di non escludere «il razionamento dell’acqua anche nelle ore diurne. Bisognerà capire anche quali sono i segnali delle prossime settimane. Noi vediamo ancoragrande carenza di acqua.Poi avremo anche dei momenti in cui l’acqua arriverà tutta insieme» ha spiegato. Attualmente, ribadisce Curcio, la fotografia della crisi italiana è di «un40-50% di acqua piovuta in meno quest’annorispetto alle medie degli ultimi anni. Abbiamo avuto fino al70% di neve in meno.Abbiamo fiumi come ilPoche ha portate fino all’80% in meno. La situazione generale è di carenza di risorsa idrica, di pioggia. In alcune aree diventa impattante in maniera assolutamente importante sulla produzione agricola, ittica, e dell’energia elettrica. Il problema è diffuso in ambito nazionale». Stesso passaggio lo ha sollevato anche il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, specificando che «c’è lanecessità di razionalizzare l’uso dell’acqua» e che «dobbiamo pensare dirallentare il più possibile l’uso della risorsa idricaper usi che non siano quelle civili e del mondo animale». In questo contesto di forte preoccupazione per l’agricoltura, l’energia e anche l’acqua domestica, Comuni e regioni si stanno attrezzando sia con decaloghi inviati alla cittadinanza su come risparmiare acqua, sia con ordinanze e limitazioni.Si vadal classico razionamento d’acqua notturno sino a curiosi divieti per i parrucchieri. InLombardia, una delle regioni più colpite dalla crisi idrica, è giàattivo il razionamento in diversi ComunieMilano con una recente ordinanza ha dato il via al “risparmio idrico e limitazioni per l’utilizzo dell’acqua potabile durante il periodo di siccità”, si legge nel testo firmato da Beppe Sala. Questo comporterà per esempio la “chiusura di tutte le fontanedella città, tranne quelle in cui è presente fauna e flora e i laghetti/rogge dei parchi cittadini”, ma anche la “sospensione dell’irrigazionea spruzzo dei prati e delle aree verdi”, e ancora raccomandazioni di mantenere la temperatura di uffici, negozi, abitazioni a 26 gradi per ridurre i consumi di energia e quindi per abbassare il rischio di blackout, così come ci sono chiare indicazioni a non riempire a esempio lapiscinao sprecare acqua perpulire l’auto. Situazione con indicazioni simili anche inTrentino, dove la carenza d’acqua inizia a farsi sentire. In dieci Comuni della Vallagarina sono state disposte limitazioni nell’utilizzo dell’acqua: anche qui divieti di consumo per innaffiare o per riempire vasche, così come razionamento notturno. Tra i primi a firmare un decreto per la dichiarazione di emergenza regionale, l’Emilia Romagna. Qui tutti i Comuni sono stati invitati a emettere ordinanze per lariduzione degli utilizzi non indispensabilie c’è chi è arrivato perfino a dare indicazioni specifiche sul risparmio idrico ai parrucchieri. Carlo Gubellini, sindaco diCastenaso, paese alle porte di Bologna, ha per esempiovietato il secondo lavaggio della testa ai clienti(oltre al risciacquo). Mossa giustificata dal fatto che «un rubinetto lasciato aperto eroga mediamente 13 litri al minuto e i classici due risciacqui superano almeno i 20 litri. Nella situazione in cui ci troviamo non ce lo possiamo più permettere» ha fatto sapere il primo cittadino. Limitazioni sono previste anche nelLaziodove Nicola Zingaretti ha proclamato lo stato di “calamità naturale” per l’intero territorio della Regione fino al 30 novembre «a causa della gravecrisi idricadeterminatasi per l’assenza di precipitazioni meteorologiche e in conseguenza della generalizzata difficoltà di approvvigionamento idrico da parte dei Comuni». InLiguriasono state diffuse linee guida per il servizio idrico che comprendono divieti di irrigazione e annaffiatura di giardini e prati, di cortili e piazzali, di autoveicoli con esclusione degli autolavaggi, il divieto di riempimento di piscine private, fontane ornamentali e vasche da giardino. Discorso simile inFriuli Venezia Giulia,fra le prime a dichiarare lo stato di“sofferenza idrica”e dove il governatore Massimiliano Fedriga ha indicato il taglio dei rilasci di acqua obbligatori verso valle e limitazioni della risorsa idrica per uso domestico. Precauzioni simili, con i soliti divieti di spreco d’acqua, anche in alcune città dell’Umbria, come in una recente ordinanza a Perugia. InVenetola crisi del Po – mai così in secca da 70 anni – è così evidente che si è arrivati chiaramente asconsigliare la navigazione sul Grande Fiume, dove per altro preoccupa fortemente la risalita dell’acqua salata. Tra le regioni più colpite, infine, anche ilPiemontedove oltre alle classiche ordinanze e limitazioni, il presidente Alberto Cirio ha sollecitato nuovamente il governo a dichiarare lo stato di emergenza. Dichiarazione che, secondo l’esecutivo, arriverà dopo la definizione dei criteri e delle misure proprio di concerto con le regioni, un intervento che potrebbe arrivareentro due settimane.