Le promesse del G7 ai Paesi poveri

Le promesse del G7 ai Paesi poveri

 

Nelle alpi bavaresi, in Germania, si è svolto ilforum intergovernativoG7, dove i leader delle sette principali economie occidentali hanno formulato un nuovopiano di sviluppo per le nazioni povere e quelle in fase di industrializzazione.Si tratterebbe di un programma pari a circa600 miliardi di dollarida investire nei prossimi cinque anni, attraverso fondi pubblici e privati, con al centro delle iniziative in ambito energetico, digitale, sociale e di contrasto alla crisi climatica-ambientale. Gli USA da soli mobiliteranno 200 miliardi, con il presidente Biden che hadichiarato: «Voglio essere chiaro. Non è un aiuto o una forma di carità. È un investimento che porterà risultati per chiunque. Questo schema permetterà alle nazioni di vedere i concreti benefici della collaborazione con le democrazie». Allo stesso tempo i Paesi europei finanzieranno circa 300 miliardi di euro, attraverso lastrategia Global Gateway, elaborata verso la fine del 2021 e descritta dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen come «investimenti intelligenti in infrastrutture di qualità, rispettando le più rigorose norme sociali e ambientali, in linea con i valori e le norme dell’UE. La strategia Global Gateway fungerà per l’Europa da fonte d’ispirazione nella costruzione di connessioni più resilienti con il mondo». Alcuni deiprogetti cheverranno finanziatiriguarderanno un importantesito fotovoltaico in Angola, una fabbrica di produzione di vaccini in Senegal, 1609 km dicavi di comunicazione sottomariniche connetteranno Singapore con la Francia passando per l’Egitto, un ospedale in Costa d’Avorio, mentre 40 milioni di dollari verranno usati per promuovere gli scambi energetici nel Sud Est Asiatico. Il piano complessivo vuole essere una risposta alle crescenti crisi della Globalizzazione, ma soprattutto vuole essere un ulteriore passoper contrastare l’ascesa della Potenza cinesein Asia e in Africa condotta attraverso la “Belt and Road Initiative“. Più volte gli occidentali hanno accusato Pechino di voler condizionare i Paesi poveri attraverso coercitive forme di indebitamento e pressioni legate ai progetti infrastrutturali. Di fronte a queste mosse, la Cina per il momentoha replicatoin maniera serafica attraverso il portavoce del ministro degli esteri Zhao Lijian: «La Cina continuerà ad accogliere tutte le iniziative atte a promuovere lo sviluppo globale delle infrastrutture.Riteniamo che non vi sia spazio per l’idea che le varie iniziative correlate rimpiazzeranno le altre». Da tempo la Potenza cinese è impegnata a espandere il suo progetto pluridecennale presentato nel 2013, che allo stato attuale è arrivato acoinvolgerepiù di 140 nazioni con investimenti previsti per oltre 1300 miliardi di dollari entro il 2027. Per un certo periodo anchel’Italia, fra mille polemiche e profonde preoccupazioni da parte degli alleati occidentali, aveva aderito all’iniziativa cinese, salvo poi faremarcia indietrosotto il governo Draghi. Il quale allo stato attuale si è mostratopienamente aderente alle iniziative del G7, all’interno del quadro europeo. Il presidente del consiglio nellaconferenza stampadi chiusura ha elencato lesfide dei prossimi mesi,dal tentativo di fermare Putin e porre fine alla guerra, fino alla risoluzione della crisi energetica tramite un price cap sul gas e sul petrolio che verrà discusso nei prossimi mesi. Ma soprattutto ha ribadito l’impegno italiano contro la crisi alimentare, come riportato anche nella dichiarazione finale del G7: «Ci impegniamo per ulteriori 4,5 miliardi di dollari per proteggere i più vulnerabili dalla fame e la malnutrizione, per un totale di oltre 14 miliardi di dollari come nostro comune impegno per lasicurezza alimentare globalequest’anno».